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La straordinaria testimonianza di Domenica Ciccone: come ha protetto gli ebrei durante l’occupazione

La straordinaria testimonianza di Domenica Ciccone: come ha protetto gli ebrei durante l'occupazione - Bagolinoweb.it

La storia di Domenica Francesca Ciccone, una centenaria di 102 anni, risolleva un capitolo significativo della Seconda Guerra Mondiale a L’Aquila, dove la sua azione umanitaria ha salvato molte vite. Attraverso la sua narrazione, si scopre un’eredità di coraggio e solidarietà in un periodo di paura. Questo racconto è emerso recentemente da un’intervista rilasciata al quotidiano Il Centro dal giornalista Giustino Parisse.

L’importanza di Domenica Ciccone nella storia di L’Aquila

Nata a Monticchio il 4 ottobre 1922, Domenica Ciccone è un esempio vivente di resilienza e altruismo. Durante gli anni più bui della guerra, quando la città era occupata dai tedeschi e la vita quotidiana era segnata da estrema precarietà, Domenica ha dimostrato un’implacabile determinazione nel proteggere gli ebrei dalla cattura. La sua nonna, affettuosamente chiamata Mimma, vive oggi in una piccola casa a Sant’Eusanio Forconese e condivide i suoi ricordi con vivace chiarezza, nonostante siano trascorsi otto decenni da quegli eventi.

Mimma ha dedicato gran parte della sua vita professionale al servizio delle Poste. La sua posizione le ha permesso di entrare in contatto con personalità influenti dell’epoca, in particolare l’arcivescovo Carlo Confalonieri, che ha svolto un ruolo cruciale nella protezione degli ebrei. L’arcivescovo, alla guida della diocesi aquilana durante la guerra, manifestò un grande impegno umanitario e Domenica ne divenne una fidata collaboratrice.

Questa relazione ha fornito a Mimma le risorse e l’accesso necessari per portare avanti la sua missione di salvataggio. Oltre a fare da intermediaria, ha operato in un clima di paura e incertezza, sapendo bene quanto fosse rischiosa ogni azione intrapresa.

Le azioni di salvataggio e l’ideazione di travestimenti

Le operazioni di salvataggio di Mimma coinvolgevano travestimenti audaci: le donne ebraiche venivano camuffate da suore, mentre gli uomini assumevano l’aspetto di frati. Questi travestimenti sarebbero stati cruciali per permettere il loro passaggio nei conventi, dove avrebbero potuto trovare rifugio temporaneo. Questo piano richiedeva astuzia e coraggio, ma la determinazione di Mimma era alimentata dalla consapevolezza della vita in gioco.

In un’intervista, Mimma descrive come si recasse regolarmente alla libreria di Amalia Agnelli in corso Umberto, un luogo da cui riceveva messaggi codificati. Amalia le comunicava i nomi e le ubicazioni degli ebrei da salvare, mascherati da “libri” o altre merci innocue. Questo sistema di comunicazione sicuro ha permesso a Mimma di riferire all’arcivescovo e di coordinarsi con altri membri della Chiesa per garantire che gli ebrei ricevessero il giusto aiuto.

Domenica ha menzionato specificamente le visite ai conventi delle suore Micarelli e di San Giuliano, dove molti trovarono un rifugio sicuro. Ogni viaggio era un atto di grande rischio, eppure Mimma affrontò queste sfide con tenacia e cuore. Le sue azioni rappresentano un esempio indomito di come l’essere umano possa superare paure e ingiustizie attraverso l’atto di proteggere il prossimo.

La memoria di un’epoca e l’eredità di Mimma

Nonostante l’età avanzata e gli anni trascorsi, Domenica Ciccone conserva una lucidità e una memoria incredibili. Descrive la paura che pervadeva la città di L’Aquila durante l’occupazione, rendendo difficile la vita quotidiana. La requisizione di beni da parte delle forze tedesche aveva creato un clima di inquietudine palpabile in tutta la comunità.

Quando le si chiede del suo rapporto con l’arcivescovo Confalonieri, Mimma dice di apprendere dall’uomo di fede, non solo il suo ruolo di guida spirituale, ma anche la sua umanità e disponibilità nei momenti di grande bisogno. Questo legame ha rafforzato la sua determinazione nel portare avanti le proprie azioni di salvataggio, consapevole di essere parte di una rete più ampia di resistenza contro l’ingiustizia.

Il suo racconto non è solo una testimonianza personale, ma anche un contributo prezioso alla memoria storica della comunità e alla comprensione dei meccanismi di salvezza attuati durante la guerra. Le esperienze di Mimma Ciccone hanno ridefinito la storia di L’Aquila in un contesto di umanità e coraggio, rappresentando un esempio di attivismo pacifico e altruista in tempi di crisi.