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Crisi sanitaria in Abruzzo: le commissioni regionali discutono i piani di rientro dal debito

Crisi sanitaria in Abruzzo: le commissioni regionali discutono i piani di rientro dal debito - Bagolinoweb.it

Martedì scorso, si è tenuto un incontro cruciale per il futuro della sanità abruzzese, durante il quale le commissioni I e V del Consiglio Regionale si sono unite per esaminare i piani di rientro delle Aziende Sanitarie locali. Un debito accumulato di circa 200 milioni di euro rappresenta una situazione allarmante, frutto di differenti contesti provinciali e che ha sollevato seri interrogativi sulle prospettive future del settore. Le organizzazioni sindacali, presenti alla seduta, hanno sottolineato le loro preoccupazioni riguardo alle disuguaglianze e alla scarsità di risorse destinate al sistema sanitario regionale.

Le preoccupazioni sulle prospettive future

Durante il dibattito, gli esponenti sindacali hanno messo in evidenza non solo la gravità della situazione economica ma anche le ripercussioni dirette sui servizi offerti ai cittadini abruzzesi. La questione dei 200 milioni di euro di debito ha riacceso un intenso confronto tra le forze politiche, evidenziando la necessità di un intervento urgente e di un piano sistematico per il rientro. L’accento è stato posto sulla disparità di trattamento tra le quattro aziende sanitarie della regione, con un andamento preoccupante che suggerisce un futuro incerto per molte annate. La mancanza di equità si riflette in un sistema che sembra penalizzare principalmente le province già fragili, aggravando così la situazione sanitaria regionale.

Critiche alla gestione della rete sanitaria

Dino Pepe, consigliere regionale del Partito Democratico, ha commentato le evidenze emerse durante le discussioni, dichiarando che la rete sanitaria approvata recentemente è “carta straccia.” Secondo Pepe, tale approvazione manca di adeguate coperture finanziarie e rischia di coincidere più con desideri politici che con una solida pianificazione. Le sue parole evidenziano una frustrazione crescente nei confronti delle scelte fatte dalla maggioranza di centrodestra a guida Marco Marsilio, acuite dal tessuto regionale sempre più fragile e a rischio di commissariamento. La situazione attuale è quindi vista come “una ferita aperta” per il territorio abruzzese, che ha bisogno di un supporto concreto e di misure urgenti per garantire l’accesso ai servizi sanitari.

Le conseguenze per Teramo e le altre province

L’analisi della situazione ha messo in luce come, specificamente, la provincia di Teramo sia stata gravemente penalizzata, con unità operative tagliate e nessun investimento programmato per il futuro. La riduzione nell’offerta di servizi inevitabilmente porterà a una compressione dell’accesso ai servizi sanitari, con particolare riguardo alla fornitura di farmaci, già scarsa. Questo scenario solleva preoccupazioni non solo per la salute dei cittadini ma anche per il personale che lavora nel settore. Gli appalti esterni, insieme all’incertezza per il futuro, creano un clima di instabilità che non promette bene per chi opera quotidianamente nel settore sanitario.

Urgente necessità di un intervento politico

Infine, la questione più urgente posta da Pepe riguarda la responsabilità politica e la necessità di azioni concrete da parte del governo regionale. La domanda cruciale è: quali devono essere le circostanze affinché i rappresentanti del centrodestra rispondano alle esigenze del territorio che li ha eletti? La crisi in atto non può essere più ignorata, e l’appello del consigliere è chiaro: “è tempo che l’assessore Verì e il presidente Marsilio riconoscano la gravità della situazione e facciano un passo indietro.” Un ritardo ulteriore potrebbe significare gravi conseguenze per la sanità pubblica in Abruzzo e, soprattutto, per i suoi cittadini.

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