in

Investimenti pubblici in infrastrutture in Italia: un’analisi delle criticità del decennio 2009-2019

Investimenti pubblici in infrastrutture in Italia: un'analisi delle criticità del decennio 2009-2019 - Bagolinoweb.it

Nel periodo compreso tra il 2009 e il 2019, l’Italia ha registrato una significativa diminuzione degli investimenti pubblici destinati alle infrastrutture di tutela del territorio, con una contrazione del 50% rispetto al PIL. Tuttavia, dal 2021 è stata osservata una ripresa, alimentata in parte dai fondi del PNRR. L’analisi condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato, in occasione della ventesima edizione della Convention ‘Energies and Transition Confartigianato High School’ tenutasi a Chia, Cagliari, mette in evidenza l’assenza di progressi sostanziali rispetto al passato.

L’andamento degli investimenti pubblici

Un confronto tra i dati degli investimenti pubblici nel 2003 e nel 2022 rivela che, nonostante le differenze di contesto economico, le cifre sono rimaste pressoché identiche, con 11,1 miliardi di euro nel 2003 e 11,2 miliardi nel 2022. Ciò suggerisce che, nonostante un aumento degli investimenti dal 2021, le risorse allocate non sono riuscite a tradursi in miglioramenti tangibili delle infrastrutture. Questa stasi evidenzia una problematica seria per l’Italia, che deve affrontare la necessità di interventi strutturali e modernizzazione delle opere.

La mancanza di investimenti adeguati ha ripercussioni sulla qualità di vita dei cittadini e sull’efficienza dei servizi pubblici. Le infrastrutture obsolete non solo compromettono la sicurezza e la sostenibilità ambientale, ma contribuiscono anche a una crescita economica più lenta, limitando le opportunità di sviluppo.

Le criticità del sistema idrico

L’analisi di Confartigianato pone un focus particolare sul sistema idrico, un settore che presenta falle significative. Dei circa 8 miliardi di metri cubi di acqua immessi nelle reti comunali, si stima che ben 3,4 miliardi di metri cubi, pari al 42,4%, vengano dispersi. Questo volume di perdite supera addirittura l’acqua fornita all’intero Centro-Nord, che si attesta sui 3,2 miliardi di metri cubi.

Le perdite idriche non sono uniformi sul territorio italiano, mostrando variazioni significative in base alla localizzazione. Nel Nord-ovest, ad esempio, la dispersione è del 33,5%, mentre nelle Isole questo dato sale al 51,9%. Le regioni maggiormente colpite da questa crisi idrica includono la Basilicata, con perdite del 65,5%, seguita da Abruzzo , Molise , Sardegna , Sicilia , Campania , Umbria , Calabria e Lazio .

Queste statistiche non solo evidenziano l’urgenza di interventi per ridurre le perdite ma sollevano anche interrogativi sulle strategie di gestione e sulle tecnologie utilizzate per il monitoraggio e la manutenzione delle reti idriche. La crisi idrica estiva del 2024 ha ulteriormente amplificato le preoccupazioni legate alla sostenibilità e alla sicurezza delle forniture idriche in queste aree.

Il futuro degli investimenti e le sfide da affrontare

Guardando al futuro, l’Italia è di fronte a sfide considerevoli per quanto riguarda il rinnovamento delle infrastrutture. La necessità di allocare investimenti significativi non solo per il recupero delle perdite idriche ma anche per il miglioramento generale delle infrastrutture è diventata una priorità nazionale. Il sostegno dei fondi europei, in particolare quelli del PNRR, rappresenta un’opportunità imperdibile per modernizzare e rendere più efficienti i sistemi esistenti.

La chiave del successo non risiede soltanto nella disponibilità di fondi, ma nella capacità di pianificare e gestire progetti in modo efficace. Questo include l’applicazione di tecnologie avanzate per la gestione delle risorse idriche, la promozione di partnership pubblico-private e un maggiore coinvolgimento delle comunità locali nel processo decisionale.

Il percorso da seguire è complesso, ma ogni iniziativa volta a migliorare la situazione delle infrastrutture avrà un impatto diretto sul benessere dei cittadini e sulla crescita economica del paese. In un contesto di cambiamento climatico e aumento della domanda idrica, una risposta tempestiva e strategica rappresenta non solo una necessità, ma anche un dovere nei confronti delle future generazioni.