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Strage familiare a Nuoro: le ultime notizie sulle autopsie e le indagini

Strage familiare a Nuoro: le ultime notizie sulle autopsie e le indagini - Bagolinoweb.it

Le recenti tragedie di violenza domestica stanno scuotendo l’Italia, e la strage avvenuta a Nuoro ha colpito profondamente la comunità. L’ospedale Brotzu di Cagliari è attualmente il luogo dove si stanno svolgendo le autopsie su tre delle cinque vittime di questo orrendo crimine. Gli inquirenti stanno tentando di fare luce su un delitto che ha scioccato tutti, tra indagini in corso e testimonianze drammatiche da parte dei superstiti.

Le autopsie e le vittime della strage

Le autopsie sono state affidate al medico legale Roberto Demontis, che sta esaminando i corpi dell’omicida, Roberto Gleboni, della moglie Giusi Mussetti e della figlia Martina. Gli indizi raccolti fino adesso rivelano un evento tragico, con l’omicida che ha utilizzato una pistola da 7,65 mm, sparando ripetutamente alla testa delle sue vittime. Gli esami su Francesco, il figlio minore di 10 anni, e sul vicino di casa Paolo Sanna, sono previsti per il 29 settembre. Questi ultimi due sono morti nell’ospedale tra mercoledì e giovedì, aumentando il dramma della situazione.

Le prime evidenze indicano che Roberto Gleboni ha sparato quattro colpi alla moglie, causando un’agonia terribile, mentre la figlia Martina ha subito un colpo fatale. Paolo Sanna, il vicino, è stato colpito in modo casuale, trovandosi nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Questo dettagliato resoconto di eventi ci porta a riflettere sulle complesse dinamiche familiari che hanno potuto condurre a tale devastazione.

Il tragico viaggio di Gleboni verso la morte

Dopo aver commesso l’irragionevole omicidio della sua famiglia, Roberto Gleboni ha percorso circa quattro chilometri in auto per raggiungere la casa della madre, Maria Esterina Riccardi. Qui, ha tentato di togliere anche la vita alla donna che, fortunatamente, è sopravvissuta all’aggressione e attualmente è ricoverata presso l’ospedale San Francesco di Nuoro. Le indagini sono ostacolate dalla sua condizione di salute, che le impedisce di rilasciare dichiarazioni agli investigatori.

Le modalità della strage sono inquietanti: utilizzando armi da fuoco detenute legalmente, Gleboni ha mostrato una marcata intenzione di eliminare qualsiasi membro familiare, un dato che getta luce su una seria preoccupazione per la salute mentale dell’individuo. La fortuna ha assistito il suo fratello Antonio, che non era in casa al momento della tragedia. Il giorno del crimine, il 52enne ha sparato quasi due caricatori da 12 colpi, dimostrando una lucida volontà di non lasciare testimoni.

La narrazione del superstite e l’indagine in corso

Il giovane figlio di 14 anni, unico rimasto in vita, ha fornito una testimonianza agghiacciante agli investigatori. Dopo essere stato ferito, ha simulato la propria morte rimanendo immobile, consentendo all’omicida di andarsene. Il suo racconto, raccolto mentre si trovava in ospedale, ha fornito informazioni cruciali sugli eventi di quella tragica notte.

Urlavano tutti,” ha detto il ragazzo, mentre frasi di orrore e angoscia riecheggiavano nel suo racconto. Le forze dell’ordine, giunte rapidamente, hanno trovato un ambiente di pura devastazione. L’interrogatorio del 14enne è durato per tre ore, nel tentativo di ricostruire la dinamica della tragedia. Le domande su cosa abbia spinto Gleboni a questo atto estremo rimangono ancora senza risposta.

La ricerca di un movente e indagini in corso

Le autorità competenti sono attivamente impegnate nella ricerca del movente dietro questa strage familiare. Finora, gli inquirenti stanno analizzando informazioni relative a telefonini e computer per cercare indizi che possano chiarire i motivi dell’omicidio, inclusi possibili problemi economici della famiglia o conflitti personali.

Le cartelle sanitarie e i profili patrimoniali saranno esaminati attentamente, così come le testimonianze di amici e conoscenti. É emersa una figura di Gleboni descritta come opprimente, con tendenze di controllo, che potrebbe avere influenzato il delicato equilibrio della vita familiare. Gli esami tossicologici sono stati richiesti per chiarire lo stato dell’omicida al momento del crimine, ma ci sarà bisogno di tempo per ricevere i risultati definitivi.

La comunità di Nuoro, colpita e sgomenta, si stringe attorno ai pochi superstiti di questa violenza inaccettabile, mentre le indagini continuano a svelare un dramma dalle molteplici sfaccettature.