Il tema dell’intelligenza artificiale e della sua influenza sul mondo del lavoro è sempre più centrale nel dibattito contemporaneo. Durante il talk “The future of job nell’era dell’AI“, organizzato da Rcs Academy in collaborazione con il Corriere della Sera, esperti del settore hanno discusso le sfide e le opportunità legate all’integrazione dell’AI nel contesto lavorativo. L’evento ha evidenziato come la tecnologia non debba sostituire l’essere umano, ma piuttosto evolvere il modo in cui lavoriamo e le competenze richieste.
L’importanza della formazione e della preparazione
L’AI sta già permeando diversi aspetti della vita lavorativa, rendendo essenziale la preparazione delle risorse umane. Ferruccio De Bortoli, presidente della Fondazione Corriere della Sera, ha messo in luce l’importanza di formare i dipendenti affinché possano porre le domande corrette e ricevere le risposte necessarie per orientarsi nel lavoro. L’approccio non è solo tecnico, ma richiede una riflessione profonda su come l’AI possa essere un supporto piuttosto che una minaccia.
Gabriele Fava, presidente dell’INPS, ha sottolineato che già due milioni di cittadini fanno uso dell’intelligenza artificiale attraverso il portale dell’ente. La sfida per il futuro, come ha evidenziato, è quella di personalizzare i servizi offerti, per adattarli alle esigenze specifiche degli utenti. In questo contesto, la cultura aziendale gioca un ruolo cruciale, come affermato da Marco Perrone, partner di KPMG, il quale ha evidenziato che le persone beneficiano direttamente dalla giusta cultura all’interno delle organizzazioni.
L’etica e il welfare nel lavoro moderno
La discussione ha spaziato anche attorno alla necessità di sviluppare un sistema di welfare adeguato, in grado di supportare i lavoratori nell’era dell’AI. Francesco Rotondi, fondatore di LABLAW e consigliere esperto del CNEL, ha enfatizzato che la tecnologia deve servire il benessere umano, suggerendo la creazione di codici etici che guidino le aziende in questo percorso.
Gioia Ferrario, COO di Jakala, ha enfatizzato l’importanza di riconoscere il valore individuale di ciascun dipendente e l’urgenza di implementare un welfare mirato. Mauro Ghilardi di A2A ha aggiunto che occorre alimentare una cultura che favorisca l’espressione delle diversità individuali, sottolineando ulteriormente la necessità di un Piano Marshall per il capitale umano, come suggerito da Pierangelo Albini, direttore Lavoro, Welfare e Capitale Umano di Confindustria.
Inclusione e diversità: una nuova visione del lavoro
La questione dell’occupazione femminile è emersa come un punto nevralgico della discussione. Marina Montepilli, direttrice delle risorse umane di Alleanza Assicurazioni, ha richiamato l’attenzione sul fatto che il 50% della forza lavoro è costituito da donne e che sfruttare questo potenziale è fondamentale per il progresso delle aziende. Roberta Segalini, Chief HR Officer di Gruppo Atm, ha condiviso la sua visione su come una cultura di inclusione e diversità debba essere supportata da valori comuni.
Nel nuovo paradigma lavorativo, come indicato da Enrico Ariotti, CEO di nCore HR, sono i candidati stessi a poter scegliere le aziende, richiedendo quindi una valorizzazione delle competenze e delle esperienze individuali. Francesca Morichini e Claudia Filippone hanno enfatizzato la necessità di trovare un equilibrio tra tecnologie emergenti e la dimensione umana, un aspetto essenziale per favorire una trasformazione serena e produttiva.
L’AI come strumento di potenziamento
Il talk si è concluso con una riflessione da parte di Vito Ribaudo, direttore HR di RCS MediaGroup, sull’impatto dell’AI sulle attività creative. Secondo lui, l’intelligenza artificiale permetterà ai professionisti di liberare tempo prezioso, affinché possano dedicarsi a compiti più evocativi e significativi. Questo potenziamento delle attività umane in favore di una creatività rinnovata non rappresenta solo una speranza, ma una direzione concreta verso cui il mondo del lavoro si sta muovendo.
La discussione ha evidenziato la partecipazione di esperti da vari settori, creando uno spazio di confronto importante tra diverse realtà come Alleanza Assicurazioni, ATM, KPMG e LABLAW, tutte unite dall’obiettivo di delineare un futuro professionale in cui l’innovazione tecnologica e il valore umano possano coesistere in simbiosi.