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Lanciano commemora l’81° anniversario della rivolta: un richiamo alla memoria collettiva

Lanciano commemora l'81° anniversario della rivolta: un richiamo alla memoria collettiva - Bagolinoweb.it

Il 5 e 6 ottobre 1943, Lanciano visse un capitolo cruciale della sua storia, una rivolta che oggi, a distanza di oltre ottant’anni, viene commemorata con grande rispetto e profonda emozione. La cerimonia, che ha visto la partecipazione del sindaco Filippo Paolini e di numerose autorità locali, si è svolta davanti al monumento dedicato agli Eroi Ottobrini. In un contesto internazionale segnato da conflitti e divisioni, l’intervento del sindaco ha messo in luce l’importanza della memoria storica per costruire un futuro di pace.

Un richiamo alla memoria collettiva

Nel suo discorso, il sindaco Filippo Paolini ha enfatizzato come la memoria sia un dovere imprescindibile, soprattutto in un periodo in cui sembra che le esperienze passate tendano a scomparire dalla coscienza collettiva. “La memoria è un dovere oggi più che mai,” ha dichiarato, sottolineando che la dimenticanza delle guerre e delle atrocità ad esse collegate non può essere tollerata. Infatti, mentre i conflitti si ripresentano in varie parti del mondo, è fondamentale che la comunità non perda di vista le lezioni apprese dai tragici eventi del passato. La celebrazione della rivolta lancianese è quindi non solo un atto di rispetto per coloro che hanno combattuto, ma anche una chiamata alla responsabilità attuale di ciascun cittadino.

La cerimonia di commemorazione

La cerimonia si è svolta con la partecipazione di diverse autorità, tra cui il viceprefetto di Chieti, Valentina Italiani, e rappresentanti di associazioni come ANPI, numerose forze dell’ordine, associazioni combattentistiche e culturali, e un’importante delegazione di studenti. Questi ultimi, in particolare, rappresentano il futuro e l’importanza di educare le nuove generazioni alla storia e ai valori fondamentali di libertà e giustizia. Durante il momento commemorativo, le autorità hanno deposto corone di fiori in ricordo dei caduti, mentre il silenzio e il rispetto hanno avvolto il monumento, simbolo della resistenza e del sacrificio del popolo lancianese durante l’occupazione nazifascista.

La resistenza e il sacrificio di Lanciano

Il sindaco Paolini ha ricordato i profondi valori che i luoghi e gli eventi storici ci tramandano. “Dobbiamo combattere l’indifferenza e promuovere il dialogo, il rispetto e contrastare ogni forma di intolleranza,” ha proseguito. Una riflessione importante considerando le atrocità subite dalla popolazione di Lanciano durante la guerra. Il 1943 fu un anno di stragi e sofferenze, ma anche di eroismo. Durante la rivolta, torturati e uccisi, gli eroi locali non si piegarono di fronte alla violenza oppressiva, e la loro determinazione contribuì a stimolare una resistenza forte e generosa.

Undici giovani persero la vita in combattimento, e altri dodici furono vittime di rappresaglie. Tra loro, Trentino La Barba, un nome che è rimasto impresso nella memoria collettiva della città e che ha ricevuto il prestigioso riconoscimento della medaglia d’oro al valore militare. La commemorazione ha anche messo in luce l’importanza del monumento agli Eroi Ottobrini, inaugurato dal presidente della Repubblica Antonio Segni nel 1963, che rappresenta un simbolo indelebile della lotta per la libertà avvenuta sul territorio.

Il futuro della memoria storica

Mentre la cerimonia si chiudeva, la speranza di un futuro in cui le esperienze del passato siano tramandate e celebrate si faceva sempre più forte. La città di Lanciano, custode di una storia di resistenza e coraggio, continua a promuovere una cultura della memoria, fondamentale per evitare che simili eventi possano ripetersi. L’insegnamento della storia, l’importanza di ricordare e l’impegno a costruire un mondo migliore sono i messaggi che la città desidera trasmettere, ricordando che la memoria non è solo un atto di reverenza per il passato, ma un monito per il presente e il futuro. La medaglia d’oro al valor militare conquistata da Lanciano è, dunque, più di un riconoscimento: è un patrimonio, un simbolo di speranza e resistenza, un legame indissolubile con le generazioni future.