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Elezioni consorzio primitivo: tensioni e polemiche alla vigilia del rinnovo del cda a Manduria

Elezioni consorzio primitivo: tensioni e polemiche alla vigilia del rinnovo del cda a Manduria - Bagolinoweb.it

Il 3 ottobre, a Manduria, si svolgeranno le elezioni per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Consorzio di tutela del Primitivo, un vitigno che ha ottenuto un significativo riconoscimento a livello globale. Alla presidenza, negli ultimi tre anni, si è trovata Novella Pastorelli, ma ora si profila una situazione di grande tensione. Il clima di incertezza e le controversie che circondano le candidature mettono in luce le complicazioni di questa elezione, in un contesto dove diversi attori del settore si contendono la direzione futura del vino pugliese.

Le irregolarità denunciati dai soci

Negli ultimi giorni che precedono l’importante assemblea elettiva, si sono diffuse voci di presunte irregolarità che coinvolgono il processo di candidatura e di esclusione di alcune liste. Alcuni membri del Comitato di salvaguardia del Primitivo hanno sollevato preoccupazioni riguardo alla regolarità delle operazioni elettorali. A seguito di queste accuse, non è raro che il parere legale venga tenuto in considerazione, con minacce di possibili esposti alla Procura da parte dei soci discontenti.

La questione della trasparenza nelle procedure di voto è diventata centrale. Le elezioni sembrano non essere solo un semplice cambio di governance, ma si configurano come un campo di battaglia per la qualità e l’integrità del vino Primitivo. Molti soci sostengono che le modalità con cui si sono svolte le candidature, incluse le plurime candidature di funzionari dell’attuale consiglio, sono problematiche e richiedono un riesame critico.

Liti e dissidi tra consorziati

Le tensioni tra il Consorzio e il nuovo Comitato di salvaguardia del Primitivo sono emerse nei mesi scorsi, in particolare durante le dispute legate al passaggio della denominazione del vino da DOC a DOCG. Gregory Perrucci, esponente del Comitato, ha evidenziato come il Consorzio attuale non sembra in grado di supportare chi desidera intraprendere un percorso di qualità. Secondo lui, i poteri di voto sono nelle mani di grandi imbottigliatori, che dominano il mercato e limitano il potenziale di cambiamento. Questa dinamica ha portato a un’apparente stagnazione, rendendo difficile il passaggio a una nuova governance.

L’assemblea convocata il 21 settembre ha evidenziato ulteriormente le divisioni, radunando circa una quindicina di cantine che, pur essendo associate al Consorzio, presentano visioni e strategie differenti. Sebbene il numero di votanti sia elevato, con 1.877 membri suddivisi in agricoltori, trasformatori e imbottigliatori, la situazione appare piuttosto complicata. Le fondamenta delle attuali polemiche si basano sulla lotta per il controllo di un mercato prestigioso e su come la sua governance possa influenzare il futuro del Primitivo.

La proposta di una nuova governance

Gregory Perrucci ha espresso la necessità di un nuovo strumento che possa servire da ponte tra i produttori di Primitivo e le varie entità coinvolte nel settore. Ciò suggerisce l’idea di una struttura formalmente registrata e propositiva, capace di gestire le relazioni tra i soci, promuovendo un approccio cooperativo piuttosto che conflittuale. Questa proposta, discussa durante l’assemblea, mira a superare le divisioni attuali e a creare un forum in cui le voci di tutti i produttori possano essere ascoltate.

L’incontro di sabato scorso ha messo in evidenza la volontà di alcuni membri di porre fine alle fratture interne e di lavorare per il bene comune. Sebbene le tensioni siano evidenti e le polemiche continuino a circondare le elezioni, la visione di un consorzio coeso potrebbe rappresentare una chiave per garantire la sostenibilità e la crescita del vitigno simbolo della Puglia. Gli sviluppi nei prossimi giorni saranno cruciali non solo per il Consorzio, ma anche per l’immagine del Primitivo nel panorama vinicolo internazionale.

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