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Lavorare nella legalità: il monito del Procuratore Gratteri agli artigiani di Napoli

Lavorare nella legalità: il monito del Procuratore Gratteri agli artigiani di Napoli - Bagolinoweb.it

La legalità è un pilastro fondamentale per la crescita economica e sociale di una comunità, eppure rappresenta un tema cruciale mai completamente risolto. Durante un recente incontro con la Cna di Napoli, il Procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri, ha ribadito l’importanza di operare nel rispetto delle leggi, evidenziando i gravi rischi derivanti dal contatto con le organizzazioni mafiose. Le sue parole, incisive e chiare, hanno sottolineato come le scorciatoie siano un’illusione pericolosa anche per le piccole imprese e gli artigiani locali.

Il rischio del contatto con le mafie

Il procuratore Gratteri ha esordito con un avvertimento forte e chiaro: chi sceglie di collaborare con le mafie non solo mette a repentaglio il proprio business, ma anche la propria libertà. Le organizzazioni mafiose non si limitano a spacciarsi per traffico di droga; si infiltrano in tutti gli ambiti economici, mirando a ristoranti, negozi e piccole imprese, come se stessero pianificando una strategia d’acquisto piuttosto che una semplice estorsione. Un esempio citato da Gratteri è l’ingresso di un socio di minoranza: un passo che può sembrare innocuo, ma che in realtà segna l’inizio di una spirale discendente che culmina con la perdita dell’azienda e della libertà personale.

Questa infiltrazione è generalmente accompagnata da un senso di impotenza e sfiducia nel sistema. Gratteri ha tracciato un parallelo tra l’usura e la tossicodipendenza, evidenziando come entrambi comportino una progressiva perdita di controllo. Le mafie, con le loro pratiche estorsive, trovano il terreno fertile per radicarsi e prosperare, rendendo così difficile la possibilità di libertà economica e personale.

L’usura: una trappola inescapabile

Un altro punto cruciale dell’intervento è stato dedicato al tema dell’usura. Gratteri ha messo in guardia gli artigiani sull’illusione di credere di poter superare il problema da soli. L’usura, ha affermato il magistrato, è una vera e propria trappola: chi la subisce viene fagocitato dalla violenza e dalla paura, rendendo quasi impossibile la via d’uscita. La sua raccomandazione è chiara: “Meglio fallire che cadere nell’usura.” Questo concetto implica un approccio proattivo alla legalità, dove il fallimento non è visto come una sconfitta, ma come un’opportunità per ricominciare senza doversi piegare a compromessi inaccettabili.

La denuncia è, secondo Gratteri, l’unica via per liberarsi da queste catene. Le vittime di usura devono avere il coraggio di rivolgersi a organizzazioni anti-usura, dove possono ricevere supporto e protezione. Solo avvalendosi dell’aiuto di esperti può essere recuperata una certa dignità lavorativa e sociale. L’approccio alla disintossicazione dall’usura è paragonabile a quello necessario per liberarsi dalla dipendenza da sostanze. Reclutare aiuto è fondamentale; non bisogna vergognarsi di chiedere supporto.

Un appello alla responsabilità collettiva

Il messaggio del Procuratore Gratteri si fa portavoce di una responsabilità collettiva che coinvolge sia i singoli cittadini che le istituzioni. La legalità non deve essere vista come un peso, ma come una possibilità di sviluppo per le imprese e per l’intera comunità. In un contesto di crescente difficoltà economica, resistere alla tentazione di accettare compromessi con le mafie è fondamentale per garantire un futuro prospero e sicuro.

La presenza dello Stato e delle sue istituzioni deve risultare tangibile, e una sinergia tra artigiani, imprenditori e forze dell’ordine può generare un clima di fiducia e sicurezza. Solo così sarà possibile sradicare le infiltrazioni mafiose e garantire un ambiente di lavoro sano e legittimo per le generazioni future. Gratteri, con le sue parole, ha voluto accendere un faro su questo tema, spingendo ciascuno a riflettere sulle scelte quotidiane e sull’importanza di operare nella legalità.