I laboratori dell’anima: un nuovo approccio alla cura per i pazienti oncologici a Napoli
Nel contesto della moderna Medicina, un’attenzione crescente si rivolge all’umanizzazione delle cure, ponendo il paziente al centro del processo terapeutico. In questo scenario, si delinea sempre più il concetto di “salute dell’anima”, un’iniziativa che cerca di affrontare le fragilità dei malati attraverso un approccio integrato. Il Ministero della Salute ha individuato diverse categorie vulnerabili, tra cui i malati oncologici, per i quali la partecipazione attiva è fondamentale. Il progetto dei “Laboratori dell’anima“, recentemente inaugurati presso il presidio Ascalesi di Napoli, rappresenta un passo significativo in questa direzione.
un nuovo spazio dedicato ai pazienti oncologici
Laboratori dell’anima: cosa offrono
La struttura dei Laboratori dell’anima, situata nel piano terra dello storico presidio Ascalesi a Forcella, è pensata per ospitare attività artistiche e terapeutiche. Gli spazi sono dedicati non solo ai pazienti oncologici, ma anche ai professionisti del settore sanitario. Questa iniziativa si propone di creare ambienti di benessere, contribuendo a ridurre lo stress sia nei pazienti che negli operatori. Attraverso mostre semipermanenti di artisti e fotografi, nonché attività creative come teatro, fotografia, musicoterapia, tangoterapia e pittura, il progetto mira a costruire un ambiente in cui l’espressività artistica possa servire come liberazione e fonte di benessere.
I laboratori sono concepiti come luoghi di aggregazione e partecipazione dove l’arte diventa un potente strumento per elevare lo “stato vitale” delle persone coinvolte. In questo contesto, i pazienti non solo partecipano a percorsi terapeutici, ma hanno anche l’opportunità di esplorare e dare forma al proprio mondo interiore, trasformando le emozioni in oggetti tangibili attraverso l’arte e la creatività.
La partecipazione attiva dei pazienti
All’inaugurazione dei Laboratori dell’anima erano presenti i primi pazienti che hanno manifestato interesse a partecipare alle attività. Tra loro, c’erano anche professionisti del settore, come l’attore-regista Mario Brancaccio e lo psicologo-psicoterapeuta Alfredo Toriello, i quali porteranno avanti laboratori specifici, in particolare nel campo della fotografia e della performance. Questo coinvolgimento attivo sottolinea come la partecipazione possa contribuire a un’esperienza terapeutica più ricca e multidimensionale.
L’approccio del Laboratorio dell’anima si basa sulla convinzione che l’arte e la creatività possano migliorare non solo la qualità della vita dei pazienti, ma anche l’ambiente di lavoro per gli operatori sanitari. La condivisione di emozioni e esperienze attraverso l’arte prevalente favorisce un clima di empatia e supporto, essenziale in contesti ormai noti per il loro forte carico emotivo.
un’inaugurazione in un momento significativo
la Settimana Internazionale della Ricerca
L’inaugurazione dei Laboratori dell’anima coincide con la Settimana Internazionale della Ricerca, un evento che celebra il progresso della scienza e della sanità. La settimana è caratterizzata da un’apertura al pubblico del Pascale, dove cittadini e pazienti possono avere un contatto diretto con i professionisti della salute. Questo evento non solo aumenta la consapevolezza sull’importanza della ricerca, ma integra un aspetto comunitario che valorizza il ruolo degli spazi di cura nella vita sociale e culturale della città.
Per Alfredo Budillon, direttore scientifico dell’Irccs di Napoli, i Laboratori dell’anima rappresentano un momento di rinnovamento e di speranza per molti pazienti e per il personale sanitario. Attraverso l’integrazione delle pratiche artistiche e terapeutiche, si cerca di promuovere un modello di cura che non si limiti solo agli aspetti fisici della malattia, ma includa anche il benessere psicologico ed emotivo. Questa possibilità di dialogo e di interazione tra pazienti e operatori sanitari rappresenta un nuovo modello di cura, più umano e attento alle esigenze di ogni individuo.
La continua evoluzione di questi spazi e l’adesione da parte dei pazienti segnalano una strada promettente verso una medicina che non trascura l’importanza della dimensione emotiva nella guarigione e nella qualità della vita, fondando una nuova era di cura che mette al centro l’essere umano.