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Milano: la lotta di un agente di commercio contro la ludopatia e il suo percorso di riscatto

Milano: la lotta di un agente di commercio contro la ludopatia e il suo percorso di riscatto - Bagolinoweb.it

Un viaggio complesso, costellato di sfide e ripartenze, quello di Alberto, un giovane agente di commercio di 30 anni che ha dovuto affrontare la dipendenza dal gioco d’azzardo. La sua storia si intreccia con quella di tanti altri, che hanno trovato aiuto nello Spazio Giò, uno sportello dedicato all’assistenza per problemi legati al gioco d’azzardo patologico situato all’ospedale Niguarda di Milano. Attraverso il racconto di Alberto, si possono comprendere le intricate dinamiche della ludopatia, e il coraggio necessario per affrontare e superare questa forma di dipendenza.

I primi passi nel mondo del gioco

Fin da giovane, Alberto è stato attratto dal mondo del gioco. La sua avventura è iniziata durante gli anni da studente, quando, tra uno studio e l’altro, il ragazzo si divertiva a scommettere un po’ di soldi dati dai genitori. A 18 anni, spinto dagli amici, varca per la prima volta la soglia di un casinò, un momento che segna l’inizio della sua battaglia contro la ludopatia. Nonostante il gioco non lo attiri particolarmente, quella prima scommessa di 20 euro si trasforma in un portale per un’ossessione che cambierà il corso della sua vita.

La crescente attrazione per le scommesse, alimentata da vittorie iniziali e dalla frustrazione quotidiana, porta Alberto a spendere migliaia di euro ogni settimana. Le video lottery, in particolare, diventano il suo rifugio, un luogo dove si perde il senso del denaro. La vita sociale di Alberto subisce un drastico cambiamento: abbandona gli incontri con amici e la propria ragazza, dedicando ogni momento libero al gioco. La sua esistenza scivola verso una routine sterile, priva di emozioni se non quelle legate all’adrenalina del gioco.

La caduta e la consapevolezza del problema

La situazione di Alberto degenera ulteriormente quando i suoi genitori si trasferiscono all’estero e chiudono l’azienda di famiglia. Questa importante fase di transizione segna un punto di non ritorno. La solitudine lo spinge sempre più verso il gioco, che diventa non solo un passatempo ma un modo per sfuggire a una realtà che non riesce più a gestire.

Il lockdown del 2020 rappresenta una parentesi inaspettata: per la prima volta, le sale da gioco chiudono e Alberto trova per un breve periodo la forza di resistere, pensando di aver ritrovato un certo equilibrio. Tuttavia, la riapertura delle sale nel giugno dello stesso anno segna un nuovo capitolo nella sua lotta. Alberto cede nuovamente, promettendo a se stesso di non andare a giocare, solo per ritrovarsi, il giorno dopo, a perdere una somma mai spesa prima. Questo momento di crisi lo spinge finalmente a cercare aiuto, consapevole che la sua salute mentale e finanziaria è ormai a rischio.

Il percorso di recupero allo Spazio Giò

Alberto scopre Spazio Giò grazie alla sua fidanzata, che gli invia una locandina informativa. Inizialmente indeciso, trova finalmente il coraggio per contattare lo sportello dedicato al sostegno per le persone con problemi di ludopatia. Ogni visita diventa una tappa fondamentale del suo percorso di recupero. Gli operatori dello sportello lo aiutano a comprendere la gravità della sua situazione e a mettere in atto delle strategie per gestire le sue finanze.

Una delle prime misure adottate è quella di coinvolgere i suoi familiari e amici nel monitoraggio delle spese. Questo gesto non solo riduce le occasioni di scommesse, ma riscopre anche un senso di comunità e supporto che Alberto aveva trascurato. Inoltre, attraverso le sedute con psicologi, riesce a put un nome ai demoni che lo perseguitano, esaminando la sua vita familiare e la sua carriera, elementi che hanno contribuito alla sua dipendenza.

Riscoprire la vita e costruire un futuro

I miglioramenti nella vita di Alberto non sono solo segni di progresso ma veri e propri traguardi emotivi. Piccole vacanze, cene con la fidanzata, e ora anche l’acquisto di una casa: ogni passo rappresenta un ritorno a una vita normale, lontana dai rischi del gioco. Alberto riesce a raccontare questi successi con il cuore colmo di emozione, consapevole che la lotta non è finita e che il rischio di ricaduta esiste, ma abbraccia anche la consapevolezza di avere a disposizione strumenti e supporto per affrontare le sfide future.

La sua storia è un monito e un esempio di come, attraverso aiuto e determinazione, sia possibile intraprendere un cammino di guarigione e rinascita. Milano, con le sue strutture di supporto come Spazio Giò, dimostra di essere un alleato nella lotta contro la dipendenza da gioco, offrendo una luce di speranza a chi si trova nel buio.