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La lanaterapia di Gomitolorosa si espande: cinque nuovi ospedali in Italia

La lanaterapia di Gomitolorosa si espande: cinque nuovi ospedali in Italia - Bagolinoweb.it

Gomitolorosa, l’associazione che promuove la lanaterapia come strumento di benessere, sta ampliando il suo progetto a cinque nuovi ospedali, di cui tre situati in Lombardia. Questa iniziativa, nata dalla fusione di artigianato e terapia, mira non solo a supportare i pazienti nella riduzione di stress e ansia, ma anche a promuovere un uso sostenibile della lana autoctona, creando un importante legame tra salute e comunità.

Il concetto di lanaterapia: benessere psico-fisico e solidarietà

La lanaterapia, pratica alla base del progetto di Gomitolorosa, unisce elementi di benessere psicologico e fisico attraverso il lavoro a maglia. Questo approccio è nato nel 2012 grazie all’iniziativa di Alberto Costa, oncologo di Biella, che ha compreso come il gesto ripetitivo e metodico del lavorare a maglia possa avere effetti profondamente positivi sulla salute mentale dei pazienti. Numerosi studi, tra cui quello condotto con l’Istituto Neurologico Besta di Milano, hanno evidenziato come i pazienti che si impegnano in attività di lanaterapia mostrino miglioramenti non solo nella comprensione della loro malattia, ma anche nella qualità delle interazioni con il personale sanitario.

Il movimento ha ottenuto crescente attenzione, coinvolgendo oltre 2.500 volontari e 30 ospedali. Lavorare a maglia rilascia endorfine, inducendo uno stato di calma simile alla meditazione e aiutando i partecipanti a distogliere l’attenzione dalle preoccupazioni quotidiane. In questo contesto, la capacità di concentrarsi su un’attività concreta consente non solo di migliorare l’umore, ma anche di rafforzare l’autostima.

Un elemento innovativo del progetto è rappresentato dal kit di lanaterapia, concepito per facilitare l’accesso a questa pratica terapeutica. Contenuto in un astuccio igienizzabile, il kit include un gomitolo, un uncinetto e un video tutorial accessibile tramite QR Code, rendendo la pratica accessibile a tutti, anche a chi è alle prime armi.

Un progetto di solidarietà: il contributo della comunità

Uno degli aspetti più significativi di Gomitolorosa è il forte elemento di solidarietà che pervade l’intero progetto. Durante le sessioni di lavoro a maglia, i pazienti producono esagoni colorati che, una volta cuciti insieme, daranno vita a coperte e scalda-gambe. Questi oggetti non solo rappresentano il frutto del lavoro creativo dei partecipanti, ma saranno anche donati agli ospedali coinvolti, creando un circolo virtuoso di sostegno e condivisione.

L’iniziativa rappresenta una preziosa opportunità per i pazienti di contribuire attivamente a un progetto comune, rafforzando il senso di appartenenza a una comunità più ampia. Il passaggio da un lavoro individuale a un risultato collettivo esemplifica come la lanaterapia possa rafforzare i legami sociali e generare un impatto positivo negli ambienti ospedalieri.

Espansione nel sistema sanitario: nuovi ospedali e un obiettivo ambizioso

Con la recente partecipazione a MSD CrowdCaring, Gomitolorosa si prepara a espandere la sua rete, portando la lanaterapia in cinque nuovi centri di cura. Tra gli ospedali coinvolti ci sono l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Sette Laghi a Varese, l’Azienda Societaria Provinciale di Siracusa, l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale Valle Olona a Busto Arsizio, il Presidio Ospedaliero Corigliano a Cosenza e l’Ospedale Multimedica Castellanza sempre a Varese.

L’associazione ha pianificato di distribuire mille kit di lanaterapia in questi centri, perseguendo l’obiettivo di estendere il raggiungimento sociale della propria iniziativa. Essenziale in questo progetto è l’utilizzo di lana proveniente da allevamenti italiani, spesso soggetta a sovrapproduzione e considerata rifiuto speciale. La missione di Gomitolorosa trasforma questa risorsa in un potente strumento terapeutico e sociale, rimarcando l’importanza della sostenibilità ambientale attraverso pratiche artigianali virtuose.

Gomitolorosa invita quindi ospedali e volontari a unirsi a questa causa, creando così un’opportunità per migliorare il benessere psicofisico dei pazienti e coinvolgere maggiormente la comunità in un progetto di grande rilevanza umana e sociale.

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