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Rivelazioni allarmanti sul caso Kemipol: il passato dell’azienda e il recente incendio a Scerne

Rivelazioni allarmanti sul caso Kemipol: il passato dell’azienda e il recente incendio a Scerne - Bagolinoweb.it

Il drammatico incendio che ha colpito la Kemipol di Scerne di Pineto ha riacceso l’attenzione su un inquietante dossier risalente al 2021. Il Forum H2O ha reso pubblico un documento del Comitato di Valutazione di Impatto Ambientale della Regione Abruzzo, il quale evidenziava gravi criticità legate all’impatto ambientale dell’impianto chimico. Queste rivelazioni pongono interrogativi non solo sulla sicurezza di tali strutture, ma anche sulla gestione ambientale e le procedure di approvazione degli insediamenti industriali nella regione.

La storia di Kemipol e l’ampliamento dei serbatoi

Nel 2021, la Kemipol aveva avviato una procedura per aumentare la capacità di stoccaggio di solventi, passando da 1.300 mc a 2.100 mc. Questo progetto, tuttavia, si era scontrato con diversi ostacoli burocratici. La richiesta di ampliamento era accompagnata da uno studio preliminare ambientale redatto dall’ingegner Giovanna Brandelli, ma i funzionari della Regione Abruzzo avevano sollevato preoccupazioni significative.

In particolare, i funzionari avevano messo in evidenza la vulnerabilità dell’area, già colpita da eventi ambientali avversi, come incendi e inquinamento delle falde acquifere. La Kemipol ricade in una zona ad alto rischio, e i dubbi sollevati riguardavano principalmente la distanza dal fiume Vomano e gli aspetti idrogeologici connessi alla presenza di sostanze tossiche. Per rispondere a queste criticità, l’azienda si era trovata costretta a fornire documentazione integrativa.

Il 4 maggio 2021, in occasione di un incontro del Comitato VIA, il tecnico del Comune di Pineto, Donato D’Evangelista, aveva chiesto chiarimenti sulle misure di gestione e prevenzione delle emergenze. Era fondamentale comprendere quali protocolli la Kemipol avesse messo in atto per gestire le sostanze pericolose, in caso di incidenti. Inoltre, era emersa l’assenza di un sistema per la raccolta e il trattamento delle acque piovane, un elemento essenziale per garantire la sicurezza ambientale.

Criticità ambientali e indagini richieste

Il dossier del Comitato VIA non si limitava a domande di carattere procedurale, ma lanciava anche un chiaro allerta su rischi concreti per l’ambiente e la salute pubblica. La richiesta di effettuare campagne di monitoraggio specifiche sul sito si basava sui risultati delle indagini condotte dall’ARTA Abruzzo, che avevano rilevato la presenza di sostanze chimiche nella falda sotterranea nelle vicinanze di Scerne. Queste informazioni avevano alimentato il timore che l’avanzamento del progetto potesse ulteriormente compromettere la qualità delle acque e incrementare i rischi per la popolazione locale.

Tra le problematiche sollevate dal Comitato si evidenziava che l’investimento previsto dalla Kemipol avrebbe comportato ingenti volumi di sostanze infiammabili e tossiche. La documentazione richiesta comprendeva anche informazioni riguardanti la profondità di interramento dei serbatoi rispetto alla falda acquifera, le caratteristiche costruite e le procedure di verifica della loro integrità. Tali informazioni erano cruciali per minimizzare i rischi di contaminazione ambientale.

La decisione finale del Comitato aveva previsto il rinvio della proposta di ampliamento alla valutazione di impatto ambientale, un iter più complesso e approfondito, segno che le preoccupazioni erano tutt’altro che infondate.

La mancata prosecuzione della gestione ambientale

Nonostante i segnali di allerta, il Forum H2O ha rilevato che, visitando il sito del Comitato VIA, non si sono trovati documenti successivi a quelli del 2021. Questo porta a credere che la Kemipol non abbia proseguito con l’iter di Valutazione di Impatto Ambientale, lasciando in sospeso le preoccupazioni già manifestate. Mancando una fase pubblica del processo, l’opacità della situazione ha suscitato ulteriori interrogativi sul rispetto delle normative ambientali da parte dell’azienda.

Il Forum H2O ha, pertanto, sollecitato la Procura a effettuare un’indagine approfondita sull’operato della Kemipol prima del tragico incendio. È fondamentale stabilire se l’azienda avesse rispettato tutte le normative relative alla gestione dei prodotti chimici, la conformità dell’impianto e le misure di sicurezza anti-incendio. In questo contesto, le autorità devono garantire un monitoraggio continuo delle matrici ambientali: aria, suolo e acque.

È essenziale promuovere, inoltre, la messa in sicurezza immediata dell’area colpita dall’incendio, integrando misure di bonifica rapide ed efficaci, considerando la possibile contaminazione da materiali pericolosi, incluso l’amianto. La situazione rimane delicata e richiede un’attenzione costante per tutelare la salute dei cittadini e la protezione dell’ambiente nella regione.