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Irene Pivetti condannata per evasione fiscale e autoriciclaggio: i dettagli della sentenza

Irene Pivetti condannata per evasione fiscale e autoriciclaggio: i dettagli della sentenza - Bagolinoweb.it

Irene Pivetti, ex presidente della Camera dei deputati e figura di spicco del partito della Lega, è stata recentemente condannata dal Tribunale di Milano a quattro anni per evasione fiscale e autoriciclaggio. La sentenza evidenzia un caso complesso che coinvolge transazioni commerciali fittizie e manovre giudiziarie a livello internazionale. Il processo ha sollevato interrogativi non solo sul comportamento della Pivetti, ma anche sulla risposta del sistema giuridico italiano alle alte cariche pubbliche e ai loro obblighi fiscali.

Dettagli della condanna

La condanna di Irene Pivetti, avvenuta sotto la direzione del giudice Angela Scalise, ha portato alla luce un caso di evasione fiscale legato a una presunta compravendita fraudolenta di veicoli da corsa. Gran parte delle prove a carico della Pivetti sono state raccolte tramite rogatorie internazionali in dieci paesi, che hanno dimostrato la simulazione di operazioni finanziarie avviate nel 2016. Pivetti avrebbe acquistato per 1,2 milioni di euro una scuderia di auto da corsa dall’ex pilota Leonardo Isolani e da sua moglie, per poi rivenderla a un imprenditore cinese per ben 10 milioni di euro.

Secondo l’accusa, tuttavia, nessuno degli oggetti contrattualmente previsti, eccetto un logo, è stato realmente trasferito da Pivetti. I veicoli rimasero nella disponibilità degli Isolani a Tenerife, mentre il sito web legato alla transazione è risultato inesistente. La difesa ha contestato la rappresentazione dell’accaduto, mentre il Pubblico Ministero Giovanni Tarzia ha sottolineato la responsabilità di chi, avendo ricoperto ruoli pubblici e avendo ricevuto un vitalizio da parte dei contribuenti, dovrebbe mantenere un particolare rigoroso rispetto per gli obblighi fiscali.

I coimputati e gli sviluppi processuali

In seguito alla sentenza di condanna, anche Leonardo Isolani e sua moglie, Manuela Mascoli, hanno subito la medesima sorte, ricevendo entrambi una pena di due anni di detenzione con sospensione della condanna. Tuttavia, ci sono state differenze significative nei risultati relativi alla figlia di Manuela Mascoli, Giorgia Giovannelli, che è stata assolta da tutte le accuse.

Il caso di Pivetti non è isolato, poiché rientra in un contesto più ampio di indagini relative al suo operato come imprenditrice. Infatti, un altro processo è in corso a Busto Arsizio, dove l’ex presidente della Camera è accusata di frode in forniture pubbliche legate all’importazione di mascherine dalla Cina per un valore di 35 milioni di euro durante la pandemia di Covid-19. Le autorità stanno indagando su come siano stati gestiti questi contratti, aggiungendo ulteriore complessità alla figura interrogata di Pivetti.

Le dichiarazioni di Irene Pivetti

A seguito della condanna, Irene Pivetti ha rilasciato alcune dichiarazioni al riguardo, sostenendo di aver sempre pagato le tasse e affermando di sentirsi perseguitata dalla giustizia. Secondo quanto riferito, Pivetti ha descritto la situazione come un tentativo di screditarla, affermando che si trattava di una “normale” transazione commerciale e non di un lavoro evasivo. Queste affermazioni, purtroppo, non sono riuscite a placare le preoccupazioni espresse dai media e dall’opinione pubblica riguardo al comportamento di un ex funzionario di alto profilo.

Pivetti ha criticato la macchina della giustizia, suggerendo che le istituzioni potrebbero avere bisogno di un “bersaglio” per dimostrare il loro operato. Le sue parole riflettono una frustrazione rispetto al sistema e il modo in cui viene percepita la sua figura, facendo emergere interrogativi su come le persone pubbliche siano trattate nel contesto delle responsabilità fiscali e delle conseguenze legali delle loro azioni. La vicenda di Irene Pivetti rimane quindi sotto il riflettore, sia per le implicazioni legali che per il dibattito più ampio su etica e accountability nella politica italiana.

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