Le recenti indagini condotte dalla procura di Milano hanno messo in luce le relazioni inquietanti tra la tifoseria organizzata dell’Inter e membri di spicco della criminalità organizzata, con particolare riferimento alla ‘ndrangheta. Il caso ha preso piede in seguito all’operazione anti-mafia che ha portato all’arresto di diversi soggetti ritenuti responsabili di attività illecite legate al bagarinaggio e all’intimidazione, minacciando anche il regolare svolgimento delle manifestazioni calcistiche. Questa situazione ha indotto la procura ad avviare un procedimento di prevenzione nei confronti delle stesse società calcistiche di Inter e Milan, le quali ora devono dimostrare di non avere legami con il mondo ultra.
La relazione tra la curva nord e la società interista
Le indagini hanno rivelato una notevole sudditanza della società interista nei confronti della Curva Nord, evidenziando una situazione di compromissione che perdura dal 2019. Secondo quanto riportato nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari giornalista Domenico Santoro, la società ha finito per assecondare le richieste dei capi curva, contribuendo, anche senza volerlo, al prosperare di affari illeciti. La mancanza di una netta separazione tra il club e la tifoseria ha avuto ripercussioni dirette sulla gestione della sicurezza e sull’ordine pubblico durante le partite.
Nel contesto di tali indagini, il gip ha evidenziato come la situazione non sia migliorata nel tempo, anzi, sia peggiorata. Questa dinamica ha portato a ben 19 misure cautelari, che hanno comportato il sequestro di beni e il fermo di diversi membri della tifoseria. L’analisi dei rapporti tra il club e la tifoseria ha aperto a interrogativi sull’efficacia delle misure di prevenzione e sicurezza adottate nelle manifestazioni sportive.
Attività illecite di bagarinaggio e pressioni sulle società
Tra le attività emerse dai documenti legali ci sono le operazioni di bagarinaggio sui biglietti, effettuate dai vertici della Curva Nord. Secondo le informazioni raccolte, i capi curva sarebbero stati in grado di generare profitti illeciti attraverso la gestione dei biglietti per eventi importanti, come la finale di Champions League. Per l’ultima finale disputata dall’Inter, i dirigenti ultrà avevano programmato di mettere in vendita un numero di biglietti ben superiore a quello realmente messo a disposizione dal club interista, scatenando una serie di pressioni.
Marco Ferdico, uno dei leader della Curva Nord, ha esercitato forti pressioni non solo sulla società, ma anche su vari esponenti, tra cui ex calciatori e dirigenti. Era previsto un colloquio con l’allenatore Simone Inzaghi per ottenere ulteriori biglietti, evidenziando come le richieste venissero fatte in forma di minaccia, suggerendo la possibile diserzione del tifo organizzato. Le espressioni di malcontento e le minacce di boicottaggio non solo per la finale di Champions ma anche per imminenti incontri di Coppa Italia hanno chiarito la determinazione della tifoseria di influenzare le scelte societarie.
Implicazioni sulla sicurezza pubblica e sullo sport
La presenza di legami tra la tifoseria e il crimine organizzato ha sollevato preoccupazioni significative sulla sicurezza pubblica e sull’integrità dello sport. Le minacce di diserzione della Curva Nord, in particolare durante eventi sportivi di grande richiamo come una finale di Champions, non solo influenzano l’atmosfera attesa da un match di questo calibro, ma pongono anche interrogativi sulla capacità delle autorità e dei club di gestire questo fenomeno.
Le indagini, accanto ai provvedimenti di prevenzione avanzati dalla procura, rappresentano un passo essenziale per il restauro della legalità all’interno degli stadi. Riforme necessarie e attuate con urgenza per garantire che situazioni di questo tipo non compromettano più il rispetto delle regole né la sicurezza dei tifosi. Le autorità stanno lavorando per delineare una nuova strategia che possa isolare i comportamenti illeciti e garantire l’integrità degli eventi sportivi, restituendo così il calcio ai veri appassionati.
Questa delicata situazione pone in primo piano l’esigenza di un cambiamento radicale nella gestione delle tifoserie organizzate, al fine di garantire un ambiente sportivo più sicuro, giusto e privo di influenze esterne dannose.