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Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026: rallentamenti e incertezze in Valle Camonica

Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026: rallentamenti e incertezze in Valle Camonica - Bagolinoweb.it

Con meno di 500 giorni all’accensione della fiaccola olimpica per le Olimpiadi Invernali di Milano Cortina, emerge un quadro complesso e preoccupante per la Valle Camonica. Diversi progetti cruciali per l’evento sono a rischio, con molti lavori che potrebbero vedere la luce solo dopo la chiusura dei giochi. Analizziamo gli sviluppi recenti e le prospettive future per questa area.

La situazione attuale delle opere in Valle Camonica

La provincia di Brescia, che avrebbe dovuto beneficiare economicamente e infrastrutturalmente dalle Olimpiadi, si trova invece a fronteggiare un clima di disillusione. A Ponte di Legno, gli amministratori locali hanno già accettato che la loro comunità non ospiterà le gare di scialpinismo, un obiettivo inizialmente ambizioso. Ivan Faustinelli, sindaco di Ponte di Legno, ha espresso una certa rassegnazione nel sottolineare che la scelta del comitato olimpico di assegnare le gare a Bormio ha ridotto drasticamente le possibilità di avviare i lavori pubblici in tempo per l’evento, relegandoli a un livello di “essenzialità” piuttosto che di “indifferibilità”.

Il sindaco chiarisce che, senza gli eventi sportivi, i progetti infrastrutturali, che erano stati definiti cruciali per i giochi, continueranno ad essere ben lontani dalla loro realizzazione nel breve termine. I rimandi degli interventi pubblici, che avrebbero dovuto accompagnare l’arrivo delle Olimpiadi, pongono interrogativi sull’effettiva partecipazione della Valle Camonica a questo evento, spingendo i residenti a riflettere sul futuro del loro territorio.

Interventi previsti e loro finanziamenti

In Alta Valle Camonica, sono programmati due importanti interventi: l’interramento della statale 42, necessario per migliorare la qualità della vita e favorire l’accessibilità agli impianti di risalita. Secondo Faustinelli, l’investimento iniziale previsto era di 10 milioni di euro, un aspetto già notevolmente aumentato a causa di ritardi e modifiche progettuali. Attualmente, si stima un costo di 16,5 milioni di euro per i lavori al passo del Tonale e 65 milioni di euro per Ponte di Legno.

Va sottolineato che, nonostante l’innalzamento delle spese, le risorse ottenute da varie istituzioni governative suggeriscono una certa determinazione nella realizzazione di questi lavori. Per esempio, il Ministero del Turismo ha già stanziato i fondi necessari per il progetto al Tonale, mentre un contributo aggiuntivo è stato assicurato anche per Ponte di Legno. Tuttavia, il processo per l’approvazione e l’esecuzione di questi lavori non sarà rapido, complice la gestione complessa ed intricata delle pratiche burocratiche e fiscali.

L’iter dei progetti rimane complicato

Un’incongruenza singolare riguarda la gestione degli interventi commissariati; ciò non implica necessariamente un’accelerazione nei lavori, poiché le valutazioni di impatto ambientale saranno gestite a livello nazionale piuttosto che regionale. Questa centralizzazione dei processi potrebbe allungare ulteriormente i tempi di attesa. Gli amministratori locali, come il vice presidente dell’Unione dei Comuni dell’alta valle Mauro Testini, sottolineano che l’apertura dei lavori per la variante alla statale 42 di Edolo è prevista solo per il 2028, fatto che solleva ulteriori preoccupazioni tra la popolazione locale.

Analogamente, altri progetti legati direttamente alle Olimpiadi, come il palazzetto del ghiaccio di Temù, sono anch’essi in una fase di stallo, con discussioni in corso su chi dovrà coprire i costi rimanenti per completare la costruzione.

Prospettive future tra incertezze e speranze

La situazione attuale presenta una chiara dicotomia tra aspettative e realtà. Nonostante le ombre che si profilano all’orizzonte, l’amministrazione locale continua a lavorare per garantire la realizzazione delle opere promesse. L’investimento di oltre 21 milioni di euro per il nuovo impianto di risalita di Borno e il rifugio sul Monte Altissimo, ad esempio, è un passo avanti, sebbene i lavori non sembrino avviarsi prima della primavera del 2026, coincidente con la chiusura delle Olimpiadi.

Il futuro della Valle Camonica rimane incerto, con l’evidente necessità di superare le attuali sfide burocratiche e finanziarie. In questo scenario complesso, i cittadini sperano ancora nella possibilità di rimanere parte integrante della narrazione olimpica, anche se solo come spettatori. L’attenzione torna a concentrarsi sulla capacità amministrativa di far fronte a queste difficoltà e sulla collaborazione tra le diverse istituzioni coinvolte per garantire una responsabilità condivisa nella progettazione e realizzazione degli interventi, con la speranza che le promesse fatte possano diventare finalmente realtà.