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Studenti rifugiati in cerca di opportunità: il 66% sogna di lavorare in Italia

Studenti rifugiati in cerca di opportunità: il 66% sogna di lavorare in Italia - Bagolinoweb.it

Un recente convegno tenutosi presso l’Università Lumsa ha messo in luce i risultati di un questionario volto a indagare il vissuto di studenti universitari, richiedenti e beneficiari di protezione internazionale, iscritti in 35 atenei italiani. Questi dati rivelano che, nonostante le difficoltà, la maggioranza di essi ha un forte desiderio di integrarsi e di costruirsi un futuro lavorativo in Italia. Tuttavia, le sfide legate alla discriminazione, alla comunicazione e al supporto strutturale rappresentano ostacoli significativi nel loro percorso di inclusione.

Discriminazione e difficoltà relazionali: un quadro allarmante

Dai risultati del questionario emerge un quadro preoccupante in merito alla percezione di discriminazione tra gli studenti intervistati. Il 46% degli studenti afferma di sentirsi discriminato, un dato che evidenzia l’urgenza di fare luce su questo fenomeno all’interno degli spazi accademici. Tuttavia, sorprendentemente solo il 6% degli intervistati segnala che tale discriminazione abbia luogo nel contesto universitario. L’analisi approfondita suggerisce che la discriminazione si avverte maggiormente tra gli studenti di origine asiatica e africana, probabilmente a causa di fattori legati all’apparenza fisica.

Aggiungendo un ulteriore livello di complessità, il 35% degli studenti ha dichiarato di avere difficoltà nel creare relazioni significative con i loro coetanei. Solo il 22% dei partecipanti al questionario percepisce che ci siano colleghi pronti ad offrire ascolto e supporto in caso di problemi personali. Queste problematiche relazionali non fanno altro che amplificare il senso di isolamento e vulnerabilità di molti studenti, aumentando il bisogno di misure e interventi che possano promuovere una reale inclusione sociale e accademica.

Sfide finanziarie e linguistiche: l’importanza del supporto accademico

Le difficoltà economiche si rivelano essere una delle sfide più insistenti per il 30% degli studenti interpellati. Un tema ricorrente è la mancanza di supporto adeguato nella gestione delle borse di studio, che spesso si traduce in uno scarso accesso alle risorse economiche necessarie per sostenere il percorso universitario. Accanto a questo, il 21% degli studenti ha messo in evidenza le difficoltà legate alla comprensione e all’uso della lingua italiana, che rappresentano una barriera critica nel processo di integrazione.

La conoscenza dell’italiano si rivela essere una delle principali difficoltà per l’inserimento accademico: il 37% dichiara di avere un livello base nella lingua, mentre solo il 21% dispone di competenze linguistiche avanzate. Per quanto riguarda l’inglese, le percentuali sono decisamente più elevate, con il 62% che si considera in grado di comunicare a un livello avanzato. Questi dati suggeriscono l’importanza di implementare corsi intensivi di lingua e programmi di tutoraggio per facilitare l’inserimento degli studenti nel contesto universitario italiano.

Un’emergenza educativa: l’importanza delle borse di studio

Le borse di studio rivestono un ruolo cruciale nel sostenere gli studenti rifugiati durante il loro percorso accademico. La maggior parte degli studenti beneficiari ha infatti potuto contare su tali aiuti economici, ma rimangono significative le barre per l’accesso a queste opportunità. La scarsa conoscenza delle possibilità di finanziamento e la complessità delle procedure sono tra i motivi principali per cui non hanno potuto usufruire di borse di studio.

Le borse offerte dalle università, che coprono quasi la metà dei casi, dimostrano l’importanza del coinvolgimento delle istituzioni accademiche nel supportare gli studenti. Progetti come Unicore e Mediterraneo si pongono come iniziative fondamentali che potrebbero garantire una continuità educativa e una maggiore inclusione. Tuttavia, l’assoluta mancanza di comunicazione da parte del Ministero dell’Interno riguardo le borse di studio per il nuovo anno accademico ha destato preoccupazione tra le università, lasciando gli studenti in uno stato di incertezza.

Una comunità in crescita: provenienza e aspirazioni degli studenti

L’analisi demografica degli studenti partecipanti al questionario ha rivelato un prevalente numero di partecipanti di nazionalità afghana e ucraina , seguiti da una minoranza con origini congolesi . Queste statistiche rispecchiano le recenti dinamiche migratorie in Italia, influenzate dagli eventi geopolitici che hanno costretto milioni di persone a lasciare i propri paesi. Non solo le nazionalità, ma anche il genere gioca un ruolo significativo: la maggior parte degli studenti afghani è di sesso maschile , mentre le donne costituiscono il 71% degli studenti ucraini.

Malgrado le sfide apposte dal contesto italiano, due terzi degli studenti non lavorano, ma la maggioranza di essi ha espresso il desiderio di rimanere e contribuire attivamente alla società italiana. Il 35% esprime interesse a trovare lavoro nelle proprie aree di studio dopo la laurea, mentre un ulteriore 26% desidera conciliare professione e studio. Tuttavia, le esperienze lavorative pratiche legate al percorso di studi rappresentano ancora un’area di grande difficoltà, evidenziando la necessità di strategie più inclusive e di sostegno per facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro.

Le esperienze quotidiane di questi studenti rendono evidente che, nonostante le difficoltà e le disuguaglianze che affrontano, la loro determinazione e resilienza possono contribuire positivamente alla società italiana, portando con sé competenze e culture diverse in un contesto accademico e lavorativo che si sta evolvendo.

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