Le tensioni in Libano sono nuovamente al culmine, portando le ambasciate, tra cui quella statunitense e italiana, a raccomandare ai cittadini di lasciare rapidamente il Paese. Con il ricordo del conflitto del 2006 ancora vivo, le preoccupazioni per la sicurezza stanno spingendo molti a cercare di tornare a casa quanto prima. Questo articolo esplora le attuali misure di evacuazione, la situazione nei trasporti e le preoccupazioni dei cittadini.
Situazione attuale nei trasporti a Beirut
Nelle ultime settimane, l’Aeroporto Internazionale di Beirut è stato al centro dell’attenzione mentre le compagnie aeree registrano un aumento esponenziale delle richieste di voli. Martedì scorso, all’indomani di un attacco che ha scosso il Paese, l’ambasciata statunitense ha lanciato un chiaro avvertimento: “Affrettatevi a prenotare qualsiasi biglietto disponibile”. Questa sollecitazione è giunta mentre già si segnalava una crescente difficoltà nel trovare posti nei voli in partenza. Le compagnie aeree internazionali hanno iniziato a sospendere i voli, incrementando la sensazione di urgenza tra i residenti, sia libanesi sia espatriati.
Nonostante la Middle East Airlines abbia confermato la propria operatività, permane un’incertezza riguardo alla disponibilità di posti e alla capacità dell’aeroporto di gestire un flusso così elevato di passeggeri. Il ministro uscente dei Lavori Pubblici e dei Trasporti, Ali Hamiyè, ha cercato di rassicurare la popolazione, indicando che l’aeroporto continua a operare, tuttavia, questo non ha placato l’agitazione tra coloro che desiderano tornare a casa.
A chi non riesce a prenotare un volo vengono fornite istruzioni per predisporre piani di emergenza, suggerendo di prepararsi a rifugiarsi e rimanere in sicurezza sul posto, un monito chiaro in un contesto di crescente instabilità. La paura di un’escalation del conflitto, simile a quanto accaduto nel 2006, ha indotto le ambasciate a implementare procedure di evacuazione.
Piani di evacuazione e misure di sicurezza
La Farnesina ha attivato un piano di emergenza in coordinamento con il Ministero della Difesa, evidenziando l’importanza della sicurezza dei cittadini italiani in Libano. Il vicepremier Antonio Tajani ha dichiarato che oltre 300 italiani risiedono attualmente nel Paese per motivi di lavoro, sottolineando che è fondamentale lasciare il Libano quanto prima. I voli da Beirut rimangono disponibili, ma la situazione è diventata sempre più complessa poiché le compagnie aeree devono far fronte a un aumento delle richieste da parte di persone pronte a fuggire.
In caso di attacco terrestre da parte di Israele, diversi governi, incluse le ambasciate, hanno predisposto piani di evacuazione via mare. Si prevede che le navi possano trasferire i cittadini verso Cipro, un’operazione già adottata nel 2006, quando migliaia furono evacuati in condizioni di emergenza a causa della guerra. Le esperienze passate hanno prodotto un protocollo che le autorità statali italiane e altre hanno intenzione di seguire, per garantire un’evacuazione nei tempi più brevi e sicuri possibile.
Tuttavia, la situazione è differente per le tremila persone con doppia nazionalità, italiana e libanese, che tendono a disinteressarsi all’idea di lasciare le proprie case e famiglie. Il governo italiano, mantenendo un canale di comunicazione diretto con le Nazioni Unite, sta anche cercando di garantire la sicurezza dei militari italiani attualmente schierati nell’ambito della missione Unifil nel sud del Paese.
La mobilitazione delle ambasciate e il clima di apprensione
In questo clima di grande apprensione, le ambasciate dai vari paesi continuano a monitorare la situazione e ad emettere comunicati per garantire la sicurezza dei propri cittadini in Libano. Le valutazioni riguardo a possibili attacchi o escalation di conflitti sono alla base della decisione di emettere avvisi di evacuazione. Le ambasciate, tra cui quella italiana e quella statunitense, si sono attivate per informare i nazionali delle misure di emergenza da seguire.
Le raccomandazioni ad evacuare il Paese rispecchiano una strategia complessiva di protezione dei cittadini in un momento critico. Gli avvisi non si limitano solo ai cittadini residenti, ma si estendono anche a coloro che si trovano temporaneamente in Libano per motivi di lavoro o svago. L’obiettivo principale è quello di garantire il rientro in sicurezza prima che la situazione possa deteriorarsi ulteriormente.
Il panorama attuale presenta sfide significative, poiché numerosi individui e famiglie si preparano a lasciare il Paese, consapevoli che il futuro in Libano potrebbe essere incerto. Alcuni stanno pianificando il rientro nei loro Paesi, mentre altri soppesano attentamente le possibilità di rimanere, nonostante le indicazioni contrarie dalle autorità. La gestione della crisi di rifugiati e delle evacuazioni rimane una questione prioritaria per i governi coinvolti, con l’auspicio che la situazione possa stabilizzarsi nel prossimo futuro.