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Diplomatici americani e politica italiana: I legami storici tra Craxi e gli Usa

Diplomatici americani e politica italiana: I legami storici tra Craxi e gli Usa - Bagolinoweb.it

Le relazioni tra Italia e Stati Uniti hanno sempre avuto sfumature complesse, influenzate da eventi storici e dinamiche politiche specifiche. Un recente studio di Andrea Spiri, pubblicato su «Ventunesimo Secolo», mette in luce il punto di vista americano sulla figura di Bettino Craxi, ex leader del Partito Socialista Italiano. Analizzando documenti diplomatici riservati, Spiri offre uno sguardo dettagliato sulla percezione degli Stati Uniti nei confronti di Craxi e del suo partito, esaminando come le tensioni politiche abbiano modellato questi legami.

La fuga di Craxi e il ruolo degli Stati Uniti

Nei circoli politici italiani, l’idea che gli Stati Uniti abbiano esercitato pressioni per l’allontanamento di Bettino Craxi dalla scena politica è un tema dibattuto. Secondo alcuni sostenitori di questa teoria, le indagini di Mani Pulite, che portarono alla fuga di Craxi nel 1994, sarebbero state influenzate dall’atteggiamento americano nei suoi confronti. Questo presunto coinvolgimento sarebbe nato dall’incidente di Sigonella del 1985, quando Craxi rifiutò di consegnare i terroristi palestinesi catturati agli Stati Uniti, accentuando così una frattura nei rapporti con Washington.

È fondamentale considerare che gli Stati Uniti non possono essere visti come un’entità monolitica, ma piuttosto come un mosaico di influenze politiche, economiche e militari. I rapporti diplomatici redatti a fine anni Ottanta rivelano un atteggiamento differente dal sospetto nei confronti di Craxi, con diplomatici americani che evidenziavano un certo grado di amicizia e sostegno nei suoi confronti. Tuttavia, il contesto storico e politico di quegli anni era intriso di sfide e contrasti. La crescente tensione tra i partiti politici italiani si rifletteva anche nella strategia diplomatica americana.

I rapporti tra Craxi e gli Stati Uniti

L’analisi di Spiri dei documenti riservati mostra chiaramente una certa ammirazione per Craxi, esemplificata dal riconoscimento di un legame forte tra lui e gli Stati Uniti. L’ambasciatore Maxwell Rabb, che ricoprì il suo incarico a Roma durante gli anni cruciali della Guerra Fredda, sottolineava l’importanza di mantenere una posizione favorevole nei confronti di Craxi, senza indebolire il suo ruolo di leader nel Partito Socialista. Ciò suggerisce che, malgrado le tensioni iniziali, ci fosse un desiderio di stabilire una connessione strategica, sostenuta dalla posizione di Craxi favorevole alla presenza militare americana in Italia.

Rabb si presentava come un diplomatico di alto profilo, avendo lavorato con presidenti americani precedenti e comprendendo le dinamiche di potere. La sua valutazione su Craxi rifletteva una consapevolezza politica che andava oltre l’aneddotico. Craxi, accettando la presenza di missili e armamenti americani nel paese, stava di fatto dimostrando una lealtà strategica, elementi che furono ben notati dai diplomati americani. Questa analisi dei rapporti rivela l’importanza di Craxi nella stabilità geopolitica dell’Italia durante un periodo di incertezze politiche e sociali.

Occhetto e la trasformazione del Pci

Nel contesto della politica italiana, un’altra figura chiave è quella di Achille Occhetto, il segretario del Partito Comunista Italiano che, proprio nel 1989, iniziò un percorso di trasformazione storica per il partito. L’analisi di Spiri non si limita a Craxi, ma include anche l’approccio americano nei confronti di Occhetto e delle sue ambizioni politiche. I documenti diplomatici dell’epoca suggeriscono che la diplomazia americana vedeva in Occhetto una potenziale combinazione di rinnovamento e instabilità.

Spiri nota che, nonostante gli sforzi di Occhetto di stabilire legami con Mosca nel contesto della “febbre Gorby”, esisteva uno scetticismo diffuso nell’ambasciata americana riguardo alla riuscita del processo riformistico del Pci. I tentativi di Occhetto di affermarsi nel panorama politico italiano erano interpretati attraverso il prisma delle relazioni internazionali, manifesta dalla sensibilità americana ai cambiamenti strategici nel Pci. Analogamente ai rapporti con Craxi, gli Stati Uniti monitoravano attentamente le interazioni tra i partiti politici italiani e le loro posizioni rispetto alle influenze sovietiche.

I rapporti politici contemporanei e le legacy storiche

Le pagine che Spiri esamina non rappresentano solamente una cronaca degli eventi passati, ma forniscono anche un’importante chiave di lettura per comprendere la genesi delle relazioni diplomatiche tra Italia e Stati Uniti. L’interazione tra Craxi e i leader americani, così come il percorso trasformativo del Pci sotto la guida di Occhetto, segna momenti significativi nel confronto tra ideologie e scelte politiche.

Nel quadro dei rapporti diplomatici, la lettura della storia politica italiana non può prescindere dalle influenze esterne, specialmente quelle esercitate dagli Stati Uniti, che hanno avuto un impatto profondo nel modellare le decisioni politiche italiane. Un’analisi dettagliata come quella proposta da Spiri offre così uno spaccato interessante su come le dinamiche politiche e le scelte diplomatiche si influenzino reciprocamente, continuando a delineare le traiettorie future della politica italiana nel contesto globale.