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Sequestrati richiami acustici per bracconaggio: i Carabinieri intensificano i controlli in Abruzzo

Sequestrati richiami acustici per bracconaggio: i Carabinieri intensificano i controlli in Abruzzo - Bagolinoweb.it

Recentemente, i Carabinieri del nucleo di Torricella Peligna, situato nella provincia di Chieti, hanno intensificato i controlli notturni per combattere il fenomeno del bracconaggio. Durante operazioni mirate, sono stati sequestrati diversi dispositivi acustici illeciti utilizzati per la cattura di avifauna migratoria. Queste azioni si collocano nel contesto di una battaglia più ampia per la tutela della fauna selvatica e la preservazione dell’equilibrio ecologico.

I dettagli del sequestro

Il sequestro si è svolto in diverse località dei comuni di Torricella Peligna, Colledimacine e Lettopalena, aree rinomate per il loro ricco passaggio di specie migratorie. I Carabinieri hanno rinvenuto tre richiami acustici di tipo elettromagnetico, illegalmente posizionati in prossimità di zone con alta densità di volatili migratori. Il materiale sottratto comprendeva tre altoparlanti, tre batterie per il funzionamento, tre timer digitali per la regolazione dell’accensione e dello spegnimento, un amplificatore stereo e equalizzatori, tutti equipaggiati con una chiavetta USB contenente il verso della quaglia .

Tali dispositivi sono stati progettati per attrarre avifauna sfruttando suoni artificiali, una pratica che, sebbene particolarmente efficace, è severamente vietata dalle normative vigenti in materia di caccia. Nonostante le operazioni di sorveglianza si siano protratte per diverse ore, i militari non sono riusciti a identificare i responsabili dell’illecito. Tuttavia, i controlli non si fermeranno qui; l’Arma dei Carabinieri annuncia che sono previsti ulteriori accertamenti e pattugliamenti nelle aree colpite dal fenomeno del bracconaggio.

La legge contro l’uso di richiami acustici

Il ricorso a richiami acustici elettromagnetici per la caccia all’avifauna integra una violazione diretta delle leggi italiane, in particolare dell’articolo 21, comma primo, lettera e della legge 11 febbraio 1992, numero 157. Questa normativa vieta esplicitamente l’uso di mezzi considerati dannosi per la fauna selvatica, con severe sanzioni penali e sommesse amministrative. In caso di violazione, è prevista una pena pecuniaria e la confisca di tutti gli strumenti di cattura utilizzati illegalmente.

I Carabinieri Forestale, in una nota ufficiale, hanno ribadito l’importanza di queste operazioni di controllo e sensibilizzazione, sottolineando come la protezione delle specie migratorie rappresenti un obbligo per tutti. La caccia illegale non solo mette a rischio le popolazioni di uccelli, ma altera anche gli ecosistemi locali, compromettendo la biodiversità e il benessere dell’intera comunità.

In attesa di sviluppi ulteriori sulle indagini e di una risposta da parte delle autorità competenti, l’attenzione rimane alta, con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio naturale e promuovere pratiche di caccia sostenibili nel rispetto delle normative.