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L’ombra del Cremlino: la figlia di Boris Nemtsov racconta la sua relazione con una spia russa

L’ombra del Cremlino: la figlia di Boris Nemtsov racconta la sua relazione con una spia russa - Bagolinoweb.it

Zhanna Nemtsova, figlia del compianto Boris Nemtsov, sta condividendo la sua storia personale riguardante Pablo González, noto anche come Pavel Rubtsov, un agente segreto russo arrestato in Polonia nel 2022. Nemtsov, assassinato nel 2015 vicino al Cremlino, ha sempre attirato l’attenzione dei servizi segreti russi, e il racconto di sua figlia offre uno spaccato inquietante delle dinamiche di spionaggio che circondano le figure dell’opposizione russa.

La scoperta di una doppia vita

Nel 2019, Zhanna Nemtsova inizia a nutrire dei sospetti su Pablo González, un giornalista freelance che si era presentato come un corrispondente di un quotidiano basco. Non riusciva a spiegare come un giornalista di un piccolo quotidiano potesse sostenersi con un certo stile di vita, ed è solo dopo il suo arresto nel 2022 che scopre la verità. Le indagini successive rivelano che González aveva accumulato un gran numero di informazioni su di lei e sulle comunicazioni del padre Boris. Questo solleva interrogativi su come l’agente dei GRU, i servizi segreti russi, fosse riuscito a infiltrarsi nel suo ambiente senza destare sospetti.

Zhanna si è rifiutata di fornire dettagli sulle indagini, ma ha chiarito che non vede la motivazione di González come puramente economica. La sua impressione è quella di un agente che, mosso da una convinzione ideologica, ha operato per il regime di Vladimir Putin, nutrendo sentimenti di disprezzo verso l’Ucraina. Secondo Nemtsova, González condivide una narrativa imperialista che si sposa con le posizioni ufficiali del Cremlino.

Relazioni e deception

González contattò Nemtsova per la prima volta presentandosi come “Pablo Gonzáles”. Nonostante il suo accento spagnolo, si mostrò persuasivo e riuscì a ottenere un’intervista, diventando parte delle sue cerchie sociali. Nel corso del tempo, ha partecipato a eventi pubblici e ha tenuto lezioni di giornalismo di guerra a Praga, dove si era trasferita. Nonostante la sua apparenza, Nemtsova ha rivelato che era conosciuto per le sue convinzioni filocremiline e non ha mai espresso dubbi o critiche nei confronti di Putin.

Il rapporto tra i due si è evoluto, ma i segnali di allerta sono emersi quando Nemtsova ha cominciato a notare alcune incongruenze, come la mancanza di rispetto di González per l’Ucraina. Si è chiesta come uno che si presentava come un giornalista potesse avere una visione così distorta e negativa di un intero Paese e della sua gente.

Sospetti e conferme

Nemtsova rivela che nel suo ambiente si conoscevano le radici familiari di González, che nel racconto di sé stesso era andato idealizzando la sua origine spagnola. Un amico di Zhanna lo ha messo in dubbio, affermando che era “russo al 100 percento”. Questo episodio le ha fatto alzare la guardia e ad approfondire la sua indagine su González, portandola a mettere in discussione la sua reale identità.

Le sue domande hanno evidenziato il contrasto tra la vita da giornalista che González professa e il suo stile di vita apparentemente elevato, dando adito all’idea che potesse trattarsi di una figura di spionaggio. Venendo a conoscenza delle sue connessioni e delle sue attività, Nemtsova ha iniziato a contattare esperti, ma inizialmente non ha riscontrato ascolto.

L’arresto di Pablo González e le sue conseguenze

Dopo l’arresto di Pablo González in Polonia, Zhanna ha avuto conferma dei suoi sospetti. Sebbene il suo caso sia stato oggetto di controversie e le sue ragioni difese da alcuni, Nemtsova è ferma nel sostenere che González non fosse un giornalista, ma un operatore di spionaggio. Oggi è chiaro che l’operato di González rappresenta un pericolo per chiunque si opponga al regime di Mosca.

L’arresto ha sollevato molteplici interrogativi sulla sua storia, comprese alcune affermazioni riguardanti la sua detenzione e liberazione, che hanno scatenato risentimenti e teorie complottiste. Durante lo scambio di prigionieri che ha portato alla sua liberazione, i segni di ella difficoltà vissuta da González sono stati percepiti da molti, ma non hanno cancellato i sospetti che gravano su di lui.

Un futuro incerto per Pablo González e le sue vittime

La sorte di Pablo González rimane incerta: mentre viene incriminato in Polonia, la possibilità di tornare in Spagna è ridotta al minimo. La sua doppia vita, emersa con l’analisi dei documenti e delle testimonianze, continua a rappresentare un monito sui rischi di esporsi come figure pubbliche, specialmente in un contesto di violazione dei diritti umani e abuso di potere commesso dal regime russo.

Zhanna Nemtsova conclude il suo racconto esprimendo frustrazione per la situazione politica in Russia e la distorsione della verità a cui il regime sta conducendo. Le sue parole risuonano come un avvertimento per tutti coloro che, nella loro ricerca di verità e giustizia, si trovano a fronteggiare i fantasmi del passato e le minacce del presente.

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