in

Referendum sulla cittadinanza italiana: 40.000 firme in Piemonte e la sfida verso un milione

Referendum sulla cittadinanza italiana: 40.000 firme in Piemonte e la sfida verso un milione - Bagolinoweb.it

Con una mobilitazione senza precedenti, Piemonte si prepara a un’importante battaglia per la riforma dei tempi di concessione della cittadinanza italiana. Oltre 40.000 cittadini hanno già apposto la loro firma a Torino, rendendo questa iniziativa una delle più riuscite nel panorama politico attuale. Il lavoro è appena iniziato, poiché la prossima fase coinvolgerà una disamina da parte della Corte Costituzionale prima di approdare al referendum previsto per la primavera.

Il successo della mobilitazione piemontese

La conferenza stampa, organizzata da Silvio Viale di +Europa e Abdullhai Ahmed Abdullhai del Pd, ha dato spazio ai risultati eccezionali ottenuti dalla campagna. I rappresentanti politici hanno ringraziato pubblicamente i cittadini piemontesi per il loro impegno, che li posiziona al secondo posto in Italia nella raccolta firme, subito dopo l’Emilia Romagna. La risposta dei lombardi, in confronto, è stata molto più contenuta, evidenziando un’attitudine sperimentale e proattiva della popolazione del nord-ovest.

Andrea Turi, portavoce di +Europa a Torino, ha fatto notare che solo sette giorni fa era stata lanciata un’appello pubblico per incentivare la partecipazione. “La risposta è stata eccezionale,” ha dichiarato, anticipando anche i prossimi passi. La sfida, come sottolineato da Turi, non è solo un fatto numerico, ma riguarda soprattutto la capacità di mobilitazione della società civile attorno a temi di grande rilevanza sociale e politica come la cittadinanza e l’autonomia regionale.

Le prospettive verso il referendum

Ora che sono state raccolte 40.000 firme, l’obiettivo fissato per il referendum è di raggiungere un milione di adesioni. Secondo il consigliere Viale, questo numero rappresenterebbe il 10% della popolazione piemontese, un dato significativo. Si stima che, se dovesse prevalere il “sì” alla consultazione popolare, circa 2.500.000 individui in tutta Italia potrebbero ottenere la cittadinanza.

Viale ha messo in evidenza l’etica inclusiva di Torino, città che in passato ha già supportato iniziative legate allo Ius soli e allo Ius scholae. Questo contesto fa impressione, specialmente nel quadro di un’Italia che si confronta con la complessità dei flussi migratori e delle politiche di integrazione.

“Torino rappresenta un esempio da seguire,” ha osservato Viale, indirizzando anche una messaggio ai partiti politici riguardo la necessità di ascoltare e comprendere le istanze della comunità migrante, così come sono state espresse durante questo processo.

Il potenziale della comunità migrante

È interessante notare come la comunità marocchina a Torino risulti la più numerosa, con un potenziale di circa 20.000 persone che potrebbero avanzare domanda di cittadinanza, una volta confermata la riforma. Questa cifra non è trascurabile, poiché comporterebbe non solo un incremento demografico significativo, ma anche un potenziale impatto socio-economico, considerando che la cittadinanza conferita si estenderebbe automaticamente ai figli minorenni.

Il portavoce di +Europa ha sottolineato un ulteriore aspetto: le adesioni stanno aumentando a un ritmo vertiginoso, con una media di 10.000 firme ogni 20 minuti. Questo dato denota una mobilitazione che va oltre i confini della politica tradizionale e si radica nella società civile.

I comitati del “sì” che verranno creati in tutte le province della regione coinvolgeranno diverse entità politiche e sociali, come Sinistra Ecologista, Demos, Movimento 5 Stelle, oltre a +Europa e Pd, sebbene quest’ultimo abbia mostrato un impegno tardivo.

In questo frangente, la mobilitazione civica si configura come una lezione importante per le istituzioni, suggerendo che un’azione concertata e incisiva può generare un notevole consenso popolare su tematiche cruciali per la società italiana contemporanea.