L’argomento fiscale italiano è al centro dell’attenzione politica con l’introduzione di un emendamento proposto nell’ambito del decreto Omnibus, ora approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato. Questo provvedimento offre ai contribuenti la possibilità di regolarizzare le somme evase nel triennio 2018-2022 attraverso un concordato preventivo biennale, suscitando dibattiti accesi e interrogativi sulla sua reale efficacia e sulla sua natura. Vediamo più da vicino i dettagli di questa misura.
Il concordato preventivo e le sue condizioni
Il concordato preventivo biennale, che si applicherà nel biennio fiscale 2024-25, riguarda un ampio numero di lavoratori autonomi e titolari di partita IVA. L’emendamento consente loro di regolarizzare le somme non dichiarate, convertendo di fatto questa manovra in un “condono fiscale” secondo le opposizioni. I contribuenti che si avvarranno di questa opportunità entro la data del 31 ottobre potranno beneficiare di aliquote significativamente ridotte sui redditi sopra dichiarati, pagando una tassazione che varia dal 3% al 15%.
Il meccanismo permette una regolarizzazione che è caratterizzata dall’assenza di sanzioni e interessi. Questo aspetto rende la proposta molto allettante per coloro che si sono trovati in difficoltà durante gli anni precedenti. A seconda dell’affidabilità fiscale calcolata tramite l’indice Isa, i contribuenti potranno dichiarare solo una frazione dell’imponibile evaso: da un minimo del 5% per i più “affidabili” a un massimo del 50% per i casi più critici. L’imposta sostitutiva si applicherà su tale imponibile: del 10% per gli indici più elevati, fino al 15% per i meno soddisfacenti. Come ulteriore incentivo, per gli anni 2020-21, l’imposta sarà ridotta del 30%.
Le critiche delle opposizioni e le implicazioni economiche
Le reazioni a questo emendamento non hanno tardato ad arrivare, e la politica è stata divisa. In particolare, Maria Cecilia Guerra, rappresentante del Partito Democratico e già sottosegretaria all’Economia, ha definito il provvedimento come un vero “regalo agli evasori“, mettendo in evidenza come il ridotto imponibile comporti una diminuzione consistente degli introiti per l’erario. Essa sottolinea i potenziali rischi legati a questa iniziativa, poiché potrebbe incentivare comportamenti scorretti.
Oltretutto, l’emendamento prevede una copertura finanziaria di 986 milioni di euro per i prossimi cinque anni, necessaria per compensare quelli che saranno i minori introiti derivanti da questo condono. Tuttavia, Massimo Garavaglia della Lega ha descritto questa copertura come puramente formale, sostenendo che il governo prevede un aumento degli incassi grazie all’adesione al concordato. Ci si aspetta che una parte di questi fondi possa essere utilizzata per una riduzione dell’Irpef, estesa ai redditi fino a 60.000 euro, un obiettivo chiaramente delineato dall’esecutivo.
Provvedimenti contro la pirateria televisiva
All’interno dello stesso decreto, l’argomento della pirateria televisiva ha avuto un ruolo di rilievo. È stata introdotta una nuova normativa che aggrava le sanzioni per coloro che contribuiscono al fenomeno del “pezzotto“, una pratica illecita sempre più diffusa per accedere a contenuti calcistici e di altro genere senza averne i diritti. Con il nuovo testo, anche i fornitori di VPN e DNS saranno soggetti a misure restrittive, consentendo all’AGCOM di ordinare la disabilitazione dei servizi di accesso a contenuti diffusi in modo abusivo.
In aggiunta, i prestatori di servizi di accesso alla rete sono tenuti a segnalare prontamente alle autorità competenti qualsiasi comportamento penalmente rilevante, pena la reclusione fino a un anno. Questa nuova articolazione della legge rappresenta un tentativo palpabile di combattere la pirateria, la quale ha effetti devastanti sull’industria cinematografica e sportiva.
Inoltre, il decreto include anche nomine e stanziamenti significativi, come l’aumento del budget per il bonus psicologo, un tema di rilevante interesse pubblico soprattutto in questo periodo caratterizzato da una crescente consapevolezza verso il benessere mentale.
Le prossime tappe coinvolgeranno l’aula del Senato e, successivamente, quella della Camera, dove il governo prevede di porre nuovamente la questione di fiducia per accelerare i tempi di approvazione definitiva del decreto, attesa prima della scadenza del 8 ottobre.