La situazione della specialistica ambulatoriale in Basilicata è oggetto di crescente preoccupazione tra i medici del sindacato Sumai-Assoprof. Questi professionisti, che operano sia nei poliambulatori che a domicilio, segnalano un evidente disallineamento tra la domanda di assistenza sanitaria e le risorse disponibili sul territorio. Nonostante le ripetute richieste di dialogo con le istituzioni sanitarie locali e regionali, le problematiche non sembrano ottenere l’attenzione necessaria. Con circa il 90% del monte ore dedicato alla specialistica ambulatoriale coperto da questi medici, la loro voce risuona come fondamentale per la salute della popolazione lucana.
Aumento della domanda e scarsità di specialisti
Il fabbisogno di assistenza sanitaria nella regione è cresciuto in modo significativo, creando una pressione sui servizi già esistenti. Tuttavia, i medici specialisti avvertono che l’offerta è insufficiente per soddisfare tali esigenze. Una delle ragioni principali di questa disparità risiede nell’attrattività limitata della Basilicata per i professionisti sanitari provenienti da altre aree d’Italia. Negli ultimi anni, molti specialisti hanno lasciato i poliambulatori pubblici della regione per cercare opportunità più vantaggiose in altre località o nel settore privato.
La retribuzione per gli specialisti ambulatoriali in Basilicata è un ulteriore fattore che contribuisce alla fuga dei medici. Con una paga di circa 29 euro l’ora lordi, che è nettamente inferiore rispetto alle retribuzioni offerte in altre regioni italiane e nel settore privato, molti medici hanno scelto di seguire percorsi professionali alternativi. Purtroppo, le Aziende sanitarie lucane non hanno implementato misure efficaci per mantenere e attrarre talenti, come corsi di formazione o incentivi economici. La mancanza di un accordo integrativo decentrato regionale, non rinnovato dal 2007, complica ulteriormente la situazione, ostacolando l’implementazione di progetti e iniziative importanti per la salute pubblica.
Disorganizzazione del sistema di prenotazione e gestione delle prestazioni
Un altro elemento critico che i medici specialisti evidenziano è la disorganizzazione all’interno del Centro unico di prenotazione , il quale non è in grado di gestire in modo efficace l’erogazione delle prestazioni sanitarie. La difficoltà nella gestione del lavoro è percepita come un serio ostacolo per gli specialisti rimasti in servizio, tra i quali molti non risultano essere inclusi nei piani di abbattimento delle liste di attesa. A questo proposito, è emblematico che si ricorra a radiologi di università esterne, come quella di Napoli, per servizi che potrebbero essere forniti localmente, generando costi superiori e aumentando il tempo di attesa per i pazienti.
Particolari problematiche affliggono anche la disponibilità di specialisti in settori specifici. Nel Lagonegrese, ad esempio, le agende per le visite otorinolaringoiatriche sono chiuse da mesi, costringendo i pazienti a lunghi tempi d’attesa e privando il medico di lavoro. In aggiunta, ci sono anche criticità nelle ore di lavoro dedicate ad altre branche, come Odontoiatria e Ortodonzia, le quali, pur essendo state allocate a luglio 2023, non sono state ancora assegnate ai dottori disponibili.
Conseguenze per i pazienti e il sistema sanitario
Il risultato combinato di questi fattori crea una situazione insostenibile per i pazienti lucani, costretti a fare i conti con liste d’attesa sempre più lunghe e con una qualità dell’assistenza compromessa. Le difficoltà nella programmazione delle prestazioni si traducono in un accesso limitato a cure necessarie, aggravando un panorama già vulnerabile dal punto di vista sanitario. La mancanza di una strategia chiara da parte delle istituzioni sanitarie sembra ostacolare una possibile risoluzione dei problemi.
Senza un intervento tempestivo e adeguato, si teme che la qualità dell’assistenza sanitaria in Basilicata continui a deteriorarsi, portando a profonde ripercussioni sulla salute della popolazione. È imperativo che le autorità locali, assieme alle Aziende sanitarie, riconoscano l’urgenza di questa situazione e inizino a considerare seriamente le richieste dei medici specialisti. Solo attraverso un approccio coordinato e risoluto sarà possibile garantire un servizio sanitario efficiente e di qualità per tutti i cittadini.