Le Terme di Caramanico, una delle attrazioni più storiche della regione Abruzzo, stanno attraversando un momento di grande crisi. Il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Blasioli del Partito Democratico, ha avviato un’importante discussione sulla situazione, in vista della sesta asta fallimentare prevista per il 16 ottobre. Durante una recente conferenza stampa, sono emerse serie preoccupazioni riguardo al futuro di questo patrimonio termale, ora in balia di incertezze economiche e gestionali.
L’asta fallimentare e le sue implicazioni
La sesta asta per i due lotti delle Terme di Caramanico rappresenta un momento cruciale per la loro rinascita. Blasioli ha messo in evidenza che le stime di partenza per i due lotti sono state drasticamente ridotte, con valori che sono passati rispettivamente da 10 a 5 milioni e da 14 a 7 milioni di euro. Questo significativo abbattimento dei prezzi evidenzia una contrazione della domanda e un abbassamento dell’interesse per il patrimonio termale, con la partecipazione prevista che appare limitata a un unico soggetto, già in possesso dei diritti di sfruttamento delle acque termali dell’area.
La preoccupazione di Blasioli risiede nel rischio che questo scenario possa favorire il dibattito su una possibile monopolizzazione dello sfruttamento delle risorse e sul conseguente abbandono di un patrimonio culturale e naturale. La situazione è preoccupante non solo per l’aspetto economico, ma anche per quello sociale: le Terme di Caramanico sono un simbolo di tradizione e salute per milioni di visitatori, e un depauperamento della loro proposta termale potrebbe avere ripercussioni su tutta la comunità locale.
Le responsabilità della Regione Abruzzo
Una parte fondamentale dell’intervento di Blasioli ha riguardato le responsabilità attribuite alla Regione Abruzzo nella gestione di questa crisi. L’esponente del PD ha sottolineato come la situazione attuale sia frutto di una serie di scelte politiche e gestionali che mostrano un ritardo significativo nell’intervento. La separazione dei procedimenti tra l’asta fallimentare e i diritti di sfruttamento delle acque sta complicando ulteriormente la situazione. Infatti, per come si presenta attualmente, i due processi non solo appaiono disgiunti, ma si influenzano reciprocamente, generando vantaggi per chi già controlla le sorgenti termali.
Blasioli ha sollecitato un intervento diretto della Regione, chiedendo l’acquisto del comprensorio delle Terme di Caramanico per garantire il rilancio dell’intero settore. La proposta contempla una strategia integrata che unisca la gestione del patrimonio immobiliare e quella delle acque minerali, due elementi che, se connessi, potrebbero riportare le terme alla ribalta e far rinascere un’economia locale basata sul turismo e sul benessere.
La convocazione della Commissione di vigilanza
Un altro punto cruciale sollevato durante la conferenza stampa riguarda la necessità di un’azione immediata da parte della Commissione di vigilanza. Blasioli ha richiesto la convocazione di quest’organo per discutere a fondo la crisi delle Terme di Caramanico, affinché si possano prendere decisioni tempestive e mirate. La Commissione ha un ruolo fondamentale nel monitorare e garantire che le istituzioni competenti agiscano nel migliore interesse della collettività.
Detto in altri termini, l’urgente richiamo per una ristrutturazione della governance regionale si fa sempre più pressante. Senza un intervento coordinato e strategico, il rischio di una ulteriore erosione del patrimonio termale e delle sue potenzialità si fa reale. L’appello di Blasioli, pertanto, non è solo un tentativo di salvaguardare le Terme di Caramanico, ma un monito sulla necessità di una visione a lungo termine per la salute economica e culturale della regione.