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Nuove scoperte sulle linee di Nazca: 303 geoglifi svelati grazie all’intelligenza artificiale

Nuove scoperte sulle linee di Nazca: 303 geoglifi svelati grazie all'intelligenza artificiale - Bagolinoweb.it

La meraviglia delle Linee di Nazca continua a rivelarsi in tutto il suo mistero e fascino. Recenti scoperte effettuate da un team di ricerca giapponese hanno portato alla luce ben 303 nuovi geoglifi in soli sei mesi, un numero sorprendente che si avvicina a quello ottenuto dagli archeologi in oltre 70 anni di studi. Questo imponente lavoro è stato documentato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze , grazie alla collaborazione tra la Yamagata University, IBM, e l’Università Parigi 1 Pantheon-Sorbonne.

Le origini delle linee di Nazca

Le Linee di Nazca, un patrimonio archeologico di fama mondiale, sono degli antichi geoglifi situati nell’altopiano desertico del Perù meridionale. La loro origine risale a circa 2.000 anni fa, ed esse sono state per la prima volta registrate nel XVI secolo da esploratori spagnoli, che rimasero affascinati dalla loro immensa bellezza e dal loro significato sconosciuto. Si tratta di enormi disegni, visibili soltanto dall’alto, che raffigurano forme di animali, figure geometriche e simboli astrali.

Negli anni, la comunità scientifica si è dedicata allo studio e alla documentazione di questi geoglifi attraverso l’uso di tecnologie avanzate, come foto aeree, riprese droniche e immagini satellitari. Nonostante i progressi nella ricerca, la vastità dell’area e la complessità dei disegni hanno reso difficile il compito di catalogare ogni singolo geoglifo. Ad oggi, i ricercatori hanno fornito una panoramica su oltre 430 disegni noti, ma l’apporto dell’intelligenza artificiale ora promette di rivoluzionare questo campo di studio.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella scoperta dei nuovi geoglifi

La recente impresa di scoperta dei 303 nuovi geoglifi è stata possibile grazie a un sofisticato algoritmo di apprendimento automatico sviluppato dai ricercatori. Questo strumento è stato progettato per analizzare immagini ad alta risoluzione e per riconoscere i geoglifi sulla base di pattern e caratteristiche specifiche. L’uso dell’intelligenza artificiale ha permesso al team di analizzare un’area molto più ampia di quanto fosse possibile con i metodi tradizionali.

L’algoritmo ha dimostrato una notevole capacità di identificare non solo i geoglifi di grandi dimensioni, ma anche quelli più piccoli e in rilievo, che erano stati precedentemente trascurati. Questo approccio innovativo ha consentito di rivelare forme mai viste prima, ampliando notevolmente il repertorio noto di queste opere millenarie. Grazie a questa tecnologia, i ricercatori sono riusciti a ottenere una conoscenza più completa e profonda delle linee di Nazca e, di conseguenza, dei significati culturali e rituali che esse rappresentano per le civiltà precolombiane.

I nuovi geoglifi: significati e caratteristiche

Le nuove scoperte, per quanto siano state eseguite in tempi record, offrono alle istituzioni la possibilità di riconsiderare l’importanza delle linee di Nazca nella storia culturale del Perù. Tra i geoglifi in rilievo, l’81,6% rappresenta animali domestici o teste umane decapitate, mentre il 64% dei geoglifi di tipo lineare raffigura animali selvatici. L’analisi della distribuzione spaziale di questi disegni suggerisce che essi non siano stati tracciati a caso, ma abbiano invece svolto un ruolo specifico nei riti e nelle pratiche quotidiane delle popolazioni che abitavano la regione.

Non è un caso che questi geoglifi siano stati realizzati a una distanza media di 43 metri dai sentieri pedonali, indicando che avrebbero potuto servire come segnali culturali visibili a chi si avventurava lungo le vie. La posizione e il tipo di disegni evidenziano la loro funzione rituale: un modo per comunicare concetti religiosi, storici e culturali legati agli animali domestici, alla vita quotidiana e, talvolta, ai sacrifici umani.

Le Linee di Nazca, con le loro nuove aggiunte, non si rivelano solo un’attrazione turistica, ma un’emanazione di una cultura profonda e complessa, capace di impressionare e di stimolare nuove domande su come gli antichi abitanti della regione interagissero con l’ambiente circostante e con il divino.

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