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Ritrovata tartaruga esotica: l’operazione di salvataggio a Bari

Ritrovata tartaruga esotica: l'operazione di salvataggio a Bari - Bagolinoweb.it

Un ritrovamento sorprendente ha scosso il giardino Baden Powell di Bari martedì 24 settembre. Una tartaruga esotica, appartenente alla specie Trachemys Scripta, è stata trovata in condizioni critiche, scatenando una risposta immediata da parte delle autorità locali e delle associazioni ecologiste. Questo evento ha messo in luce problemi più ampi riguardanti l’abbandono degli animali e l’impatto delle specie invasive sull’ecosistema locale.

Il ritrovamento e l’intervento immediato

Nella serata del 24 settembre, la cronista di Telebari, Silvia Di Pinto, ha scoperto una tartaruga in difficoltà. L’allerta è stata subito lanciata, attirando l’attenzione di passanti e residenti. L’animale, una Trachemys Scripta, una tartaruga originaria del Nord America, è stata trovata in uno stato di disidratazione, evidenziando il suo bisogno urgente di assistenza.

La chiamata alla polizia locale e alle guardie ecozoofile ha velocizzato il processo di salvataggio. I professionisti arrivati sul posto hanno collaborato con l’associazione “Fare ambiente movimento ecologista europeo – Laboratorio verde di Bari”, che dispone di un nucleo dedicato alla tutela delle specie selvatiche. Questo intervento coordinato ha garantito che la tartaruga fosse accolta con le cure necessarie per la sua riabilitazione.

La situazione della tartaruga e il suo trasferimento

Dopo un’analisi approfondita, gli esperti hanno confermato la situazione critica del rettile. La tartaruga, che necessitava di ambienti specifici per la sua sopravvivenza, è stata immediatamente messa in sicurezza. Il suo trasferimento al centro di recupero animali selvatici di Calimera, nel Leccese, è stato organizzato per garantirle un habitat protetto e adeguato.

Questa specie presenta un comportamento carnivoro che rende impossibile la sua reintroduzione in natura. Le Trachemys Scripta, infatti, sono note per la loro capacità di danneggiare gli ecosistemi locali se lasciate libere. I loro comportamenti alimentari possono minacciare la fauna autoctona, creando un disequilibrio che mette a rischio molte specie natie. Pertanto, la decisione di trasferire la tartaruga al centro di recupero era essenziale per la sua sicurezza e per quella dell’ambiente circostante.

L’impatto delle specie invasive e l’abbandono degli animali

Secondo Nico Monno, presidente della sezione provinciale dell’associazione ecologista, l’abbandono di animali fa parte di un problema più ampio riguardante la gestione delle specie invasive. La Trachemys Scripta, pur essendo stata un tempo un animale da compagnia molto ricercato, è stata successivamente riconosciuta come una specie invasiva. La sua introduzione in ambienti non naturali può avere conseguenze devastanti per la biodiversità locale.

Monno mette in evidenza come le persone spesso trattino gli animali come oggetti di cui disfarsi una volta che diventano “ingombranti”. Questo fenomeno non è limitato solo alla tartaruga trovatasi abbandonata, ma si estende anche a cani e gatti, soprattutto nei periodi estivi. La mancanza di consapevolezza sulle implicazioni di tali azioni sottolinea l’urgenza di un cambiamento culturale. L’abbandono di animali è non solo una questione morale, ma un reato, eppure rimane una pratica pericolosamente comune.

La necessità di un crescente impegno per la tutela ambientale

L’evento del giardino Baden Powell ha sollevato interrogativi su come la comunità possa migliorare nella gestione dei propri rapporti con la fauna selvatica. La consapevolezza riguardo alle specie invasive e all’importanza di un corretto trattamento degli animali domestici è fondamentale per proteggere l’ecosistema.

Le associazioni ecologiste come “Fare ambiente” sono vitali in questo contesto. Offrono supporto e informazione, educando il pubblico sui rischi legati all’abbandono degli animali e sulle problematiche delle specie non autoctone. Solo attraverso una maggiore sensibilizzazione e responsabilità collettiva sarà possibile garantire un ambiente sano e sostenibile per le generazioni future.

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