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Processo all’Università di Sassari: chiesta condanna per tre dipendenti accusati di accesso abusivo

Processo all'Università di Sassari: chiesta condanna per tre dipendenti accusati di accesso abusivo - Bagolinoweb.it

Il tribunale di Sassari è attualmente al centro di un caso di grande rilevanza che coinvolge sette dipendenti dell’Università locale, accusati di aver violato la privacy di Christian Solinas, ex presidente della Regione Sardegna. Il pubblico ministero, Rosanna Nurra, ha presentato oggi le sue richieste di condanna e assoluzione, evidenziando le accuse formulate nei confronti di queste figure professionali. L’evento, emerso nel periodo in cui Solinas era in corsa per un importante incarico politico, solleva interrogativi sul rispetto della privacy e sull’integrità delle istituzioni accademiche in Italia.

Le accuse: accesso abusivo e diffusione di dati riservati

I sette accusati sono stati formalmente imputati per accesso abusivo a un sistema informatico, a seguito di un’inchiesta che ha rivelato che, nel 2019, avevano consultato la carriera universitaria di Christian Solinas, segretario del Partito Sardo d’Azione, custodita nei database dell’Università di Sassari. Questo episodio è avvenuto nel contesto di un acceso dibattito mediatico riguardo alla legittimità della carriera accademica di Solinas, mentre si preparava a competere per la presidenza della Regione.

Nel mirino della Procura c’è il fatto che, grazie a questo accesso non autorizzato, gli imputati avrebbero avuto la possibilità di visionare e, presumibilmente, diffondere informazioni riservate relative al percorso di studi dell’ex governatore, sollevando così interrogativi sulla tutela dei dati personali in ambito accademico. La pubblica accusa ha indicato chiaramente che la violazione della privacy di un soggetto pubblico può avere ripercussioni significative, non solo sulla reputazione individuale, ma anche sull’integrità delle istituzioni coinvolte.

Le richieste del pubblico ministero e le posizioni degli imputati

Nel dettagliato intervento odierno, il pubblico ministero Rosanna Nurra ha proposto l’assoluzione di tre degli imputati: Paolo Deledda, Liana Carboni e Michele Meloni, motivando la richiesta con l’asserzione che “il fatto non sussiste”. Anche per Luana Mureddu, la pm ha chiesto un’assoluzione, ma con forma dubitativa, lasciando aperta la questione riguardo alla sua responsabilità diretta nell’accesso illecito ai dati.

D’altro canto, la pubblica accusa ha chiesto pene specifiche per i restanti tre imputati: Luigi Antonio Catogno, per il quale è stata richiesta una condanna a otto mesi di reclusione, e per Barbara Pes e Franca Carmela Sanna, che rischiano un anno di detenzione. Queste richieste varie riflettono la diversa gravità dei ruoli e delle azioni che ciascuno di loro ha avuto nel presunto accesso abusivo.

La difesa e gli sviluppi futuri del processo

Nell’udienza odierna, oltre alla requisitoria della pm, si sono sentite anche le conclusioni dell’avvocato Salvatore Casula, rappresentante della parte civile. La discussione si è concentrata sull’importanza di stabilire responsabilità chiare in merito alla gestione dei dati sensibili e al rispetto della riservatezza, specialmente all’interno di un contesto accademico dove la trasparenza è fondamentale.

La prossima udienza si preannuncia cruciale: sarà il turno degli avvocati della difesa, rappresentati da nomi noti come Elias Vacca, Teresa Pes e Nicola Satta. Il loro intervento potrebbe chiarire ulteriormente le posizioni degli imputati, offrendo una visione alternativa e contestualizzando le circostanze di accesso ai dati. Le dinamiche di questo processo stanno tenendo alta l’attenzione dell’opinione pubblica, mentre il tribunale cerca di fare chiarezza su una questione che tocca non solo l’individuo coinvolto, ma anche l’affidabilità e la reputazione dell’istituzione che lo ha formato.

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