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Futuro incerto per San Siro: le squadre milanesi tra ristrutturazione e nuovi stadi

Futuro incerto per San Siro: le squadre milanesi tra ristrutturazione e nuovi stadi - Bagolinoweb.it

La questione dello stadio di San Siro continua a generare interrogativi tra tifosi e cittadini, con i due club milanesi, Inter e Milan, che si trovano a un bivio cruciale sul futuro sportivo della città. L’idea di un nuovo Meazza, tra ristrutturazione e possibili trasferimenti nell’hinterland, è attuale, ma il destino della “Scala del calcio” resta avvolto nel mistero, complicato da vincoli burocratici e progetti ambiziosi.

La storia di San Siro: un lungo percorso verso il futuro

Per comprendere l’attuale situazione di San Siro è necessario fare un passo indietro e ripercorrere la cronistoria delle vicende legate allo stadio. Sin dal 2008, l’Inter aveva messo in campo idee di ristrutturazione e di costruzione di un nuovo impianto sportivo in diverse aree cittadine e suburbane. Tra queste, i siti di Bovisa, Rho-Pero e Rozzano avevano suscitato interesse, ma restarono solo progetti sulla carta. Con l’intensificarsi dei dialoghi tra le due squadre, si è iniziato a parlare di un impianto condiviso, portando alla luce la proposta iniziata nel 2019, il progetto “Cattedrale” firmato dallo studio Populous, che avrebbe dovuto portare alla costruzione di un nuovo stadio entro il 2026.

Tuttavia, l’idea si scontra con la necessità di rispettare i vincoli della Soprintendenza e con questioni economiche. I costi legati alla ristrutturazione del vecchio Meazza e la costruzione di un nuovo impianto si rivelano più complessi del previsto, stimolando un’interrogazione continua tra le parti in causa e rallentando il processo decisionale.

Le alternative in loco e i progetti nell’hinterland

La questione della ristrutturazione segnala una divisione tra i progetti, con l’Inter che guarda a Rozzano e il Milan a San Donato. Queste località sono state valutate come possibili sedi per nuovi stadi, facendo leva anche su terreni già acquisiti per garantire una certa rapidità nella realizzazione. La proposta per San Donato implica un’area di 108 mila metri quadrati, mentre Rozzano ha attirato l’attenzione dell’Inter per la presenza di terreni del gruppo Cabassi, concessi fino al 2025.

Tuttavia, l’uscita delle squadre dalla storica cornice del Meazza rappresenterebbe non solo una perdita simbolica per la città, ma anche un cambiamento sostanziale nella cultura calcistica milanese. Gli incontri tra i rappresentanti delle squadre e il sindaco, Beppe Sala, si sono intensificati, portando alla luce l’intento di trovare una soluzione che preservi il legame storico con San Siro.

Le proposte di ristrutturazione e le recenti evoluzioni

Negli ultimi mesi, l’ipotesi di ristrutturazione proposta da Webuild ha fatto emergere nuove possibilità. Il piano prevede un significativo restyling del Meazza, con l’abbattimento del primo anello e la creazione di sky box, portando la capienza a un range tra 72.000 e 74.000 posti. Tuttavia, la proposta ha incontrato le critiche delle squadre, che l’hanno considerata eccessivamente costosa.

In risposta, Inter e Milan hanno inoltrato una lettera al Comune, richiedendo di esplorare congiuntamente le opzioni relative al diritto di superficie dello stadio. Tuttavia, durante un vertice recente, il sindaco Sala ha annunciato il ritiro del progetto Webuild. Questo ha riacceso il dibattito sul ritorno alla già menzionata “Cattedrale” o a un nuovo Meazza di fianco quello esistente, condizionato però dalla chiarezza riguardo ai costi e ai vincoli imposti dalla Soprintendenza.

La posizione delle squadre e le incertezze future

Le prospettive future rimangono nebulose. Recentemente, la soprintendente Emanuela Carpani ha fatto sapere che il vincolo sul secondo anello consente di salvaguardarne solo una parte, suggerendo anche che sia possibile abbatterne più della metà, a condizione di mantenere elementi architettonici rappresentativi. Le aperture indicate dalla Carpani sono state accolte con favore dalle due società, che vedono in essa un’opportunità per riconsiderare i progetti.

Nonostante le speranze, il presidente del Milan, Paolo Scaroni, ha confermato che l’opzione preferita rimane quella di San Donato. La posizione manifesta delle squadre, tra possibilità di restare a San Siro e l’attrattiva dello sviluppo nell’hinterland, pone interrogativi sull’evoluzione futura di una vicenda che continua a infiammare gli animi e a catturare l’attenzione dei tifosi milanesi. Fino a quando non si troverà una soluzione definitiva, il destino del leggendario stadio rimarrà in bilico.