Il recente decreto del Ministero della Transizione Ecologica , datato 23 luglio, introduce l’Energy Release, una misura che promette di stravolgere il panorama energetico per oltre 3.800 imprese energivore italiane. Grazie a questa iniziativa, le aziende potranno ridurre i costi energetici fino a un terzo dei consumi annuali nei prossimi tre anni e reinvestire in progetti di energia rinnovabile. Una grande partecipazione delle imprese sarà cruciale per massimizzare i benefici di questa misura, come è emerso in un convegno tenutosi presso la sede di Confindustria a Roma.
La misura del decreto: come funziona l’Energy Release
L’Energy Release permette alle imprese energivore di richiedere un’anticipazione di energia elettrica a prezzi calmierati per un periodo di tre anni. Questa misura è applicabile a quelle aziende che decidono di investire nella creazione di impianti a fonti rinnovabili. In particolare, le ditte sono autorizzate a ricevere fino al 50% dell’energia elettrica che i loro impianti a rinnovabili genereranno, sempre a prezzi stabiliti dallo Stato. Dopo la fruizione di questo anticipo, le aziende sono tenute a restituire l’energia allo Stato in un arco temporale di venti anni, mantenendo il medesimo prezzo di riferimento.
Durante il convegno, il Ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto, ha sottolineato che, grazie all’Energy Release, verranno garantiti dai 20 ai 25 Terawattora di energia all’anno per tre anni. Questo rappresenta un passo significativo verso una maggiore sostenibilità e una gestione più efficiente delle risorse energetiche in Italia, mirando a ridurre il gap competitivo con i mercati esteri.
Risorse e settori coinvolti: chi beneficia dell’Energy Release
Le imprese energivore in Italia sono circa 3.800 e comprendono una vasta gamma di settori industriali. Tra le grandi aziende, circa 400 sono classificate come tali, mentre le piccole e medie imprese rappresentano una quota significativa con 3.400 unità. I settori coinvolti spaziano dall’alimentare al chimico-farmaceutico, dall’automotive alle telecomunicazioni, senza dimenticare l’industria petrolchimica e della raffinazione. Altri settori come il tessile, il vetro, la ceramica, il cemento, oltre alla lavorazione di materiali come legno, metalli, gomma e plastica, rientrano nel perimetro di questa iniziativa.
Questa misura è particolarmente significativa in un contesto in cui l’Italia deve affrontare costi energetici crescenti rispetto agli altri paesi europei. Le statistiche mostrano che il prezzo dell’elettricità in Italia ha superato di gran lunga quello in altri stati dell’UE. Le politiche messe in atto da Mase intendono non solo sostenere le aziende nella transizione energetica, ma anche migliorare la competitività del sistema industriale italiano nel contesto europeo.
La sfida competitiva e l’appello di Confindustria
Aurelio Regina, delegato del presidente di Confindustria per l’Energia, ha messo in evidenza una problematica cruciale per le aziende italiane: i differenziali di prezzo dell’elettricità rispetto alle borse elettriche di altri paesi. Secondo le ultime stime, il prezzo dell’elettricità in Italia ha raggiunto i 128,44 euro al Megawattora, un aumento del 57% rispetto alla Germania, del 41% rispetto alla Spagna, e un incremento sorprendente del 135% rispetto alla Francia. Tali differenze mettono sotto pressione le aziende italiane, creando una competizione sfavorevole.
In questo contesto, l’Energy Release offre un’opportunità concreta di alleggerire quella pressione competitiva. Il successo di questa misura, tuttavia, dipenderà dalla partecipazione attiva e dall’interesse delle aziende energivore che dovranno mobilitarsi per approfittare dei vantaggi offerti. Promuovere una cultura della sostenibilità e dell’innovazione energetica è fondamentale e l’Energy Release rappresenta un passo in avanti significativo in questa direzione, a patto che vengano raggiunti gli obiettivi di adesione prefissati.
Un appello alla collaborazione e alla partecipazione delle imprese è, quindi, essenziale affinché questa misura possa produrre risultati tangibili e ridurre i costi energetici a lungo termine.