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Vibo Valentia: scioglimento dell’Azienda sanitaria per infiltrazioni mafiose, l’appello del sindacato

Vibo Valentia: scioglimento dell’Azienda sanitaria per infiltrazioni mafiose, l'appello del sindacato - Bagolinoweb.it

L’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia è stata sciolta dal Consiglio dei ministri a causa di evidenti infiltrazioni mafiose. Questa decisione, un chiaro segnale di allerta sulle problematiche che affliggono la sanità pubblica in Calabria, ha messo in luce l’inefficienza di un sistema che, nonostante gli interventi straordinari nel corso degli anni, non è riuscito a garantire servizi adeguati alla popolazione. Enzo Scalese, segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, ha commentato queste problematiche rivelando la grave crisi del sistema sanitario vibonese.

Il contesto attuale della sanità a Vibo Valentia

La situazione sanitaria a Vibo Valentia è sotto stretta osservazione, dopo la decisione di sciogliere l’Azienda sanitaria provinciale. L’analisi del segretario della Cgil, Enzo Scalese, mette in evidenza un sistema di governi amministrativi insufficienti, con cinque commissari nel corso degli ultimi cinque anni. Di questi, due erano part-time, una scelta che ha contribuito a un progressivo deterioramento dei servizi sanitari. Ciò ha provocato conseguenze pesanti sul diritto alla salute dei cittadini, facendo emergere un’amministrazione sanitaria che ha dimostrato di essere vulnerabile a pressioni esterne e attività illecite.

La governance inefficace ha permesso che le mafie si infiltrassero nel sistema, aggravando ulteriormente la precarietà dei servizi offerti. Scalese sottolinea che la carenza di misure urgenti e decisioni politiche chiare ha portato a una catastrofe non solo per la gestione interna, ma anche per la professionalità dei medici e per la qualità delle prestazioni sanitarie erogate. Infatti, la continua instabilità e l’assenza di strategie solide si sono tradotte in un clima di sfiducia nei confronti della sanità pubblica.

Le richieste dei sindacati e l’auspicio di un cambiamento

In vista di questa situazione critica, Scalese esprime l’auspicio che la nuova commissione straordinaria possa restituire dignità e ordine alla sanità pubblica. Secondo lui, il coinvolgimento delle forze politiche, sociali e istituzionali è fondamentale per arginare non solo le infiltrazioni mafiose, ma anche per ripristinare una governance in grado di rispondere alle esigenze sanitarie del territorio. Un cambio radicale diventa imperativo, e ciò richiede un impegno collettivo in grado di garantire un risanamento profondo dei servizi.

Scalese ribadisce che non si può più giustificare lo stato attuale con il peso del passato. La sanità calabrese ha necessità di riforme immediate e concrete, poiché il lungo periodo di inerzia ha portato a un deterioramento ormai insostenibile. I 18 mesi di commissariamento, dunque, devono essere visti come un’opportunità per invertire la rotta, senza rischiare di mettere in atto un ulteriore vuoto di potere. È essenziale che il nuovo corso assicuri legalità e efficienza nel funzionamento della sanità pubblica, creando le basi per un rinnovato rapporto di fiducia con i cittadini.

Le conseguenze per i cittadini e il futuro della sanità calabrese

Le ripercussioni del disagio e dell’inefficienza nell’Azienda sanitaria di Vibo Valentia non si limitano alla gestione interna, ma influenzano direttamente la vita dei cittadini. In un contesto già complicato, la difficoltà di accesso ai servizi medici rappresenta una sfida quotidiana per le famiglie, abbandonate a se stesse in un momento di bisogno. L’inefficienza del sistema sanitario ha portato a un aggravio delle condizioni di salute per molti, in un’area caratterizzata da una reale necessità di cure e assistenza.

Il contrasto alle infiltrazioni mafiose non è solamente un obiettivo di legalità, ma una necessità vitale per garantire servizi sanitari dignitosi e accessibili. Affinché la salute pubblica possa realmente risollevarsi, è imprescindibile che venga stabilito un forte presidio dello Stato, in grado non solo di restituire controlli efficaci ma anche di promuovere un ambiente in cui sia possibile una gestione sanitaria meritocratica e responsabile.

In questo clima di sfide, l’approccio del nuovo governo sanitario dovrà essere indirizzato verso una riforma sostanziale, in grado di ristabilire la fiducia dei cittadini e di sanare le ferite di un sistema che, per troppi anni, è stato ostaggio di interessi illeciti e cattiva amministrazione. L’infrazione delle norme e l’indolenza sistematica devono cedere il passo a un futuro dove la salute rappresenti un diritto fondamentale e non una merce di scambio fra poteri poco chiari.