La discussione sulla modifica della legge elettorale regionale in Abruzzo sta suscitando animati dibattiti all’interno del Partito Democratico e tra i vari consiglieri regionali. Il professor Luciano D’Amico ha espresso la sua opinione favorevole alla creazione di un collegio elettorale unico, ma il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci ha risposto con veemenza, sottolineando le problematiche e i potenziali svantaggi di tale riforma. La tensione tra le posizioni è emersa in modo chiaro, mettendo in luce le difficoltà politiche e le preoccupazioni relative alla rappresentanza delle aree interne rispetto a quelle costiere.
D’Amico e la proposta di collegio unico
Luciano D’Amico, noto accademico e politico, ha dichiarato che il passaggio a un collegio elettorale unico rappresenterebbe un’opportunità migliorativa per il panorama politico abruzzese. Questa proposta, fortemente sostenuta dal presidente Marco Marsilio e dal suo partito Fratelli d’Italia, punta a semplificare il sistema elettorale attuale, che prevede quattro collegi provinciali. Tuttavia, D’Amico stesso ammette che la sua è una “posizione personale”, evidenziando la mancanza di un confronto approfondito all’interno del Partito Democratico. Secondo lui, un collegio unico potrebbe favorire una maggiore affluenza di candidati e una rappresentanza più diversificata nell’area metropolitana costiera, che conta un numero significativamente maggiore di elettori rispetto alle aree interne delle province.
Questa proposta, tuttavia, è vista con sospetto e preoccupazione da chi teme che un sistema di collegio unico possa danneggiare i candidati delle zone interne dell’Abruzzo, dove la popolazione è più sparsa e i costi delle campagne elettorali possono rivelarsi insostenibili. D’Amico, mentre sostiene il disegno di legge, non sfugge alle critiche, con alcuni membri del Partito Democratico che esprimono riserve in merito agli effetti negativi che potrebbe avere sulla rappresentanza politica delle aree meno popolate.
Pietrucci e le preoccupazioni per le aree interne
Pierpaolo Pietrucci, consigliere regionale e figura di spicco del Partito Democratico, ha replicato duramente alle affermazioni di D’Amico, descrivendo la sua proposta come una “fuga in avanti”. Pietrucci considera il collegio unico come una soluzione che potrebbe pregiudicare le aree interne, avvantaggiando solo i candidati più facoltosi, i quali potrebbero permettersi di coprire territori molto vasti e diverse località, da Campotosto a Vasto.
Pietrucci ha anche sottolineato che il finanziamento pubblico ai partiti è stato abolito e che ora i costi delle campagne ricadono completamente sulle spalle dei singoli candidati. In questo contesto, il consigliere ha evidenziato che gli elettori delle province dell’Aquila e delle altre zone interne rischiano di essere significativamente sottorappresentati nelle aule politiche regionali non solo per le risorse limitate, ma anche per la vastità del territorio da coprire.
In un confronto diretto, Pietrucci ha contestato l’idea secondo cui un eventuale riforma elettorale non altererebbe la rappresentanza degli eletti, argomentando che le elezioni con collegio unico creerebbero dinamiche completamente diverse rispetto alle precedenti competizioni. A suo avviso, i candidati costieri avrebbero un vantaggio decisivo in termini di visibilità e sostegno elettorale, penalizzando ulteriormente chi proviene da contesti interni e montani.
La polemica all’interno del Partito Democratico
Il dibattito sull’adeguamento della legge elettorale non solo ha suscitato tensioni tra D’Amico e Pietrucci, ma ha anche portato alla luce divisioni più ampie all’interno del Partito Democratico. D’Amico, ex rettore e figura di spicco, si trova ora in una posizione incerta poiché la sua leadership nel campo largo di centrosinistra viene messa in discussione. Pietrucci ha segnalato che la modifica alla legge elettorale è sotto una luce critica da vari esponenti del partito, contribuendo a un panorama rendendolo molto frammentato.
In questo contesto, il sindaco di Borrello, Alessio Monaco, ha rilasciato dichiarazioni simili, esprimendo preoccupazioni riguardo ai potenziali effetti negativi per le aree interne derivanti dalla riforma proposta. Inoltre, c’è un clima di crescente disillusione riguardo il futuro della politica regionale, soprattutto in un momento di crisi che richiede una rappresentanza efficace di tutte le aree dell’Abruzzo.
Il dibattito sull’argomento si accende, non solo tra i membri del Partito Democratico, ma anche in tutto il panorama politico abruzzese, mentre tutti i sotto-correnti dei gruppi politici stanno cercando di delineare il proprio futuro in un contesto di riforme che promettono di cambiare profondamente la rappresentanza regionale e la struttura delle campagne elettorali.