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Via libera alla ristrutturazione in periferia: Palazzo Marino e la Sporting Corvetto si sfidano in tribunale

Via libera alla ristrutturazione in periferia: Palazzo Marino e la Sporting Corvetto si sfidano in tribunale - Bagolinoweb.it

La situazione nella zona di Porto di Mare si fa tesa e controversa. Il Comune di Milano, più precisamente Palazzo Marino, ha emesso un’ingiunzione di sfratto a carico delle storiche società sportive della periferia Est. Una decisione che sta infiammando il dibattito tra le istituzioni e le realtà locali, che si sentono ora minacciate nel loro operato e nel proprio futuro. La storica società Sporting Corvetto è uno dei principali attori coinvolti in questa battaglia legale, dichiarando la sua intenzione di lottare per mantenere il proprio spazio e il valore della propria eredita sportiva e sociale.

La situazione della Sporting Corvetto e il contesto storico

Situata in via Fabio Massimo, la Dag Sporting Corvetto è in funzione dal 1971. Questo impianto sportivo ha rappresentato un punto di riferimento per la comunità locale, formando giovani atleti e creando occasioni di socializzazione. Tuttavia, con l’avviso di sfratto ricevuto dal Comune, i membri della società esprimono il loro forte disappunto. Alessandra Maria Cantoni, membro del direttivo e figlia del fondatore, attacca: «Questo sfratto distrugge un patrimonio sportivo e sociale costruito con sudore e investimenti negli anni». La paura è che una scelta di questo tipo da parte dell’amministrazione comunale possa compromettere più di cinquant’anni di attività e di impegni nei confronti della comunità.

Il territorio interessato dallo sfratto comprende oltre 360 mila mq, gran parte dei quali è attualmente ancora verde. Nel 2013, l’ex Consorzio Milano Cremona Po aveva ceduto questa vasta area al Comune. Prima dell’intervento di Palazzo Marino, questa zona era considerata come un potenziale hub per attività sportive e ricreative, nonché un polmone verde per la comunità. Tuttavia, la situazione è cambiata: ciò che sembrava un’area promettente è ora in balia della negligenza e dell’abbandono, contribuendo ad una crescente sensazione di incertezza tra le società sportive.

Le opzioni del Comune: riqualificazione e nuove opportunità

Palazzo Marino ha giustificato la propria azione sostenendo che l’area necessita di una riorganizzazione e di un intervento decisivo. L’assessore alla Rigenerazione urbana, Giancarlo Tancredi, ha messo in evidenza l’importanza di un progetto di valorizzazione che possa ridefinire l’assetto territoriale. L’interesse del Comune è quello di ristabilire ordine in una zona che, a sua detta, è stata lasciata in uno stato di disordine e declino. La proposta di riqualificazione implica non solo la liberazione dei terreni attuali occupati, ma anche una visione strategica per il futuro, che include sia attività sportive sia edilizie.

Recentemente, l’area ha suscitato l’interesse di gruppi privati per la possibile trasformazione in nuove costruzioni, inclusi progetti di housing sociale, vista la sua ubicazione strategica. Tuttavia, ciò ha sollevato preoccupazioni tra le società sportive locali, che temono una definitiva perdita del loro spazio operativo a favore dello sviluppo residenziale.

Le ragioni della contesa legale e il ruolo del Tar

Fino ad oggi, la battaglia legale ha visto il Tar della Lombardia intervenire. Questo tribunale ha emesso una sospensione sull’ingiunzione di sfratto per i centri tennistici coinvolti, in attesa di un chiarimento giuridico. Entrambi i centri, il Sporting Corvetto e il Tennis dei Pini, hanno deciso di agire legalmente per controbattere all’ingiunzione, evidenziando il problema di gestione e manutenzione dei terreni. La caoticità della situazione è accentuata da problemi infrastrutturali: uno dei centri, il Tennis dei Pini, è stato flagellato da un allagamento che ha messo fuori uso i suoi campi.

Sebbene il Tar abbia rimandato la questione a un giudice ordinario, la situazione rimane precaria. Le società hanno lamentato di aver investito somme significative nella cura delle proprie strutture, e ora si trovano a dover fronteggiare l’inevitabilità di uno sfratto. Con un’accurata documentazione a supporto delle loro argomentazioni, i gestori sperano di far valere i loro diritti, mentre il Comune ribadisce la necessità di recuperare il pieno controllo sulla zona e di creare spazi pubblici rinnovati.

Gli effetti sulla comunità locale e il futuro incerto

Questa disputa legale non ha soltanto ripercussioni legali, ma sta avendo anche un forte impatto sociale tra i membri comunitari. Negli ultimi mesi, l’incertezza ha preso piede: tre dei sei maestri di tennis della società hanno già lasciato i loro incarichi, con la scuola di tennis che ha visto la propria iscrizione drasticamente ridotta. La mancanza di prospettive ha generato apprensione tra gli sportivi e i sostenitori, aumentando il clima di instabilità emotiva e operativa.

Le ricadute di una eventuale decisione negativa per le società sportive potrebbero essere devastanti non solo a livello economico, ma anche in termini di coesione sociale. Gli impianti sportivi non sono solo luoghi di attività fisica, ma anche spazi di aggregazione e incontro, vitali per la salute e il benessere della comunità. Questo scenario evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo urbano e la preservazione della vitalità sociale rappresentata dalle attività sportive storiche.

In un contesto di continui cambiamenti e interventi urbanistici, la sfida sta nel preservare le identità locali e garantire che le tradizioni sportive non vengano sacrificati in nome del progresso. La battaglia continua e l’esito di questa contesa legale potrebbe avere effetti significativi per il futuro della zona e per la comunità del Corvetto.