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Puglia: Condannato un animatore per molestie su due ragazze in stage turistico a Rimini

Puglia: Condannato un animatore per molestie su due ragazze in stage turistico a Rimini - Bagolinoweb.it

Un caso di cronaca giudiziaria ha scosso la comunità pugliese e non solo, portando alla luce episodi di molestie all’interno di corsi di formazione professionale. Un uomo di 40 anni di Bari è stato condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione per aver molestato due aspiranti animatrici turistiche durante uno stage svoltosi a Rimini nel 2022. L’episodio ha avuto rilevanza non solo legale ma anche sociale, facendo emergere la problematica degli abusi all’interno di ambienti lavorativi per giovani.

Il processo e la sentenza

Il procedimento giuridico ha avuto origine da una denuncia sporta da due ragazze che, all’epoca, erano minorenni e partecipavano a uno stage di tre giorni per aspiranti animatori turistici. Il Tribunale di Rimini ha deliberato il 25 settembre, condannando il 40enne a una pena significativa e assolvendo invece un 23enne originario della Romania, ritenuto estraneo ai fatti. La sentenza ha imposto anche il divieto di esercitare la professione di animatore a carico del condannato, il quale ha continuato a lavorare nel settore anche durante l’iter processuale, sollevando ulteriori interrogativi sull’efficacia dei controlli.

Le accertate molestie risalgono quindi a un periodo non lontano e, in un contesto professionale dedicato alla formazione. Le due ragazze, dopo aver subito le molestie, hanno deciso di non continuare la carriera nel mondo dell’animazione, nonostante avessero ricevuto un attestato di merito. Questo rifiuto segna un epilogo drammatico per una comprova carriera, compromessa dalle esperienze fatte durante lo stage.

La denuncia e il contesto formativo

Lo stage si è svolto in una struttura alberghiera a Rimini, meta tradizionale per i giovani in cerca di opportunità professionali nel settore del turismo. Le due aspiranti animatrici, che al momento dei fatti erano vicine al compimento della maggiore età, hanno scelto di denunciare quanto accaduto al termine del corso. Solo una delle due si è costituita parte civile nel processo, evidenziando le difficoltà legate alla denuncia di abusi, specialmente quando si tratta di ambienti di lavoro che dovrebbero risultare formativi e protettivi.

Il contesto di questo caso solleva interrogativi più ampi sulla sicurezza e il rispetto nei corsi di formazione aziendale, nonché sulla cultura del silenzio che può a volte circondare le molestie in ambito lavorativo. Questi eventi, purtroppo, non sono isolati e pongono in evidenza la necessità di creare un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso, dove i giovani possano formarsi senza timori.

Le accuse e la difesa

Durante il processo, è emerso un quadro complesso riguardo alle accuse di molestie. L’avvocato difensore, Marco Ditroia, ha puntato a dimostrare l’innocenza del suo assistito, sostenendo che non ci sia stato contatto fisico, ma solo presunti equivoci dovuti a movenze non chiare. Tuttavia, le testimonianze e le prove raccolte durante le indagini hanno tracciato un’immagine ben diversa, rivelando comportamenti inaccettabili sia da parte del 40enne sia del 23enne.

Infatti, ancor prima della sentenza, le indagini avevano raccolto il racconto di situazioni in cui entrambi gli imputati avevano rivolto apprezzamenti inadeguati sulle ragazze, accompagnati da palpeggiamenti e suggestioni sessuali. Questo ha portato i magistrati a considerare solo l’animatore di 40 anni colpevole, mentre il più giovane è stato assolto. La decisione ha generato un richiamo sulla necessità di riflessioni approfondite riguardo alla formazione e alla direzione dell’animazione, elementi fondamentali per il mondo del turismo e dell’accoglienza in Italia.

L’udienza ha gettato luce su come il settore dell’animazione possa potenzialmente ospitare situazioni di abuso e il ricorso in appello da parte della difesa del condannato suggerisce che questa vicenda potrebbe non essere conclusa. In attesa di ulteriori sviluppi, l’attenzione rimane alta su come le istituzioni del settore e la giustizia affronteranno questa problematica.