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Glencore: Fumata Nera all’Incontro con il Governo, Sindacati e Regione Sardegna sul Futuro di Portovesme

Glencore: Fumata Nera all'Incontro con il Governo, Sindacati e Regione Sardegna sul Futuro di Portovesme - Bagolinoweb.it

L’incontro atteso ieri sera presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha avuto esito negativo. Le parti coinvolte, che comprendono Glencore, il Governo, la Regione Sardegna e i sindacati, non sono riuscite a trovare un accordo sul futuro degli impianti di Portovesme, nel Sulcis. Con un nuovo appuntamento fissato per i primi di ottobre, la situazione resta incerta, mentre i lavoratori e le autorità locali esprimono preoccupazione.

La posizione di Glencore: conferme e sfide per il futuro

La multinazionale Glencore ha ribadito la sua intenzione di mantenere attiva soltanto la linea Waelz, che si occupa del trattamento dei fumi di acciaieria, nonostante le forti pressioni ricevute. I piani per la chiusura della linea di produzione dello zinco non hanno subito alcuna modifica. Tuttavia, il Ministero ha esigito che Glencore presenti una proposta dettagliata per un polo di riciclo delle batterie, progetto atteso da tempo e che potrebbe consentire una riconversione degli stabilimenti e una riqualificazione dei lavoratori. Questo piano deve essere presentato entro il 9 o 10 ottobre, evidenziando la necessità di un intervento urgente.

In una dichiarazione ufficiale, Glencore ha comunicato che tali decisioni difficili sono cruciali per garantire un futuro sostenibile per Portovesme, specialmente considerando le sempre più complesse condizioni operative. Inoltre, l’azienda ha informato le autorità che ha presentato uno studio alla Commissione Europea per la creazione di un polo di riciclo delle materie prime critiche. Questo progetto, come spiegato da Suresh Vadnagra, responsabile del settore Zinco di Glencore, ha come obiettivo quello di rinnovare un impianto operativo che esiste da oltre 50 anni, rendendolo conforme a pratiche industriali più sostenibili e proiettate verso il futuro.

Le reazioni dei sindacati e delle autorità regionali

Le reazioni all’esito dell’incontro sono state immediate e critiche. La Regione Sardegna, rappresentata dalla presidente Alessandra Todde e dagli assessori Emanuele Cani e Desirè Manca , ha espresso preoccupazione per il mancato ritiro della decisione di sospendere la linea zinco. Il segretario della Cgil, Fausto Durante, ha descritto l’incontro come “deludente”, avvertendo che la mobilitazione dei lavoratori è destinata a intensificarsi. I sindacati, infatti, sono pronti a far sentire la loro voce poiché considerano inaccettabile il futuro incerto per oltre 1.200 lavoratori, tra diretti e indotto, e per le loro famiglie.

Anche Cisl e Femca Cisl hanno manifestato preoccupazione, sottolineando che la questione non può essere trascurata, e che la continuità lavorativa dipende dall’impegno di Glencore. Hanno dichiarato che “il futuro dei lavoratori è a rischio” e che vi è bisogno di un cambio di approccio da parte della multinazionale. Insistono che, se Glencore non è disposto a migliorare la propria strategia, dovrebbe lasciare il sito, aprendo a nuove possibilità per il riutilizzo degli impianti.

La Uiltec, tramite la sua segretaria generale Daniela Piras, ha evidenziato l’urgenza di sviluppare strategie di politica industriale e energetica per ripristinare un ambiente produttivo in Sardegna. Secondo Piras, “l’attuale situazione non solo mina le prospettive della Portovesme Srl, ma rappresenta una minaccia per l’intera economia sarda.”

Aspettative future e sviluppo sostenibile

Il prossimo incontro, previsto per all’inizio di ottobre, costituisce un’importante opportunità per le parti coinvolte di trovare un accordo e delineare un percorso per il futuro degli impianti di Portovesme. La costruzione di un polo di riciclo delle batterie potrebbe rappresentare una svolta significativa e una boccata d’ossigeno per il settore industriale della Sardegna, particolarmente colpito dalle difficoltà economiche. Gli attori locali sperano che Glencore possa presentare un piano concreto e realizzabile, che non solo garantirebbe posti di lavoro, ma porterebbe anche innovazioni in linea con le crescenti esigenze di sostenibilità ambientale.

La sfida per il governo e i sindacati è quella di mantenere viva la tensione per proteggere i posti di lavoro, mentre per Glencore, il compito è quello di dimostrare un impegno tangibile per il futuro di Portovesme. La situazione rimane complessa, ma le prossime settimane saranno determinanti per il destino industriale e occupazionale della regione.

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