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Processo per la morte di Denis Bergamini: accuse e rivelazioni nel tribunale di Cosenza

Processo per la morte di Denis Bergamini: accuse e rivelazioni nel tribunale di Cosenza - Bagolinoweb.it

La tragica morte dell’ex calciatore Denis Bergamini e le sue circostanze, avvenuta il 18 novembre 1989, continuano a suscitare intense polemiche e interrogativi. Nel processo attualmente in corso al tribunale di Cosenza, si stanno esaminando aspetti cruciali riguardanti le tesi medico-scientifiche, le testimonianze rivelatrici e il comportamento di Isabella Internò, accusata di omicidio volontario. La richiesta della procura di Castrovillari è di 23 anni di reclusione per l’imputata, coinvolta in una vicenda che abbraccia anni di omissioni e misteri.

Le accuse e i divieti di verità

Nel corso della giornata, le avvocate di parte civile Alessandra Pisa e Silvia Galeone hanno focalizzato l’attenzione su tre punti fondamentali: l’incoerenza delle versioni di Isabella Internò, il comportamento della donna post-incidentale e la questione delle evidenze medico-scientifiche. Fabio Anselmo, difensore di Isabella, ha precedentemente sottolineato l’inefficienza della magistratura e delle forze dell’ordine nel gestire il caso, parlando di ritardi che durano da oltre 35 anni.

Tra le evidenze presentate, un’intercettazione ambientale ha catturato l’attenzione, in cui Roberto Internò, cugino dell’imputata, ed sua moglie Michelina Mazzuca discutevano animatamente. Anselmo ha evidenziato come, nel corso della conversazione, emergano nomi di persone potenzialmente coinvolte nella morte di Bergamini. Le domande sollevate dalla difesa rimangono inquietanti: perché la necessità di difendere Isabella e i suoi familiari e non altri membri della famiglia?

Un comportamento inquietante

Alessandra Pisa ha messo in evidenza il comportamento di Isabella Internò nei giorni seguenti alla morte di Bergamini. Un’intercettazione del 2011 rivela che, quando Luciano Conte la interroga riguardo alla sua presenza sulla scena del delitto, la risposta di Isabella è assente, un indizio di una mancanza di interesse verso ciò che riguardava Bergamini. Secondo Pisa, la volontà di Isabella di tornare immediatamente ai suoi compagni di squadra suggerisce una preoccupazione egoistica, piuttosto che un reale lutto per la scomparsa del ragazzo.

Durante il funerale, Isabella avrebbe mostrato un comportamento ambiguo, passando da momenti di apparente pianto a sorrisi, catturando la curiosità e la preoccupazione di chi la circondava. Le sue dichiarazioni, sia agli amici vicini che agli avvocati, sembrano ridurre il suo coinvolgimento, spingendo molti a percepire un tentativo di distogliere i sospetti dalla propria persona.

Le tesi medico-scientifiche contestate

Alessandra Pisa ha affrontato il tema delle evidenze scientifiche, sostenendo con forza che, senza ombra di dubbio, Denis Bergamini sia stato ucciso. Si è fatta riferimento agli esami condotti dai consulenti, chiarendo che la tesi presentata da Isabella, secondo la quale Bergamini si sarebbe tuffato, è stata ampiamente smentita. Non esistono segni sul corpo che giustifichino la versione della difesa, e le ipotesi proposte riguardo a problemi cardiaci sono state definite come prive di validità scientifica.

In particolare, Pisa ha contestato le affermazioni del consulente della difesa, la dottoressa Innamorato, riguardanti l’edema polmonare e ha presentato altri dati che dimostrano come la teoria sugli eventi autoptici non regga alla prova scientifica. Gli elementi presentati confermano che il test della glicoforina, frequentemente citato, è un metodo affidabile e mai risultato in falsi positivi.

Un pasticcio di versioni sui fatti

La questione delle diverse versioni riguardanti la cena di Santa Chiara quella sera è stata affrontata dall’avvocato Silvia Galeone. Con accusa diretta e indizi chiari, Galeone ha mappato undici versioni diverse provenienti dalla famiglia di Isabella Internò riguardo agli eventi di quella fatidica sera. Questo caos narrativo ha sollevato interrogativi sull’affidabilità delle testimonianze.

Tra i protagonisti della cena, Concetta Tenuta, madre di Isabella, contraddice le versioni familiari affermando che, in realtà, non ci sia stata alcuna cena e che Isabella fosse in contatto con i carabinieri. Al contrario, la moglie di Roberto Internò cambia più volte la sua storia, aumentando la confusione attorno a quel fatidico giorno. Le incongruenze documentate riguardo alle testimonianze sollevano ulteriori interrogativi sulla verità dei fatti.

Galeone conclude evidenziando come, alla luce delle testimonianze e delle intercettazioni, si stia formando un quadro di disinformazione evidente, che potrebbe rivelare un tentativo costante da parte della famiglia di depistare gli inquirenti. Ulteriori rivelazioni sui motivi di un possibile aborto di Isabella da parte della famiglia Internò pongono svariati interrogativi sulla veridicità delle affermazioni fatte negli anni, dando vita a un’avvincente e complessa narrazione di omicidio e inganno, che attende ancora la giusta giustizia.

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