in

Governo e pensioni: segnali positivi sul ripristino dell’indicizzazione e proposte per il futuro

Governo e pensioni: segnali positivi sul ripristino dell'indicizzazione e proposte per il futuro - Bagolinoweb.it

Con il dibattito sulla prossima Legge di Bilancio che entra nel suo momento cruciale, il presidente della Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità , Stefano Cuzzilla, esprime ottimismo per le recenti dichiarazioni del Governo riguardo al ripristino dell’indicizzazione degli assegni pensionistici. Con l’elevata inflazione che ha condizionato pesantemente il potere d’acquisto dei pensionati, il tema delle pensioni e della tutela del ceto medio italiano assume una nuova rilevanza.

Rilevanza dell’indicizzazione delle pensioni

Nel contesto attuale dell’Italia, Cuzzilla ha dichiarato che le proposte di piena rivalutazione delle pensioni rappresentano un passo significativo verso il ristabilimento di un equo trattamento per i pensionati. Ogni anno, la mancata applicazione di una rivalutazione completa ha inciso profondamente sul ceto medio, già provato da un’inflazione che ha raggiunto livelli record. Questo ha portato molti pensionati a vedere il proprio potere d’acquisto ridotto di oltre il 20%. Cuzzilla ha sottolineato l’importanza di garantire una piena rivalutazione degli assegni anziani, vista la necessità di riconoscere il contributo che i pensionati hanno dato all’economia durante il loro periodo lavorativo.

“Vigileremo attentamente sull’iter della Manovra affinché l’indicizzazione promessa venga realmente attuata”, ha affermato Cuzzilla, indicando la necessità di un monitoraggio rigoroso dei passi futuri del Governo. È evidente che, per i pensionati e le loro famiglie, questa misura rappresenta non solo un aiuto immediato, ma un segnale di attenzione alle loro problematiche quotidiane.

Cuneo fiscale e sostenibilità del mercato del lavoro

Il dibattito sul cuneo fiscale è un altro argomento chiave sollevato da Cuzzilla. L’alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro è visto come una mossa positiva per stimolare l’occupazione e aumentare le retribuzioni. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra le strategie reali di alleggerimento della tassazione e quelle che possono rappresentare solo un rinvio dei problemi. Cuzzilla ha avvertito che gli interventi attuali, riflettendo un taglio sui contributi Inps, rischiano di trasferire il peso del prezzo sul futuro, creando potenziali defezioni nei conti pensionistici.

Secondo le stime dell’Inps, il valore delle agevolazioni contributive per il 2024 potrebbe arrivare a 25 miliardi di euro, un beneficio immediato per lavoratori e imprese. Tuttavia, tali misure potrebbero creare un’ipoteca sulle future disponibilità economiche necessarie per sostenere il sistema pensionistico. Cuzzilla ha suggerito che sarebbe più saggio orientarsi verso la defiscalizzazione di benefit come il welfare aziendale, i premi di produzione e gli aumenti retributivi, affinché si generino effetti diretti sui salari, che attualmente risultano inferiori alla media Ocse.

L’emergenza retributiva e la fuga dei talenti

Uno dei temi più allarmanti emersi nel discorso di Cuzzilla è il divario retributivo presente in Italia, che rappresenta un ostacolo per la competitività del Paese. Professionisti come medici, insegnanti e manager scoprono di guadagnare significativamente meno rispetto ai loro omologhi all’estero. Questo fenomeno non solo influisce sull’economia, ma ha anche un impatto demografico, causando un’esodo di giovani talenti. Ogni anno, circa dieci su cento dei giovani lasciano l’Italia, una tendenza preoccupante che contribuisce a un’ulteriore erosione delle competenze professionali nel Paese.

Questo allerta consapevolmente sull’importanza di un intervento tempestivo per rinforzare la competitività italiana e preservare il capitale umano. L’assenza di misure efficaci può tradursi in una spirale negativa che danneggia la crescita economica a lungo termine.

Gli extraprofitti delle banche e la fiscalità equa

Nelle ultime settimane, si è anche discusso degli extraprofitti delle banche come possibile fonte di finanziamento per le manovre fiscali. Cuzzilla ha fatto notare che le proposte attuali non si presentano chiare, aggiungendo che una tassazione generalizzata sulle banche potrebbe avere effetti avversi sulle banche popolari e cooperative, fondamentali per il tessuto economico del Paese. Queste istituzioni sono cruciali per l’erogazione di prestiti a privati e imprese, e una pressione fiscale eccessiva potrebbe compromettere la loro capacità operativa.

È chiaro che, per affrontare la questione dei conti pubblici, non possono essere il sistema bancario e la sua operatività a farsi carico dell’intero onere. Emerge quindi la necessità di una riflessione più profonda e di politiche fiscali che bilancino l’esigenza di reperire risorse con la necessità di sostenere un sistema bancario robusto e operante.

Patto per il futuro della pubblica amministrazione

Infine, il tema della pubblica amministrazione è altrettanto cruciale. Cuzzilla ha accolto con favore la proposta avanzata dal ministro Zangrillo di consentire ai dipendenti pubblici di prolungare il servizio fino a 70 anni su base volontaria. Tale misura potrebbe consentire un passaggio graduale verso l’introduzione di nuove competenze e professionalità, necessarie per aggiornare e potenziare le strutture della pubblica amministrazione.

Per far sì che questa transizione avvenga in modo efficace, è essenziale che venga preservato il patrimonio di conoscenze e abilità già esistenti. Cuzzilla ha enfatizzato l’importanza di aprire un confronto diretto sul tema, con l’obiettivo di delineare chiaramente i dettagli del provvedimento, affinché si possano integrare le nuove figure professionali senza disperdere le competenze già acquisite.

Attraverso un dialogo costruttivo e inclusivo, sarà possibile promuovere politiche che non solo affrontino le sfide attuali, ma possano proporsi anche come piani strategici a lungo termine per il rinnovamento e il rafforzamento della pubblica amministrazione italiana.