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Sciopero nazionale per il settore automotive: le rivendicazioni di Uil e Uilm

Sciopero nazionale per il settore automotive: le rivendicazioni di Uil e Uilm - Bagolinoweb.it

Il 18 ottobre 2023, il settore automotive italiano è stato scosso da uno sciopero nazionale indetto da Fiom, Uilm e Fim, volto a chiedere a Stellantis di implementare un piano strategico che rispetti gli impegni presi e rilanci l’industria dell’auto, includendo anche i fornitori di componentistica. Queste problematiche sono state discusse in un’assemblea generale del settore automotive a Melfi, dove i rappresentanti sindacali hanno evidenziato le loro preoccupazioni riguardo al futuro degli stabilimenti italiani, in particolare a Melfi.

Le preoccupazioni per gli stabilimenti di Stellantis

Negli ultimi mesi, i sindacati, in particolare Uil e Uilm, hanno manifestato crescente apprensione riguardo la situazione degli stabilimenti Stellantis in Italia. La mancanza di un dialogo fruttuoso tra sindacati, azienda e governo ha portato a tensioni che culminano nello sciopero del 18 ottobre. Vincenzo Tortorelli e Marco Lomio, segretari regionali della Uil e Uilm, hanno sottolineato l’urgenza di un incontro presso la Presidenza del Consiglio per chiarire gli impegni che Stellantis e il governo hanno assunto nei confronti dei lavoratori e dei sindacati.

Tortorelli e Lomio hanno anche sottolineato il ruolo cruciale che deve svolgere la Giunta Regionale, richiedendo un maggiore coinvolgimento e un miglioramento della concertazione con le sigle sindacali. Durante l’assemblea, è stato affermato che il rilancio dell’area di crisi dell’indotto automotive di Melfi, Rionero e Potenza necessita della convocazione di un tavolo di crisi a Roma, per progettare un piano condiviso che affronti le difficoltà del settore e garantisca il posto di lavoro per i dipendenti.

Le sfide del settore automotive

L’industria automotive italiana si trova attualmente in una fase critica, caratterizzata da un rallentamento dei mercati sia a livello nazionale che internazionale. In particolare, la transizione verso l’auto elettrica ha creato una serie di sfide per i produttori e i lavoratori. I rappresentanti sindacali hanno affermato che è necessario gestire questa trasformazione nelle sedi istituzionali, affinché si possano garantire opportunità di lavoro e sostenere i livelli occupazionali.

Uil e Uilm hanno ribadito la necessità che la Regione Basilicata e le aziende coinvolte partecipino attivamente ai tavoli nazionali per gestire la transizione in modo efficace. È fondamentale elaborare un percorso sindacale che preveda sia azioni di protesta che proposte concrete per il presente e il futuro del distretto automotive di Melfi. I sindacati ritengono che affrontare il cambiamento possa trasformarsi in un’opportunità per il territorio, concretizzando il potenziale di crescita e sviluppo.

I diritti dei lavoratori e le prospettive future

Un aspetto centrale della discussione è il dovere di garantire certezze ai lavoratori in un contesto di incertezze economiche. I leader sindacali hanno espresso il timore che le multinazionali, pur ricevendo sostegni pubblici, possano continuare a delocalizzare senza vincoli, chiedendo che gli aiuti siano subordinati al rispetto di regole chiare. Tortorelli e Lomio hanno insistito sull’importanza di rivedere alcune misure del Green Deal specificamente per il settore automotive, affinché esse possano supportare efficacemente lavoratori e aziende durante questa fase di trasformazione.

Al contempo, è necessario promuovere politiche industriali che favoriscano un equilibrio tra sviluppo economico, occupazione e coesione sociale. Pertanto, i sindacati hanno avanzato la proposta di istituire un Fondo nazionale o un programma Sure italiano che possa fornire supporto finanziario alle aziende per gli investimenti e aiutare i lavoratori a gestire la transizione verso un futuro sostenibile. Queste azioni sono viste come imprescindibili per costruire un futuro solido per il settore automotive e i suoi lavoratori.

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