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Parco Nazionale d’Abruzzo: il parere negativo sull’impianto idroelettrico di Enel

Parco Nazionale d'Abruzzo: il parere negativo sull'impianto idroelettrico di Enel - Bagolinoweb.it

Il dibattito sull’impatto ambientale e la tutela dei territori naturali si intensifica con la recente decisione del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise contro la realizzazione di una centrale idroelettrica nel cuore dell’Appennino. La proposta, avanzata dall’Enel, riguarda un impianto situato in un’area che coinvolge i comuni di Pizzone, Montenero Val Cocchiara, Alfedena e Castel San Vincenzo, ma si scontra con le severe preoccupazioni espresse dai ambientalisti e dalle istituzioni locali.

Le motivazioni del diniego del parco

Nella comunicazione ufficiale diramata, il presidente del Pnalm, Giovanni Cannata, ha chiarito le ragioni dietro il rifiuto del progetto. Le osservazioni, frutto di un approfondito studio condotto dalla Direzione e dai Servizi Tecnici dell’ente, hanno evidenziato come l’impianto possa avere un impatto devastante sugli habitat naturali, sulle specie presenti e sugli equilibri idrogeologici della zona. Il Parco ha sottolineato l’importanza di preservare questo delicato ecosistema, ritenendo non viable un progetto che minacci la biodiversità e le risorse idriche del territorio.

La documentazione presentata dal Pnalm espone, in dettaglio, le criticità emerse durante l’analisi, con l’ausilio di esperti esterni in grado di apportare competenze specifiche sui temi più critici. Le valutazioni sono state inserite in un contesto normativo volto a garantire la salvaguardia ambientale, evidenziando che la protezione di questo patrimonio naturale deve prevalere sugli interessi economici legati allo sviluppo energetico.

Il ruolo della comunità e delle associazioni ambientaliste

Nel frangente della deliberazione negativa del Pnalm, l’opposizione alla centrale idroelettrica è stata amplificata dal supporto di diverse comunità e organizzazioni ambientaliste. I comuni di Rocchetta a Volturno, Barrea e Alfedena, coadiuvati dall’associazione “Terra Sancti Vincentii” e dal WWF, hanno già mobilitato azioni legali avverso la seconda proroga della sospensione concessa dal ministero dell’Ambiente, ritenuta ingiustificata e contraria al protocollo.

Il tema della valutazione di impatto ambientale ha generato vivaci discussioni, poiché i ricorrenti sostengono che una proroga simile possa essere concessa solo in circostanze eccezionali e non più di una volta. La sentenza che dovrà arrivare dai giudici amministrativi avrà dunque un peso fondamentale nelle dinamiche future relative alla progettazione di opere impattanti e alla loro regolamentazione sul territorio.

La questione giudiziaria e le prospettive future

A questo punto, la parola finale spetta alla giustizia amministrativa. Il ricorso presentato contro la proroga decisa dal ministero potrebbe avere ripercussioni significative non solo sul progetto della centrale idroelettrica, ma anche sulla gestione delle problematiche ambientali nel Parco Nazionale. L’esito della causa attende di chiarire quale sarà il prossimo passo da intraprendere, sia per le istituzioni che per i gruppi di cittadini attivi nella difesa dell’ambiente.

Questa situazione riflette una battaglia più ampia tra la necessità di sviluppo sostenibile e la protezione dei sistemi ecologici locali, che resta un tema di rilevante attualità nel dibattito pubblico. La decisione finale dei giudici rappresenterà un importante punto di riferimento per le future pianificazioni energetiche in aree ecologicamente sensibili, ponendo l’accento sull’importanza della sostenibilità nelle politiche ambientali italiane.

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