Recentemente, la città di Lanciano ha vissuto un episodio drammatico con il crollo della parete della lunetta dell’abside della Chiesa di Madonna del Carmine. Questo triste evento è il risultato di una frana che ha colpito la zona, creando una situazione di crescente preoccupazione tra i cittadini e le autorità locali. Fortunatamente, la Curia di Lanciano-Ortona aveva già chiuso l’edificio per motivi di sicurezza, evitando così gravi conseguenze per i fedeli e i visitatori. Tuttavia, l’episodio solleva interrogativi sulla sicurezza dei beni storici e culturali in un contesto ambientale instabile.
La situazione della Chiesa di Madonna del Carmine
Da tempo, la Chiesa di Madonna del Carmine si trovava sotto osservazione a causa di crepe e lesioni che ne minacciavano la stabilità. Nel dicembre 2022, l’arcivescovo Emidio Cipollone aveva deciso, con non poca tristezza, di chiudere l’edificio sacro dopo un sopralluogo condotto dall’ufficio diocesano per i Beni culturali ecclesiastici. La chiusura era una misura necessaria per preservare l’incolumità dei fedeli e prevenire possibili incidenti. Gli esperti avevano avviato un monitoraggio dettagliato della situazione, installando 15 fessurimetri bilineari per rilevare eventuali ulteriori spostamenti nel tempo.
La decisione di monitorare la chiesa è stata resa ancor più urgente dalle evidenti condizioni precarie dell’edificio, che necessitavano di interventi. In momenti come questi, la salvaguardia del patrimonio culturale assume un valore cruciale, non solo per la comunità religiosa ma anche per il benessere collettivo e la storia del luogo.
L’analisi del dissesto e le prospettive future
Dopo un anno di monitoraggio, i risultati ottenuti dagli esperti hanno rivelato un incremento allarmante della velocità di apertura delle lesioni. L’architetto Maria Paola Cocco e l’ingegnere Camillo Pantalone hanno sottolineato che il fessurimetro n°12 era stato trovato a terra, segnando valori critici per la stabilità della struttura. Con 7 dei 15 punti monitorati che mostrano spostamenti superiori o uguali a 7 millimetri, i professionisti hanno concluso che la chiesa si trovava in un evidente stato di dissesto attivo e in rapida evoluzione.
Questi dati sollevano seri interrogativi sulla capacità strutturale dell’edificio, già compromessa e a rischio di danni irreparabili. Se non gestita in tempi brevi, la situazione potrebbe portare al collasso del complesso, causando non solo la perdita di una parte importante dell’identità culturale locale, ma anche di opere d’arte di inestimabile valore, custodite al suo interno.
La reazione delle autorità e le speranze di collaborazione
Il crollo dell’abside ha portato a una profonda delusione tra le autorità ecclesiastiche e i tecnici coinvolti nella vicenda. Don Domenico Di Salvatore, direttore dell’ufficio per i beni culturali e l’edilizia di culto della diocesi, insieme all’ingegnere della Curia Angelo Di Monte, ha espresso la propria tristezza per l’accaduto, sottolineando l’impegno messo in campo prima del crollo. Nonostante l’intenzione di procedere con un intervento di restauro, gli esperti erano consapevoli che il problema fosse correlato alla frana in atto sulle colline vicine, motivo per cui le autorità locali avevano avviato sondaggi e richiesto l’intervento del Genio Civile.
Attualmente, l’auspicio è che si possa trovare una soluzione collaborativa tra Curia e Comune per affrontare le problematiche legate alla frana e salvaguardare il patrimonio culturale di Lanciano. Le recenti difficoltà non devono oscurare la speranza di poter lavorare insieme per proteggere e valorizzare la ricchezza storica della comunità. La speranza dei cittadini rimane quella di un intervento risolutore che possa riportare il passeggiato della fede e della cultura a una normalità sicura e accessibile.