L’autopsia effettuata sul corpo di Amedeo Matacena ha confermato che la causa del decesso è da considerarsi naturale, specificando che la morte è avvenuta per insufficienza cardiaca. Questa informazione proviene da Mauro Gilberti, legale dell’ex parlamentare, durante un’intervista nel programma di Rai 1, “Porta a porta“. Il documento che attesta la causa del decesso è datato 7 febbraio 2023 ed è stato inviato al Consolato Italiano a Dubai, alla Procura di Reggio Calabria e ad altri enti governativi italiani.
Dettagli dell’autopsia e reazioni
L’autopsia, realizzata a Dubai, rivela la presenza di “diverse manifestazioni patologiche” legate alla condizione cardiaca di Matacena. In particolare, il documento menziona una grave insufficienza cronica della circolazione coronarica del miocardio. È interessante notare che l’autopsia ha anche escluso l’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti da parte di Matacena. Nonostante questi risultati, la Procura di Reggio Calabria ha deciso di effettuare una nuova autopsia per approfondire ulteriormente le circostanze della morte.
Il magistrato ha già in possesso l’autopsia originale, ma l’intento di eseguire ulteriori indagini sottolinea l’importanza del caso e l’esigenza di chiarire eventuali misteri riguardanti la vita e la morte dell’ex politico. Il fatto che il corpo di Matacena sia stato cremato ha sollevato ulteriori interrogativi sulla gestione delle pratiche post-mortem.
Il ruolo legale e le testimonianze familiari
L’avvocato Candido Bonaventura, rappresentante legale del figlio di Amedeo Matacena, ha espresso il proprio scetticismo riguardo alla condizione di salute del defunto. In una recente apparizione televisiva, Bonaventura ha riferito che nessuno, né i medici né i familiari, avrebbero mai comunicato al figlio che Matacena fosse affetto da gravi problemi cardiaci. Questa affermazione pone interrogativi sull’informazione e la trasparenza in seno alla famiglia.
Durante il colloquio, Bonaventura ha anche discusso del processo di cremazione, rivelando che il figlio ha ricevuto un messaggio audio dalla nuova compagna di Matacena, in cui si chiedeva l’autorizzazione alla creazione. È significativo notare che il figlio sostiene di non aver mai ascoltato il padre esprimere tale desiderio in vita, creando un’ulteriore complessità legale e affettiva in relazione alla questione.
In aggiunta a queste dichiarazioni, il legale ha toccato anche la controversia riguardante i testamenti di Amedeo Matacena. Ne esistono due versioni, una redatta a Dubai e l’altra antecedente alla sua latitanza in Liguria. La differenza temporale tra le firme ha sollevato dubbi sulla validità di uno dei due documenti, ma Bonaventura ha confessato di non essere in grado di affermare se vi siano state delle falsificazioni.
Le implicazioni legali dell’inchiesta
L’inchiesta sulla morte di Amedeo Matacena ha attirato l’attenzione non solo dei media, ma anche delle autorità legali. L’ultima moglie di Matacena, Maria Pia Tropepi, è attualmente indagata per l’ipotesi di avvelenamento. Le accuse nei suoi confronti si basano in parte sulla convinzione espressa dal figlio e dal legale di Matacena che la salute del defunto non fosse mai stata realmente messa in discussione, lasciando spazio a interrogativi sull’autenticità delle azioni e delle decisioni intraprese dalla moglie.
Questo caso rivela non solo la complessità di una morte che apparentemente presenta cause naturali, ma anche il contesto di tensioni familiari e il possibile intreccio di interessi economici e sentimentali sospetti. Le indagini puntano a verificare ogni aspetto delle circostanze attorno alla morte di Matacena, portando alla luce questioni legate al diritto ereditario, alla trasparenza in ambito medico e alla responsabilità legale degli individui coinvolti.
In un panorama di confusione e incertezze, la ricerca della verità continua ad avanzare, ponendo interrogativi sul valore della vita e sulle dinamiche relazionali che possono influenzare le scelte più delicate anche dopo la morte.