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Zagarolo celebra Vittorio Fava con la mostra ‘Mnemosine – La memoria greca delle arti’ a Palazzo Rospigliosi

Zagarolo celebra Vittorio Fava con la mostra 'Mnemosine - La memoria greca delle arti' a Palazzo Rospigliosi - Bagolinoweb.it

Dal 12 ottobre al 3 novembre, Palazzo Rospigliosi di Zagarolo ospita una mostra che esplora il percorso artistico di Vittorio Fava. L’esposizione, intitolata “Mnemosine – La memoria greca delle arti“, offre un’ampia retrospettiva dell’opera di Fava, caratterizzata da oltre cinquanta anni di creatività e ricerca. Il titolo stesso dell’esposizione rende omaggio a Mnemosine, dea della memoria nella mitologia greca, riconosciuta come madre delle Muse e custode delle arti, della poesia e delle tradizioni.

Un viaggio nell’arte di Vittorio Fava

La mostra curata dalla Galleria d’Arte Purificato.Zero si compone di circa cento opere, evidenziando la versatilità di Fava che spazia dalla pittura alla scultura, dall’incisione agli assemblaggi. Ogni opera è un riflesso del suo impegno artistico, presentato in un contesto unico: le otto sale rinascimentali affrescate di Palazzo Rospigliosi-Colonna. L’ambientazione storica offre un contrasto suggestivo con la modernità delle creazioni di Fava, creando un dialogo tra epoche che arricchisce l’esperienza visiva dei visitatori.

Inoltre, l’allestimento include una visita al Museo del Giocattolo, un’altra attrazione della cittadina di Zagarolo, dove alcuni lavori dell’artista saranno esposti. Questo accostamento non solo arricchisce l’offerta culturale, ma evidenzia anche l’interazione fra diverse forme d’arte, sottolineando l’importanza del gioco e della memoria nel percorso creativo di Fava.

Riflessioni sull’arte e sulla memoria

Durante la mostra, Vittorio Fava non solo espone le sue opere, ma condivide anche le riflessioni personali che lo hanno guidato lungo il cammino della sua evoluzione artistica. L’artista descrive il processo creativo come un dialogo, un’incollatura delle varie componenti, paragonando il suo lavoro a una “saldatura amorosa” tra due amanti. Queste parole evidenziano la profonda connessione emotiva che Fava ha con il suo lavoro, scaturendo da un’interpretazione di ogni materiale usato, come una sorta di meditazione sulla manualità e il mestiere dell’artista stesso.

Nel racconto del suo processo, Fava si riflette anche sulla dimensione del lavoro e sulla pazienza necessaria in ogni fase della sua creazione, paragonando la levigatura del legno all’arte antica della scultura dell’Egitto. Questa vista quasi nostalgica e rispettosa della tradizione, accompagnata dalla sua continua esplorazione delle forme artistiche, arricchisce la complessità e la profondità della sua opera.

Un’artista tra figurativo e astratto

Vittorio Fava si posiziona in un continuum di esplorazione tra la dimensione figurativa e quella astratta, affrontando una ricerca costante nella quale le sue opere non rimangono fisse, ma si evolvono e si sviluppano. Questo concetto di fluidità è alla base del suo approccio sperimentale che, secondo le parole di Enrico Crispolti, non si limita al linguaggio artistico, ma ne esplora le possibilità in ogni sua forma e media. Crispolti, nel suo testo in catalogo della mostra del 1988, ha descritto Fava come un artista che riesce a staccarsi dai canoni tradizionali, realizzando opere che abbattono le barriere tra scultura, pittura e installazioni.

La memoria è una tematica centrale nel lavoro di Fava, che intreccia la dimensione individuale e quella collettiva, collegando esperienze di vita personali a temi universali e archetipici. Attraverso la sua arte, l’artista ci invita a riflettere su come la memoria e le nostre esperienze plasmino non solo le nostre identità, ma anche il modo in cui interagiamo con il mondo e le nostre espressioni artistiche.

La mostra “Mnemosine – La memoria greca delle arti” rappresenta così non solo una celebrazione dell’arte di Vittorio Fava, ma anche un invito a esplorare il significato più profondo della memoria e della sua influenza nell’arte e nella vita quotidiana.

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