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Crisi nel settore vitivinicolo della Capitanata: i viticoltori denunciano pratiche sleali

Crisi nel settore vitivinicolo della Capitanata: i viticoltori denunciano pratiche sleali - Bagolinoweb.it

La situazione economica nel settore vitivinicolo della Capitanata sta raggiungendo livelli di allerta, a causa di un aggraviato fenomeno di furti e pratiche commerciali ingiuste. I viticoltori, costretti a consegnare le loro uve alle cantine, si trovano ad affrontare l’assenza di un prezzo chiaro per le loro produzioni, il che mina la sostenibilità del settore. Coldiretti Puglia denuncia questa grave situazione, evidenziando la necessità di interventi legislativi per proteggere i produttori e garantire una giusta remunerazione.

Furti e mancanza di trasparenza riguardanti i prezzi

Negli ultimi mesi, i viticoltori delle aree di San Severo, Torremaggiore, San Paolo Civitate, Serracapriola e Chieuti hanno lamentato un incremento dei furti di uva, con migliaia di quintali scomparsi nel nulla. Questa situazione ha creato un clima di insicurezza tra i produttori, già sotto pressione per le sfide economiche attuali. Ma oltre ai furti, un altro grave problema si sta manifestando: la mancanza di quotazioni per le uve a vendemmia ormai conclusa, che costringe i viticoltori a vendere a prezzi irrisori o, spesso, senza alcuna garanzia di guadagno.

I viticoltori si trovano ad affrontare una realtà in cui il prezzo delle uve non è chiaro, rendendo la pianificazione e la sostenibilità economica delle loro aziende estremamente complicate. La mancanza di trasparenza nei pagamenti e nei contratti sta compromettendo la loro capacità di reagire agli aumenti dei costi e ai cambiamenti del mercato. Di conseguenza, il settore sta subendo una forte pressione sia economica che emotiva, con un effetto a catena sulle piccole e medie imprese che costituiscono la colonna vertebrale dell’agricoltura pugliese.

L’intervento legislativo di Coldiretti e le sue implicazioni

Il decreto legislativo che mira a contrastare le pratiche sleali nel commercio alimentare è visto da Coldiretti Puglia come una sorta di boccata d’ossigeno per il settore vitivinicolo. Questa normativa, fortemente voluta dall’organizzazione, stabilisce regole chiare per le relazioni commerciali tra produttori e acquirenti, evidenziando le pratiche vietate che danneggiano i fornitori.

Tra le problematiche affrontate da questo decreto vi sono i ritardi nei pagamenti, gli annullamenti di ordini e le modifiche unilaterali ai contratti, tutte pratiche che minano la fiducia e la stabilità economica dei viticoltori. L’applicazione rigorosa di questo decreto potrebbe portare a una maggiore stabilità per i produttori, garantendo che vengano applicate politiche commerciali più eque e trasparenti.

Coldiretti solleva inoltre la questione delle aste al doppio ribasso, un meccanismo che genera distorsioni nella distribuzione del valore lungo la filiera e contribuisce all’instabilità economica del settore. Attraverso l’adozione di misure più severe contro tali pratiche, si spera di garantire una maggiore protezione per le aziende agricole e una distribuzione più equa del valore prodotto.

La lotta dei viticoltori per una giusta remunerazione

A fronte di queste problematiche, Coldiretti Puglia ha fatto appello per un rafforzamento dei controlli. È essenziale combattere il fenomeno della compressione dei prezzi delle uve da vino, che colpisce i viticoltori pugliesi nel pieno della fase di raccolta. Pertanto, le aziende segnalano di aver già sostenuto pesanti aumenti dei costi di produzione, con un incremento di oltre il 50% nelle spese per lavorazioni, materie prime e irrigazione.

Le conseguenze di questi squilibri non si limitano al solo ambito economico; esse rischiano di compromettere seriamente l’intero ecosistema vitivinicolo regionale. Con circa 20.000 aziende agricole a rischio di chiusura, è fondamentale che vengano adottate misure immediate e decise. Le cantine che si impegnano a rispettare il prodotto e il territorio devono essere supportate, non solo per garantire la loro sopravvivenza, ma anche per proteggere la qualità e la tradizione vitivinicola della Puglia.

Questa crisi del settore non è solo un problema del mercato, ma rappresenta una sfida collettiva per la sostenibilità dell’intera economia agricola del territorio, che dovrà essere affrontata con urgenza e responsabilità da tutti gli stakeholders coinvolti.

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