Oggi, a Napoli, si è svolto un evento straordinario che combina tradizione e innovazione: sono state immerse nel porticciolo di Santa Lucia, adiacente al suggestivo Castel dell’Ovo, 450 bottiglie di limoncello dell’Antica Distilleria Petrone. Questa iniziativa rappresenta il debutto del distillato campano nelle acque del Golfo di Napoli, portando avanti una tradizione avviata nel 2021 quando l’azienda casertana ha come primo esperimento immerso un lotto di liquore in affinamento subacqueo. L’evento non solo celebra la cultura del limoncello, simbolo della Campania e dell’Italia, ma incorpora anche un’importante dimensione scientifica e sociale.
Il limoncello e la tradizione dell’affinamento subacqueo
L’Antica Distilleria Petrone ha scelto di continuare la sua avventura sottomarina con il limoncello, dopo un precedente successo con l’Elixir Falernum, una pratica che si è rivelata innovativa nel campo della distillazione. L’affinamento subacqueo delle bottiglie avviene a 15 metri di profondità, dove le correnti marine e una temperatura costante contribuiscono a un processo di maturazione unico. Senza luce e senza ossigeno, il limoncello riposa, sperando di trarne aromi e profumi più intensi, influenzati dall’ambiente sottomarino.
Questa tecnica ha mostrato risultati positivi nelle precedenti immersioni, e il general manager Andrea Petrone non nasconde le proprie aspettative riguardo ai possibili cambiamenti nel profilo organolettico del limoncello dopo un anno di affinamento. Gli studi precedenti sull’Elixir Falernum hanno dimostrato l’aumento di densità e di aromaticità, elementi che potrebbero ripetersi anche nel limoncello.
Collaborazione scientifica per un futuro sostenibile
A coronare questo progetto è l’importante collaborazione con il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II. Al termine del processo di affiamento, il limoncello sarà sottoposto a un rigido programma di analisi scientifica che permetterà di comprendere in dettaglio gli effetti del riposo subacqueo sulla qualità del distillato. Questo approccio non solo valorizza il prodotto locale, ma pone Napoli al centro di una ricerca innovativa in campo gastronomico e ambientale.
Il coinvolgimento di istituzioni accademiche sottolinea l’importanza della ricerca nel settore alimentare e delle bevande, promuovendo un’analisi approfondita dei metodi di produzione tradizionali che si intrecciano con le moderne tecnologie. L’interesse per l’affinamento subacqueo di distillati si inserisce in un wider trend che cerca di valorizzare il legame fra tradizione e innovazione, con potenziali applicazioni in vari settori.
Un approccio sociale e inclusivo
Oltre all’aspetto scientifico, l’evento ha contemplato un’importante dimensione sociale. La distilleria ha collaborato con l’ArcheoClub d’Italia, che ha visto coinvolti ragazzi dell’Area Penale di Napoli nel progetto MareNostrum e Bust Busters. Questa iniziativa ha offerto loro l’opportunità di partecipare attivamente all’esperimento, attraverso corsi di immersione e approfondimenti sul patrimonio ambientale e storico della zona.
Rosario Santonastasio, presidente nazionale dell’ArcheoClub d’Italia, ha sottolineato come questo progetto rappresenti una sinergia fra ricerca scientifica e reinserimento sociale. I giovani coinvolti hanno avuto la possibilità di affacciarsi a nuove esperienze e opportunità, sviluppando competenze che possono rivelarsi preziose nel loro futuro. Il progetto incarna una nuova via sia per l’arte della distillazione che per il supporto alla comunità, dimostrando come l’innovazione possa abbracciare la responsabilità sociale.
Grazie alla collaborazione di enti locali, come il Comune di Napoli e le forze navali, questa immersione non è solo un importante passo per l’Antica Distilleria Petrone, ma un segnale di come la cultura e la scienza possano muoversi in sinergia per delineare nuove prospettive nel panorama gastronomico.