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Riflessioni su una storia dimenticata: la chiusura del palasport Mario Argento e la sua eredità

Riflessioni su una storia dimenticata: la chiusura del palasport Mario Argento e la sua eredità - Bagolinoweb.it

Il 6 giugno 1998 segna una data cruciale nella storia sportiva di Napoli e dell’Italia. Quel giorno, il palasport Mario Argento, un’importante struttura sportiva da 8mila posti, chiuse i battenti senza prospettive di riapertura. L’intervento di messa in sicurezza antisismica, programmato da tempo, non venne mai portato a termine, trasformando l’iconico palazzetto in un simbolo di degrado e abbandono. Da allora, varie vicissitudini hanno caratterizzato il destino dell’impianto, mentre la città continua a cercare spazi adeguati per manifestazioni sportive e culturali.

La storia del palasport Mario Argento

Il palasport Mario Argento, situato in viale Giochi del Mediterraneo, rappresentava un punto di riferimento per la comunità sportiva di Napoli. La sua inaugurazione avvenne in un periodo di grande fervore per il basket e altri sport, rendendo il palazzetto un luogo di incontro e competizione per atleti e appassionati. Tuttavia, il declino della struttura iniziò nei primi anni Duemila, quando si rese necessario un intervento di adeguamento alle normative antisismiche. Fu nel 2005 che iniziarono i lavori, ma la situazione si complicò rapidamente.

La demolizione parziale dell’edificio, che escludeva le due tribune, portò a imprevisti e varianti costose, rallentando ulteriormente i cantieri. Gli anni passarono senza che si vedessero progressi significativi, fino a quando il progetto fu messo in pausa a causa di ampie divergenze sul budget e sulle tempistiche. Così, mentre la struttura cedeva progressivamente al degrado, le attenzioni della città si spostarono verso altre soluzioni per la pratica sportiva.

Il passaggio al PalaBarbuto

A partire dal 2003, il PalaBarbuto è diventato il nuovo fulcro per il basket e gli eventi sportivi nella città partenopea. Accogliendo il Napoli Basket e numerosi eventi anche di rilevanza nazionale e internazionale, il PalaBarbuto ha colmato il vuoto lasciato dal Mario Argento. La sua versatilità e capacità di adattarsi alle esigenze degli sportivi lo hanno reso un’alternativa apprezzata. Inoltre, il PalaBarbuto ha giocato un ruolo centrale durante le Universiadi del 2019, dimostrando di poter sostenere manifestazioni di grande impatto.

Nonostante le sue qualità, la struttura non ha potuto rimpiazzare completamente l’eredità del Mario Argento, visto anche il legame emotivo che molti napoletani avevano con il palasport storico. Le due tribune che sono rimaste in piedi rappresentano un monito al passare del tempo e l’inefficienza nella gestione delle infrastrutture sportive che, in una città come Napoli, dovrebbero ricevere maggiore attenzione e investimenti.

Una sfida per il futuro

Oggi, la situazione del Mario Argento continua a destare preoccupazione, con la città che cerca soluzioni per il futuro delle proprie strutture sportive. La riqualificazione e il ripensamento degli spazi urbani dedicati allo sport sono elementi cruciali per migliorare la vita sociale e culturale di Napoli. Le autorità locali e nazionali devono affrontare la questione del degrado delle strutture sportive, trovando modalità innovative per investire nella rinascita di impianti storici come il Mario Argento e incentivarne un uso moderno, efficiente e sicuro.

Inviti a un ripensamento della politica sportiva e delle infrastrutture potrebbero spingere verso una nuova fase di progettazione, dove la storia e l’eredità del passato vengono integrate in una visione per il futuro. In un contesto di crescita e sviluppo, Napoli avrebbe l’opportunità di restituire ai suoi cittadini e agli appassionati di sport spazi adeguati per esprimere passione, competizione e socializzazione.

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