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Criticità ambientali in Puglia: il caso del circuito NTC-Porsche e le zone di conservazione

Criticità ambientali in Puglia: il caso del circuito NTC-Porsche e le zone di conservazione - Bagolinoweb.it

La questione delle Zone Speciali di Conservazione in Puglia si arricchisce di nuovi sviluppi con l’azione della giunta regionale e le osservazioni di importanti associazioni ambientaliste. La situazione si è complicata dopo la messa in mora da parte della Commissione Europea, che ha evidenziato come il governo italiano e, in particolare, la Regione Puglia, non abbiano adempiuto agli obblighi riguardanti la protezione degli habitat naturali. L’attenzione si concentra ora sul circuito NTC-Porsche, situato tra Nardò e Porto Cesareo, un’area che ha già visto controversie legate alla sua espansione e all’impatto ambientale.

Il richiamo della Commissione Europea

Cinque anni or sono, la Commissione Europea ha ufficialmente messo in mora il governo italiano, evidenziando la mancanza di misure adeguate per la conservazione delle Zone Speciali di Conservazione. In particolare, la Puglia è risultata carente nell’individuare obiettivi specifici per la conservazione, cui è vincolata dalla Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Questa carenza ha portato a un silenzio prolungato da parte della Regione dal 2019 fino all’8 luglio dell’anno in corso, quando è stata pubblicata una delibera che avviava finalmente il procedimento richiesto dalla Commissione, ma limitato esclusivamente alla zona del circuito NTC-Porsche.

Le obiezioni rivolte dalla Commissione Europea si concentrano soprattutto sull’impatto delle attuali opere di ampliamento, che coinvolgono non solo la salute pubblica e la sicurezza, ma anche la salvaguardia degli habitat e delle specie presenti. Il passaggio delle preoccupazioni ambientali sul piano di sviluppo economico da parte della Regione ha destato critiche e ha sollevato interrogativi sul futuro di questo territorio vulnerabile.

Accordo di programma e contestazioni

L’accordo di programma siglato dal governatore Michele Emiliano per l’ampliamento del circuito NTC-Porsche, valutato in 450 milioni di euro, ha subito un arresto dopo le osservazioni della Commissione Europea. La sospensione dell’accordo ha portato a una rivalutazione delle giustificazioni inizialmente fornite, le quali non hanno soddisfatto i criteri della direttiva Habitat.

La Commissione ha infatti messo in evidenza che l’approvazione dell’ampliamento basata su motivazioni come la salute pubblica è insufficiente a garantire la protezione degli ecosistemi. Le preoccupazioni crescenti riguardo la perdita degli habitat naturali e le possibili perturbazioni su flora e fauna hanno spinto molte associazioni, come il WWF e la LIPU, a presentare osservazioni critiche.

L’impatto delle opere già realizzate

Nel 2006, il circuito NTC aveva già ottenuto l’autorizzazione per un ampliamento con un impatto significativo: circa 350 ettari di habitat furono compromessi. Documenti ufficiali attestano che tra le conseguenze vi fu la distruzione di aree boschive e pseudosteppiculturali, nonché la frammentazione degli habitat rimanenti, aggiungendo un ulteriore strato di complessità alla situazione attuale.

Dopo quell’ampliamento, la Regione aveva imposto come unica condizione la rinaturalizzazione delle aree compromesse, ma il rispetto di tale obbligo rimane incerto, poiché non ci sono dati verificabili sull’esito delle opere di rinaturalizzazione. La limitata accessibilità al circuito ha reso difficile anche la verifica sul campo della situazione ambientale attuale.

Le nuove richieste e le preoccupazioni future

Recentemente, NTC ha presentato nuove richieste in relazione all’accordo di programma per l’ampliamento. Queste prevedono l’abbattimento di ulteriori 170 ettari di vegetazione naturale, continuando a sovrapporsi alle aree già compromesse. Queste operazioni hanno suscitato nuove preoccupazioni tra le associazioni ambientaliste, che temono un’ulteriore erosione degli habitat naturali cruciali per la biodiversità locale.

Il futuro del circuito NTC-Porsche, e più in generale della regione, dipenderà dalle scelte politiche e dalle misure di conservazione che verranno attuate, per garantire un equilibrio tra sviluppo economico e protezione ambientale. La situazione attuale richiede un’attenzione particolare affinché si possano garantire standard di sostenibilità adeguati, in linea con le normative europee.