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Veneto: il dibattito sull’assicurazione catastrofale tra alluvioni e investimenti aziendali

Veneto: il dibattito sull'assicurazione catastrofale tra alluvioni e investimenti aziendali - Bagolinoweb.it

Le recenti ondate di maltempo che hanno colpito il Veneto, caratterizzate da piogge incessanti e allagamenti, hanno sollevato polemiche nella sfera economica e politica regionale. Confindustria ha accentuato il dibattito sull’obbligo di assicurazione catastrofale per le imprese, supportando la necessità di proteggere gli investimenti aziendali in territori gravemente colpiti dai cambiamenti climatici. Le dichiarazioni di Emanuele Orsini, presidente nazionale di Confindustria, e il contributo di altri imprenditori locali hanno messo in luce le preoccupazioni riguardanti i costi aggiuntivi e le possibili disuguaglianze che questa legge potrebbe causare.

Il rischio di una desertificazione imprenditoriale

Il presidente Orsini ha lanciato un chiaro avviso per le imprese operanti nelle aree colpite da calamità naturali. La proposta di un’assicurazione obbligatoria, pur avendo come obiettivo la protezione delle attività, potrebbe spingere molte industrie a ritirarsi da queste zone o ad evitare nuovi investimenti. Un simile scenario potrebbe dunque portare a una desertificazione economica, lasciando le aree vulnerabili ancor più esposte ai disastri. Cita come esempio i territori dell’Emilia Romagna e del Veneto, che hanno già affrontato gravi danni a causa delle recenti calamità. La necessità di una polizza potrebbe diventare un deterrente, portando le aziende a considerare alternative e a disinvestire nei territori più rischiosi.

Vincenzo Marinese, vice di Orsini e imprenditore veneziano, condivide queste preoccupazioni. Egli sottolinea che l’introduzione di obblighi di questo tipo non deve essere trattata alla stessa stregua delle assicurazioni auto obbligatorie. Secondo lui, la questione dovrebbe essere affrontata in maniera più specifica, considerando che in caso di danni personali o aziendali, il rischio deve essere gestito in modo differente. Marinese insiste sulla necessità di proteggere il territorio attraverso opere pubbliche piuttosto che caricare le aziende di costi onerosi.

Le aspettative per il decreto attuativo e i negoziati futuri

A pochi mesi dall’entrata in vigore della legge di Bilancio 2024, che prevede l’obbligo di assicurazione catastrofale a partire dal primo gennaio 2025, le aspettative nella comunità imprenditoriale sono alte. Confindustria sta cercando di negoziare condizioni più favorevoli attraverso un confronto con il governo. Il decreto attuativo, che è ancora in fase di elaborazione, rappresenta il fulcro di queste discussioni.

Secondo il ministero del Made in Italy, questa norma interesserà tutte le aziende con sede legale in Italia, coprendo i danni causati da calamità naturali a beni aziendali iscritti a bilancio. La stima dell’ANIA segnala che circa quattro milioni e mezzo di entità potrebbero essere coinvolte in tutta Italia, con circa 360mila operanti in Veneto. Le conseguenti preoccupazioni riguardano i tassi assicurativi, che potrebbero risultare proibitivi per le micro e piccole imprese.

La comunità imprenditoriale è in attesa di chiarimenti da parte del governo su come saranno distribuiti i fondi pubblici in relazione a questi obblighi. Critiche sono già emerse riguardo alla tempistica e alle modalità di applicazione della polizza, in particolare per le piccole imprese. Le aziende più vulnerabili si preoccupano di come gestire questo ulteriore carico finanziario senza compromettere la loro sostenibilità economica.

Il ruolo del Fondo di Solidarietà e le politiche regionali

Il governatore Luca Zaia ha ripreso le sue posizioni storiche in merito all’assicurazione catastrofale, proponendo alternative al sistema attuale. Zaia ha ricordato la sua esperienza con il Fondo di Solidarietà, un meccanismo che prevede un contributo statale sui premi assicurativi, garantendo così ai privati e alle aziende un supporto per la copertura contro i rischi come la grandine.

Questa proposta scaturisce dall’impegno di trovare un equilibrio tra la responsabilità individuale degli imprenditori e la necessità di proteggere gli interessi collettivi della comunità. Inoltre, a fronte della preoccupante bassa percentuale di imprese già assicurate contro le calamità, che è solo del 4% tra le micro imprese e del 19% tra le piccole aziende, appare evidente la necessità di misure strategiche per incentivare le assicurazioni senza rendere il sistema insostenibile.

L’orientamento di Zaia si rivolge sia alle imprese sia ai cittadini, evidenziando che il futuro delle politiche assicurative in Veneto dovrà tener conto delle specificità locali, affrontando in modo diretto le problematiche sollevate dagli eventi climatici estremi. Queste considerazioni pongono interrogativi sulle modalità di implementazione delle nuove norme e sul reale beneficio che potranno apportare all’economia regionale in un contesto di crescente vulnerabilità.

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