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Tasso di affluenza alle urne in Tunisia segna un nuovo record negativo: le elezioni di oggi sotto la lente

Tasso di affluenza alle urne in Tunisia segna un nuovo record negativo: le elezioni di oggi sotto la lente - Bagolinoweb.it

La recente tornata elettorale in Tunisia ha attirato l’attenzione di osservatori e media nazionali e internazionali, amplificando un tema cruciale per il futuro del paese nordafricano: l’astensionismo. Il presidente dell’Autorità Elettorale, Farouk Bouasker, ha descritto la partecipazione al voto di domenica come “rispettabile“. Tuttavia, il dato denota un tasso di affluenza estremamente basso, il più ridotto dalla cosiddetta primavera araba, evidenziando disillusioni che permangono dopo oltre un decennio di sperimentazione democratica.

Un afflusso ai seggi deludente

Nonostante le dichiarazioni ottimistiche di Bouasker, il tasso di partecipazione si attesta sotto il 30%, un segnale inconfondibile della sfiducia nei confronti del processo elettorale. Questo dato fa eco a una tendenza crescente tra i cittadini tunisini, che sembrano distaccarsi dalla politica e dalle istituzioni democratiche a causa dell’assenza di reali progressi verso i diritti civili e la governance partecipativa. Gli attivisti e i commentatori avvertono che tale disinteresse potrebbe compromettere la già fragile democrazia del Paese, mentre il presidente Kais Saied si prepara a ottenere una vittoria elettorale in un contesto di profonda insoddisfazione sociale.

L’opposizione al governo, escludendo molti candidati dalle liste per le elezioni, aveva lanciato un appello al boicottaggio del voto. Una mossa che, secondo i risultati preliminari, sembra aver avuto un impatto significativo sull’affluenza. Questo contesto politico complicato si traduce nella mancanza di una rappresentanza significativa e di una moltitudine di voci che possano contribuire a un dibattito pubblico costruttivo.

Il contesto storico della transizione democratica

A seguito della caduta del dittatore Zine El Abidine Ben Ali nel 2011, la Tunisia era considerata il “modello” di democrazia emergente nel mondo arabo. La speranza di un futuro migliore, caratterizzato da diritti umani e libertà politiche, sembrava a portata di mano. Tuttavia, il percorso verso una democrazia pienamente funzionante si è rivelato irto di ostacoli. La transizione ha infatti faticato a decollare, segnando un periodo di instabilità politica e aggravamento della crisi economica, fattori che hanno fortemente influito sull’orientamento degli elettori.

Negli anni, diversi governi si sono succeduti, ma senza riuscire a mantenere le promesse fatte nei riguardi della cittadinanza. L’inefficienza nella gestione delle risorse, la corruzione e l’aumento della disoccupazione hanno contribuito a un’atmosfera di crescente sfiducia. Nella mente di molti tunisini, i risultati delle ultime elezioni sono una triste conferma che le speranze di cambiamento e rinnovamento rimangono in larga misura incompiute.

Il futuro del governo di Kais Saied

Il presidente Kais Saied, al potere dal luglio 2021, ha intrapreso una politica di centralizzazione del potere che solleva interrogativi sulla sua legittimità democratica. La sua attuazione di misure autoritarie ha attirato critiche da parte di organizzazioni per i diritti umani e di osservatori internazionali, preoccupati per la direzione intrapresa dal Paese.

Se i dati preliminari delle elezioni attuali confermassero un’alta percentuale di consenso per Saied, superiore all’89%, non si deve dimenticare che queste elezioni si sono svolte in un contesto di severo controllo delle libertà politiche e civiche. Le voci dissenzienti sono state represse e il numero ridotto di candidati ha ostacolato una competizione elettorale sia giusta che democratica.

Con un futuro politico incerto, la Tunisia è in una fase delicata, dove le scelte fatte da Saied avranno un impatto diretto non solo sulla sua presidenza, ma sull’intero panorama socio-politico del Paese. Riuscirà la Tunisia a risollevarsi dalle ceneri dell’astensionismo e a recuperare la fiducia dei suoi cittadini? La risposta è ancora da scrivere.

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