Il decreto legislativo 2020/285, recentemente approvato dalla Commissione Bilancio, Finanze e Politiche dell’Unione Europea presso la Camera dei Deputati, introduce importanti novità per la gestione della fatturazione da parte dei contribuenti forfettari. A partire dal 2025, questi soggetti potranno emettere fatture semplificate senza limitazioni sull’importo dell’operazione, una modifica significativa rispetto alle normative attuali che merita attenzione.
La fattura semplificata: definizioni e caratteristiche
La fattura semplificata rappresenta un importante strumento nell’ambito della gestione fiscale, volta a snellire e semplificare le pratiche burocratiche. Come delineato nel provvedimento legislativo, questa nuova tipologia di fattura consente ai contribuenti forfettari di emettere documenti ridotti nel dettaglio a prescindere dall’importo della transazione.
Il primo articolo del decreto, precisamente nella lettera b del comma 1, modifica la legge 190/2014, già predisposta per facilitare la vita fiscale dei contribuenti. Con il nuovo provvedimento, non si tratta più soltanto di importi inferiori a 100 euro: ora i professionisti potranno utilizzare la fattura semplificata anche per operazioni di valore maggiore.
Un elemento distintivo della fattura semplificata è la minor quantità di dati richiesti. Nonostante mantenga la stessa validità legale della fattura ordinaria, il documento semplificato include solo informazioni essenziali: data di emissione, numero di partita IVA e dati dell’emittente, codice fiscale o numero di partita IVA del destinatario, descrizione dei beni e/o servizi forniti , ammontare del corrispettivo e dati relativi all’imposta. Questo approccio mira a diminuire il carico burocratico e semplificare il lavoro degli autonomi.
Tempistiche e implementazione della normativa
Il decreto legislativo si rende operativo a partire dal gennaio 2025, momento in cui saranno in vigore le nuove disposizioni relative alla fatturazione semplificata. Tuttavia, è fondamentale segnalare che, secondo l’articolo 21 bis del provvedimento, fino a oggi, la normativa consentiva l’emissione di fatture semplificate solo in caso di importi non superiori a 100 euro. Le modifiche prevedono anche che, in base a ciò che stabiliva l’articolo 1 del D.M. 10 maggio 2019, era già possibile emettere fatture semplificate fino a 400 euro.
L’iter normativo prevede che, prima della sua applicazione, il decreto torni a essere discusso in Consiglio dei Ministri per la definitiva approvazione. Gli osservatori del settore evidenziano che l’allineamento delle pratiche fiscali è cruciale per garantire una transizione fluida verso questi nuovi standard.
Fattura elettronica: obblighi e implicazioni
Un ulteriore aspetto interessante della riforma riguarda l’obbligo di fattura elettronica, che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio 2024. Tale obbligo coinvolgerà tutte le partite IVA, indipendentemente dall’ammontare dei ricavi, inclusi i contribuenti forfettari, i quali attualmente usufruiscono di un regime fiscale semplificato.
Con il nuovo sistema, i professionisti dovranno adeguarsi a questo cambiamento e apprendere come predisporre correttamente la fattura elettronica. Fortunatamente, l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione un servizio gratuito per facilitare questa operazione. È previsto che circa 2 milioni di contribuenti forfettari dovranno rivedere i loro requisiti per rimanere all’interno del regime agevolato, a seguito di questa riforma.
Queste novità legislative rappresentano un passo significativo verso la digitalizzazione e la razionalizzazione delle pratiche fiscali in Italia. Con l’introduzione della fattura semplificata e dell’obbligo di fattura elettronica, il governo italiano mira a rendere i processi più efficienti e meno gravosi per i liberi professionisti e le piccole imprese, promuovendo un ecosistema imprenditoriale più moderno e competitivo.