La Corte d’assise di Sassari continua a essere il palcoscenico di un caso di omicidio che ha scosso profondamente la comunità di Olbia. La testimonianza cruciale fornita dalla perizia psichiatrica di Davide Iannelli, accusato dell’omicidio del vicino di casa Toni Cozzolino, rimane al centro di un dibattito legale acceso. Il fatto di cronaca, avvenuto l’11 marzo 2022, coinvolge un episodio violento in cui Cozzolino è stato bruciato vivo, per poi morire dieci giorni dopo in ospedale. Il procedimento giudiziario è entrato in una fase decisiva, con la difesa di Iannelli che ha sollevato obiezioni riguardo alla validità della perizia.
Il rigetto delle obiezioni della difesa
Nell’udienza mattutina di oggi, la Corte ha rigettato le eccezioni presentate dagli avvocati difensori Cristina Cherchi e Abele Cherchi. Gli avvocati sostenevano che la perizia psicologica condotta dalla dottoressa Claudia Granieri fosse da considerare nulla. Il loro argomento si fondava sul fatto che l’esperta non avesse interagito direttamente con Iannelli per raccogliere informazioni necessarie alla valutazione psichiatrica, delegando invece il compito a un suo collaboratore. Nonostante tali obiezioni, i giudici hanno ritenuto che la perizia fosse valida. Questo ha confermato la valutazione fatta dalla Granieri, secondo cui Iannelli è capace di intendere e volere, una conclusione cruciale che potrebbe influenzare il risultato del processo.
La decisione di confermare la perizia, e quindi la capacità di Iannelli di essere ritenuto responsabile, getta una luce significativa sulle prospettive del caso. Gli avvocati di difesa dovranno ora considerare altre strategie legali nel tentativo di sovvertire l’impianto accusatorio, che si fa sempre più solido con l’andare del tempo.
La difesa presenta nuove prove
Oltre alla contestazione della perizia psichiatrica, il team difensivo ha presentato ulteriori documenti durante l’udienza. Questa documentazione intende dimostrare che Iannelli possedeva un decespugliatore, suggerendo che la benzina da lui acquistata la mattina dell’omicidio fosse destinata a tale utilizzo, e non come arma contro Cozzolino. Questa argomentazione cerca di sfidare l’idea che Iannelli avesse premeditato l’omicidio. I difensori intendono quindi dimostrare che non vi fosse un’intenzione malefica, ma solo un infortunato uso del carburante per il lavoro di giardinaggio.
La presentazione di questa prova è cruciale, poiché potrebbe alterare la percezione della giuria riguardo le motivazioni di Iannelli nel momento dell’omicidio. Tuttavia, la questione rimane complessa e la verità di quanto accaduto il giorno dell’assalto continua a essere oggetto di investigazioni dettagliate da parte della pubblica accusa.
Prossimi passi del procedimento giudiziario
Il processo riprenderà l’8 ottobre, quando la pubblica ministero Claudia Manconi avrà l’opportunità di esporre la propria requisitoria. Sarà un momento fondamentale, in cui la pm presenterà le conclusioni della sua indagine, cercando di convincere la Corte della responsabilità di Iannelli in merito all’omicidio. Subito dopo, gli avvocati di parte civile, Giampaolo Murrighile, Antonio Fois e Massimo Perra, presenteranno le loro argomentazioni, con l’intento di costringere il tribunale a riconoscere le sofferenze inflitte alla vittima e ai suoi familiari.
Sia la pubblica accusa che la difesa continuano a prepararsi per l’incisivo confronto in aula, preparandosi a esplorare ogni aspetto della vicenda, dall’analisi dettagliata delle prove fino all’interpretazione delle dichiarazioni dei testimoni. I cittadini di Olbia, e in particolare la comunità locale di Cozzolino, attendono con trepidazione una risoluzione a questo tragico evento che ha segnato la loro città.