Le crescenti tensioni in Medio Oriente vedono Israele intraprendere un’operazione militare su più fronti, mirando a neutralizzare le minacce derivanti da Hezbollah e dalle milizie Houthi in Yemen. Queste azioni seguono le continue affermazioni dei leader israeliani riguardo alla ferma risposta contro qualsiasi attacco diretto al paese. Gli sviluppi recenti delineano una strategia bellica articolata, mentre le relazioni con l’Iran e i suoi alleati si intensificano.
L’operazione contro gli Houthi in Yemen
Recenti raid aerei condotti dalle Forze di Difesa Israeliane hanno fatto mira ai porti di Hodeidah e Ras Issa, utilizzati dagli Houthi per il rifornimento di armi e petrolio. Nella notte tra sabato e domenica, l’Aviazione israeliana ha effettuato attacchi significativi, allontanandosi fino a 1.800 chilometri dal confine israeliano. Queste operazioni rispondono a precedenti provocazioni da parte delle forze Houthi, che nel mese di settembre avevano lanciato missili balistici e droni verso il territorio israeliano. Le autorità locali riportano almeno quattro morti e numerosi feriti a causa degli attacchi. Tra i luoghi colpiti c’è anche l’aeroporto internazionale di Hodeidah, noto per l’arrivo di carichi militari inviati da l’Iran.
Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, ha evidenziato l’efficacia della campagna militare, affermando che nessun obiettivo è troppo lontano per la forza aerea israeliana. Questo attacco segna la seconda incursione aerea in Yemen negli ultimi mesi, dopo un bombardamento avvenuto nel mese di luglio, a seguito di un drone che aveva colpito Tel Aviv, provocando un morto.
Le azioni contro Hezbollah e il terrorismo in Libano
Il conflitto con Hezbollah ha subìto un acceleramento notevole, con attacchi concentrati sulla leadership del gruppo militantico libanese. Dal 17 ottobre, l’IDF ha fatto sapere di aver eliminato un vasto numero di comandanti di Hezbollah, tra cui figure di spicco legate direttamente al leader Hassan Nasrallah. Questo bombardamento ha avuto luogo al quartier generale di Beirut e ha colpito una serie di personaggi chiave nella gerarchia militare del gruppo. L’IDF ha rilasciato dettagli sul raid, che ha avuto luogo in un’area densamente popolata, sollevando preoccupazioni per la sicurezza dei civili.
In aggiunta, le operazioni israeliane non si sono limitate solo al Libano, ma si sono estese anche in Siria, dove obiettivi ritenuti legati a milizie irachene filo-iraniane sono stati centrati dai caccia israeliani. Queste operazioni rappresentano un ulteriore impegno di Israele per contrastare le forze sostenute da l’Iran nella regione.
La risposta di Teheran e gli Stati Uniti
Le reazioni da l’Iran non si sono fatte attendere. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha espresso preoccupazione per le “conseguenze pericolose” degli attacchi israeliani, sostenendo che il regime di Tel Aviv non troverà mai pace. Le minacce della Repubblica Islamica hanno sollevato interrogativi riguardo a possibili ripercussioni regionali.
D’altra parte, gli Stati Uniti hanno ribadito il loro incrollabile sostegno alla sicurezza di Israele. Il portavoce della sicurezza nazionale, John Kirby, ha sottolineato il diritto di Israele a difendersi da attacchi quotidiani. Funzionari statunitensi hanno inoltre suggerito che potrebbero essere in preparazione operazioni belliche di piccola scala al confine con il Libano, lasciando trasparire preoccupazioni per un inasprimento del conflitto.
Le tensioni tra Israele e le milizie sostenute da l’Iran continuano a rappresentare un’ombra inquietante sulla stabilità della regione, mentre gli sviluppi sugli scenari militari potrebbero avere conseguenze significative nel panorama geopolitico del Medio Oriente.